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Ducati, serve la macchina del tempo?

9 agosto 2020

Ducati, serve la macchina del tempo?
La Ducati Avintia che Joahnn Zarco ha portato sul podio del Gran Premio della Repubblica Ceca è quella dello scorso anno. La 2020, a quanto pare, proprio non si sposa con le nuove gomme Michelin e per quelli di Borgo Panigale il problema comincia a farsi veramente serio. Anche perchè soluzioni sembra che non se ne vedano proprio...

Joahnn Zarco che con la Ducati del 2019 centra la pole in qualifica e sale sul podio in gara è, oltre che il segno di un pilota ritrovato, il segnale che in casa Ducati c’è un problema grosso e che potrebbe portare a scelte drastiche. Come quella, ad esempio, di tornare sui suoi stessi passi e valutare un ritorno il più vicino possibile alla moto della stagione precedente. Perché la Ducati 2020 sembra proprio non riuscire a sposarsi con le nuove gomme e - se si esclude la prestazione del GP di Andalusia di Pecco Bagnaia (a rompersi, in quel caso, è stato il motore) – c’è la necessità non più di cambiare qualcosa, ma di rivoluzionare tutto.

Chi lo ha detto senza mezzi termini è Andrea Dovizioso, dopo le deludenti qualifiche di ieri: “Sono molto preoccupato perché la situazione è la stessa da questo inverno, fin dai test in Malesia e in Qatar, dove il mio passo era buono, ma faticavo con la gomma nuova. E’ successo di nuovo a Jerez e adesso qui: non riusciamo a trovare la strada e per me è una situazione anomala”. Parole affidate a Giovanni Zamagni, nel corso dell’intervista per Moto.it e che lasciano poco spazio all’interpretazione. Anche perché Andrea Dovizioso riconosce che cambiamenti sostanziali tra la moto del 2019 e quella del 2020 non ce ne sono stati, ma il risultato messo nel sacco oggi da Zarco pare dimostrare il contrario. “L’unica vera differenza – ha detto il Dovi nella stessa intervista – è la gomma”.

Paolo Ciabatti Ducati

Quindi? Secondo Dovizioso si tratta di modificare lo stile di guida, ma non è certo cosa semplice e probabilmente il lavoro da fare è sul setting della moto, sulla scia di quanto fatto anche da Valentino Rossi con la sua Yamaha. Nel caso specifico di Ducati il dramma pare essere, però, l’anteriore e la fiducia che i piloti non riescono a trovare con la nuova Michelin. Una situazione che mette nervosismo in un ambiente già teso, condizionato dal tira e molla sul contratto dello stesso Dovizioso, dalla separazione in casa con Danilo Petrucci, dall’infortunio di Pecco Bagnaia e dalla necessità di fare scelte di mercato che possano rivelarsi azzeccate. Bisognerà essere bravi, quindi, a mettere alle spalle tutto questo e concentrarsi sulla questione contingente relativa alla moto e agli assetti. “L’unica cosa che possiamo fare è lavorare sulla messa a punto, ma non è sufficiente quando devi fare qualcosa di importante. Purtroppo non ho una risposta chiara” – ha affermato ancora il pilota di Forlì.

Una situazione che viene definita non chiara e che ha le sembianze di un problema senza soluzione: un guaio non da poco in un Mondiale con gare così vicine e che già la prossima settimana farà vivere un nuovo appuntamento. Tra l’altro su un circuito favorevolissimo alla Ducati e alle caratteristiche della rossa di Borgo Panigale. In questo scenario di nebbia e tensioni l’unica strada percorribile in tempi rapidi dovrebbe essere quella di un ritorno al passato. Non alla vecchia moto, perché non è possibile, ma a settaggi che le somiglino il più possibile. Ducati si muoverà in questa direzione, magari sfruttando i dati di Joahnn Zarco dopo l’ottima prestazione di oggi?

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