A preoccupare Max Verstappen, in quello che per lui è stato l'ennesimo weekend perfetto in una stagione come quella del 2023 che lo sta velocemente lanciando verso il terzo mondiale di Formula 1 a soli 25 anni, non è stato un avversario in pista quanto piuttosto uno sfortunato protagonista della sua domenica. Durante il Gran Premio infatti, mentre si trovava saldamente al comando, ha investito un volatile che si trovava in pista: "Credo di aver colpito un uccello", ha subito detto via radio al suo ingegnere, chiedendo agli uomini del muretto di controllare che andasse tutto bene sulla sua monoposto dopo l'impatto con l'animale. Le immagini dell'on board del campione olandese hanno poi confermato quanto visto da Max, mostrando chiaramente il momento in cui la sua Red Bull va a collidere con l'uccello.
Quello che si è scoperto a fine gara, grazie ai controlli degli uomini della Red Bull, ha però dell'incredibile: Verstappen ha infatti completato e vinto il Gran Premio con i resti dell'animale ancora incastrati all'interno della vettura, incastrato nell'impianto frenante nei pressi del S-Duct anteriore destro della RB19. Un impatto che poteva interrompere la scalata di Verstappen verso il successo ma che non ha causato grandi problemi per l'olandese che è invece riuscito a terminare il successo.
L'ambiguità linguistica dell'incidente ha però dato il via a una serie di "simpatici" titoli nella stampa sportiva italiana nei giorni successivi al Gran Premio del Canada, creando doppi sensi che sono finiti virali sui social: da "Verstappen e l'uccello nei freni" a "l'uccello di Verstappen unica preoccupazione" fino a "L'unica sfida data dall'uccello" e "Verstappen aveva l'uccello incastrato nella brake duct destra". L'uso dell'articolo determinativo al posto di un generico e indeterminativo "un uccello" ha così scatenato l'ironia generale sul web e anche un po' di giusta indignazione nei confronti di una stampa che deve, per forza di cose, aver esplicitamente cercato il titolo più malizioso possibile.