image/svg+xml
  • Attualità
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Social
  • Formula 1
  • MotoGp
  • Sport
  • Culture
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Tech
  • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Cover Story
  • Media
  • Attualità
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • social
  • Formula 1
  • motogp
  • Sport
  • Culture
    • Culture
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2020 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Sport

È morto Pelè, lunga vita a O Rei

  • di Lorenzo Longhi Lorenzo Longhi

29 dicembre 2022

È morto Pelè, lunga vita a O Rei
Ci lascia a 82 anni la personificazone dell’assoluto calcistico. Lo sportivo che, come scrisse Armando Nogueira, «se non fosse nato uomo, sarebbe nato pallone». Il primo calciatore riconosciuto come il migliore della sua epoca e che, nel corso di tutta la vita, non è stato un rivoluzionario ma neppure un buonista: con il suo modo di unire ha neutralizzato i conflitti evitando così di riempire la sua figura di un senso altro che non sia stato, semplicemente, quello del calcio e della sua essenza. Lunga vita a O Rei. Lunga vita a The King of Football

di Lorenzo Longhi Lorenzo Longhi

Quello di Armando Nogueira è un nome per iniziati, ma l’epitaffio definitivo per Pelé non può che essere suo, del giornalista che più di altri ne ha cantato le gesta: «Se não tivesse nascido homem, teria nascido bola», e cioè se non fosse nato uomo, sarebbe nato pallone. Nogueira se n’è andato nel 2010, ora è la volta di O Rei, il Re, primo calciatore riconosciuto quale il migliore di sempre su scala globale, personificazione dell’assoluto calcistico dall’epifania sui campi sino all’ultimo giorno. Il primo, occhio, e qui non hanno rilevanza alcuna i paragoni con i grandi che sono venuti dopo perché, appunto, possono anche averlo superato – e chi può dirlo? – ma non potranno mai togliergli la primogenitura nell’immaginario collettivo. Perché prima di lui, così, nessuno.

Pelè
Pelè

Il resto è mancia abbondantissima, opulenta: la povertà redenta, il sedicenne che piazza il Brasile nell’empireo del calcio, il fuoriclasse delle tre Rimet, gli innumerevoli gol segnati – e il loro conteggio, giochetto molto brasiliano al quale ha partecipato con atteggiamento splendidamente infantile anche Romario – e pure quelli che gol non sono stati e hanno gonfiato l’epica dei suoi avversari (Gordon Banks, 1970), il tunnel che riusciva a non essere derisorio né era percepito come tale, i rivali che non erano nemici. Pelé è stato un incipit leopardiano per quello che è forse il più formidabile articolo calcistico di Gianni Brera (Benfica-Santos, 1962), la Regina d’Inghilterra di Antonello Venditti, un popolarissimo siparietto tra Malcolm Allison e Pat Crerand nel 1970 («How do you spell Pelé?», «Easy: G-O-D»), e poi ancora l’apoteosi del numero 10, l’immortalità del Santos, il calcio a New York, il caporale Luis Fernandez su celluloide e tutto quanto di lui è stato scritto, detto, cantato, documentato, evocato.

20221224 112828101 1382
Pelè festeggia la vittoria del mondiale con il Brasile

Il Pelé pubblico è stato anche una peculiarità impossibile da rintracciare in fuoriclasse vicini al suo livello. Prima che le librerie online ridondassero di volumi più o meno inutili a tema sportivo, nel 1997 Gian Paolo Ormezzano uscì con Tutto il calcio parola per parola, un alfabeto pallonaro imitatissimo nel quale, alla voce Pelé, si leggeva una chiave interpretativa storica che ne inquadrava la singolarità sociale e politica. Una trasversalità da foto incorniciata nel pantheon di chiunque. Non un rivoluzionario, meno che mai un ribelle o un capopopolo, sicuramente un nume tutelare, icona del gioco a prescindere, adatto a tutte le stagioni della Fifa e del Brasile, immagine del calcio e dello sport di tutti senza tribalismo alcuno. Lontano dalla rappresentazione che ha alimentato l’agire pubblico di Alì, di Smith e Carlos, persino di Friedenreich. Nessuno di loro, o forse tutti loro messi insieme ma senza annessi e connessi.

Maradona e Pelè
Maradona e Pelè

«Abbastanza curiosamente – scrisse Ormezzano – Pelé è riuscito ad attraversare anni e anni di conflitti razziali anche duri senza mai essere spinto o magari essere costretto a passare per simbolo del colore della sua pelle. Ha sposato donne bianche, è diventato ministro per lo sport in un Brasile che, sostenendo di non essere razzista, offre in realtà ai neri soltanto lo sport per fare esercitazioni di pari opportunità e anche di eguaglianza, e non ha mai avuto un nero contro, non ha mai dovuto subire un nero deluso». Una lettura di venticinque anni fa – le uniche critiche sulle blande o assenti prese di posizione, in effetti, a Pelé sarebbero arrivate solo recentemente da Lilian Thuram – eppure molto attuale ora che l’intreccio fra sport e politica viene analizzato con maggiore attenzione. Un’indole nella quale i cinici vedono una strategia – buonismo, lo chiamano, uno dei neologismi più insulsi dei tempi recenti – ma è di certo un modo di vivere che neutralizza i conflitti (e ne ha avuti anche O Rei, nella sua esistenza) ed elimina la possibilità di riempire la sua figura di senso altro che non sia, semplicemente, quello del calcio, della sua essenza.

More

“Maradona non l’avrebbe fatto”. Ma chi critica il "mantello" a Messi dimentica le amicizie (e i balletti) del Pibe de Oro?

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

La Pulce degli emiri

“Maradona non l’avrebbe fatto”. Ma chi critica il "mantello" a Messi dimentica le amicizie (e i balletti) del Pibe de Oro?

Vanni Oddera, “Si cade anche da fermi”: questo libro è una terapia d’urto per tutti noi

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Il libro da regalare

Vanni Oddera, “Si cade anche da fermi”: questo libro è una terapia d’urto per tutti noi

Morgan 50, la mamma Luciana: “Lo sognavo direttore d’orchestra”. E ci racconta traumi, genialità e dissapori (con le sue ex)

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

Un compleanno Altrove

Morgan 50, la mamma Luciana: “Lo sognavo direttore d’orchestra”. E ci racconta traumi, genialità e dissapori (con le sue ex)

Tag

  • Sport

Top Stories

  • Italia-Inghilterra è una polveriera: gli hooligans sono già arrivati a Napoli per metterla a ferro e fuoco (con la complicità di laziali e bergamaschi)

    di Otto De Ambrogi

    Italia-Inghilterra è una polveriera: gli hooligans sono già arrivati a Napoli per metterla a ferro e fuoco (con la complicità di laziali e bergamaschi)
  • L’Aprilia RNF non convince: “Non ho mai visto una moto così brutta”. Ma Ducati non vi ha insegnato niente?

    di Cosimo Curatola

    L’Aprilia RNF non convince: “Non ho mai visto una moto così brutta”. Ma Ducati non vi ha insegnato niente?
  • Valentino Rossi dal Basement: “Nel 2015 parlai con Marquez, lui mi guardava assente. Jordan controlla le scarpe a tutti e Brad Pitt...”

    di Tommaso Maresca

    Valentino Rossi dal Basement: “Nel 2015 parlai con Marquez, lui mi guardava assente. Jordan controlla le scarpe a tutti e Brad Pitt...”
  • Valentino Rossi a fuoco: La figura di m**da di Marquez, il pianto del Sic e quello dei tifosi. E sulla F1…

    Valentino Rossi a fuoco: La figura di m**da di Marquez, il pianto del Sic e quello dei tifosi. E sulla F1…
  • Livio Suppo: “Volevamo Marquez e Stoner assieme in HRC. Casey avrebbe vinto il mondiale nel 2008, ma…”

    di Simone Landi

    Livio Suppo: “Volevamo Marquez e Stoner assieme in HRC. Casey avrebbe vinto il mondiale nel 2008, ma…”
  • Siamo sicuri che Jannik Sinner sia davvero un fenomeno? Perché guardando Alcaraz...

    di Nicola Sellitti

    Siamo sicuri che Jannik Sinner sia davvero un fenomeno? Perché guardando Alcaraz...
  • di Lorenzo Longhi Lorenzo Longhi

  • Se sei arrivato fin qui
    seguici su

    • Facebook
    • Twitter
    • Instagram
    • Newsletter
    • Instagram
    • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

    Latest

    • Pecco Bagnaia ha vinto tutto, ma Portimao 2023 verrà ricordata solo per Marc Marquez

      di Tommaso Maresca

      Pecco Bagnaia ha vinto tutto, ma Portimao 2023 verrà ricordata solo per Marc Marquez
    • E tutto il mondo fuori! Pecco Bagnaia è l'Albachiara della MotoGP

      di Emanuele Pieroni

      E tutto il mondo fuori! Pecco Bagnaia è l'Albachiara della MotoGP
    • “Sulla tua pelle”, ecco il racconto di come è stato incastrato l'assassino di Charlotte Angie (Carol Maltesi): “Non sempre i giornalisti sono sciacalli”

      di Niccolò Fantini

      “Sulla tua pelle”, ecco il racconto di come è stato incastrato l'assassino di Charlotte Angie (Carol Maltesi): “Non sempre i giornalisti sono sciacalli”

    Next

    Ci mancavano solo "le verità nascoste" di Luciano Moggi su Calciopoli nel revisionismo all'italiana

    di Lorenzo Longhi

    Ci mancavano solo "le verità nascoste" di Luciano Moggi su Calciopoli nel revisionismo all'italiana
    Next Next

    Ci mancavano solo "le verità nascoste" di Luciano Moggi su Calciopoli...

    • Attualità
    • Lifestyle
    • Formula 1
    • MotoGP
    • Sport
    • Culture
    • Tech
    • Fashion

    ©2020 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

    • Privacy