“Abbiamo fallito”. Lo dice senza girarci attorno Sebastian Vettel che, vicino all’addio Ferrari, si porta a casa il rammarico di non aver realizzato il suo sogno di bambino: vincere con la Rossa. Un progetto a lungo termine - il suo - che non solo non ha portato i frutti sperati ma che si concluderà quest’anno con una doppia beffa: nel suo ultimo anno in Ferrari Vettel vedrà Hamilton battere i record del suo mito, Michael Schumacher, e non potrà fare nulla per impedirlo.
Perché? Perché la SF1000 è una monoposto disastrosa, un progetto nato male che - anche con i migliori aggiornamenti possibili - non potrà competere per un titolo che poco dopo l'inizio del mondiale è già nelle mani di quell’inglese capace di eguagliare e battere primati irraggiungibili.
Un disastro su tutti i fronti: quello delle prestazioni, quello della gestione piloti (che fa acqua da tutte le parti), quello politico ai vertici di Maranello, quello emotivo - con i record del Kaiser che stanno per essere battuti - e quello delle strategie in pista (ricordiamo che se Vettel non avesse suggerito che gomme montare sulla sua monoposto il suo sesto posto di domenica sarebbe stato impossibile).
E allora la domanda sorge spontanea: è questa la Ferrari peggiore di sempre?
Rispondere è estremamente difficile perché la Scuderia di Maranello festeggerà quest’anno i suoi 1000 Gran Premi in Formula 1 e la storia che l’ha accompagnata nel raggiungimento questo traguardo è lunga e tortuosa. I tifosi della Rossa hanno imparato a soffrire con lei, ad accontentarsi della passione con cui la scuderia ha sempre giocato le sue carte più che del risultato finale.
L’ultimo Re di Maranello è stato Kimi Raikkonen, ormai tredici anni fa, e da allora si sono susseguiti anni di difficoltà estrema e stagioni di vivissime speranze. Così è stata la storia della Ferrari fin dal suo principio, così prima dell’era Schumacher, così da sempre.
Perché in Italia le cose si devono sempre fare con una fatica immane - mettendo del dramma anche nelle vittorie - e soffrendo sempre un po’. Questa sarà una stagione di sofferenza, senza dubbio, e a renderla così difficile anche la sensazione che qualcosa nella gestione degli ultimi anni si sia definitivamente rotto. Non è con l’addio di Vettel che si ricostruirà la Ferrari, e nemmeno con le doti del pupillo di casa Charles Leclerc.
È proprio questa sensazione di rottura che rende la già disastrosa SF1000 una delle Ferrari peggio riuscite di sempre: non tanto per le prestazioni in pista ma per quel senso di inadeguatezza che porta con sé. È tutto sbagliato e nessuno sembra davvero sapere che cosa fare per trovare una soluzione. Il futuro prossimo è grigio, le domenica sempre più noiose e nemmeno i piloti riescono a trovare positività in quello che fanno.
Ma questa Ferrari non è sola. Il passato parla chiaro e nelle antenate sfortunate della SF1000 si vede l’ombra della stessa desolazione. Non bisogna guardarsi molto indietro per trovare la F14T, l’ultima Ferrari di Fernando Alonso, che chiuse il mondiale senza nemmeno una vittoria. Quarta nella classifica costruttori dietro a Mercedes, Red Bull e Williams.
Poi c’è la F60 del 2009, anno che tutti ricordano per la molla che colpì Felipe Massa durante il Gran Premio di Ungheria. Anche lì: oltre al danno, la beffa. Dopo lo smacco di Hamilton a Felipe Massa dell’anno procedente c’era bisogno di una vittoria, qualcosa che sollevasse gli animi, ma la F60 collezionò ritiri e brutti piazzamenti: a tre Gran Premi dall’inizio del mondiale (situazione in cui ci troviamo oggi con la SF1000) il risultato migliore era un decimo posto per Kimi Raikkonen al Gran Premio di Cina.
Tornando indietro all’epoca pre-Schumacher tutti ricordano i difficili anni 90, su tutti spicca il 1992: stagione in cui Jean Alesi collezionò 10 ritiri su 16 gare disputate chiudendo il mondiale al settimo piazzamento.
Con un ultimo balzo nella storia delle Ferrari peggiori di sempre arriviamo al 1980: decimo posto nella classifica costruttori nonostante alla guida della Rossa ci fossero piloti del calibro di Gilles Villeneuve e Jody Schekter.
Possiamo quindi dire che la SF1000 sia la Ferrari peggiore della storia della Formula 1? No, non possiamo. Ma per risollevare una scuderia che non sembra sapere da dove partire per compiere il miracolo del cambiamento serve sicuramente una rivoluzione. Non basta cambiare i piloti, non servirà nemmeno puntare il dito contro Binotto o contro un paio di personalità al vertice della scuderia. Serve un cambiamento radicale che tolga anche solo il dubbio che la risposta a questa così dolorosa domanda sia "Sì, questa è la peggior Ferrari di sempre".