Adesso possiamo dirlo con certezza: la stagione di Formula 1 2020 inizierà il prossimo 5 luglio al Red Bull Ring, in Austria. La FIA ha annunciato il calendario provvisorio di questo strano campionato, con otto gare al momento confermate. Tra queste anche Silverstone, dove la Formula 1 festeggerà il suo settantesimo compleanno, e l’immancabile appuntamento con Monza.
Una gioia a metà per i tantissimi tifosi Ferrari che potranno godersi solo da casa il Gran Premio italiano, lasciando le tribune senza quella folla rossa che ha sempre reso Monza diversa da tutti gli altri GP in giro per il mondo.
Mugello o Imola?
Per gli italiani potrebbe però arrivare una sorpresa inaspettata. Dopo la rinuncia di molti organizzatori a prendere parte ad una stagione a porte chiuse, l’Italia potrebbe trasformarsi nella sede di ben due appuntamenti.
La prima ipotesi sarebbe quella di disputare una doppia gara a Monza, dove però non sarebbe possibile replicare il Gran Premio con un layout diverso da quello che tutti conosciamo. Si tratterebbe quindi di una gara pressoché identica alla precedente.
Nell’attesa di nuove conferme da parte di Liberty Media, che si divide tra i costi del campionato e il malcontento degli organizzatori, fortemente penalizzati dalla mancanza di pubblico (e di biglietti venduti), l’ACI si mette in pole position con due possibili soluzioni alternative: Imola e il Mugello.
Imola e Formula 1. A chi non brillano gli occhi sentendo questa possibilità? Un ritorno della classe regina a Imola è da anni il sogno degli appassionati più nostalgici ma i dubbi sono molti, probabilmente troppi. Il tracciato è infatti inserito in un percorso cittadino ed evitare gli assembramenti intorno all’autodromo sarebbe pressoché impossibile.
In settimana la FIA dovrebbe invece dare una risposta definitiva sul Mugello, il tempio degli appassionati di MotoGP. Un circuito dove la Formula 1 ha già girato, nei test Pirelli del 2012, e dove – al contrario di Imola – evitare assembramenti non sarebbe certo un problema.
I piloti di Formula 1 furono estremamente soddisfatti del tracciato toscano dopo i test di otto anni fa, tanto che l'allora pilota Red Bull Mark Webber disse: "10 giri qui valgono come 1000 ad Abu Dhabi".
Tra i tanti entusiasti qualcuno però lamentò la pericolosità della pista, perfetta per la MotoGP ma forse a tratti eccessiva per le quattro ruote. Chiarissimo il messaggio che, quell'anno, lanciò il russo Petrov: “Il Mugello è troppo pericoloso per la F1. Non è sicuro e largo abbastanza. Se esci di pista i muri sono troppo vicini e ti ritrovi nelle gomme. Non è fatto per la Formula 1 e se hai problemi allo sterzo o alla pressione delle gomme rischi un brutto incidente”.
Eppure c'è chi, con una Formula 1, al Mugello, ci gira abitualmente. Si tratta di Marc Gené, spesso chiamato a portare in giro per il circuito toscano le meraviglie del programma Ferrari Corse Clienti. Trattasi, per chi non lo sapesse, del programma che Ferrari dedica a coloro che, tra pochi fortunatissimi (e facoltosissimi) appassionati di tutto il mondo, hanno acquistato una Ferrari di Formula 1 delle stagioni passate. Già perché le Formula 1, a distanza di qualche anno dal loro impiego, sono messe in vendita. Tuttavia, per poterle, poi, adoperare, l'impegno, in termini di personale e logistica, è tutt'altro che banale. Bisogna spostare le vetture, servono meccanici per accenderle, per ripararle nel caso di rotture. Servono ingegneri per supervisionarne lo stato di salute. E serve pure qualcuno che ogni tanto le "muova" (più o meno come avete fatto voi durante il lockdown con la vostra auto in strada). Ferrari crea dei pacchetti completi che comprendono tutte queste attività e li vende ai propri clienti, permettendo loro di guidare su alcuni dei circuiti più belli del mondo, compreso il Mugello (che, per inciso, è di proprietà proprio dell'azienda di Maranello). Ed è proprio tra le sue curve che, per l'appunto, Marc Gené ha spesso portato a spasso per conto di questa clientela super esclusiva alcune delle più recenti e performanti vetture, pur se - questo è chiaro - senza andare alla ricerca del limite e con set-up sicuramente iper conservativi, sia in termini di aerodinamica, che di giri motore, che di gomme impiegate. Volete vedere cosa vuol dire guidare una 412 T2 da quelle parti? Date voi un'occhiata.
Tra tanti dubbi e speranze, il Mugello sembra comunque possa rivlearsi una soluzione non soltanto per gli appassionati e per le auto da collezione. Ad oggi, infatti, la possibilità che una gara di questo mondiale disastrato si effettui davvero su quello che, probabilmente, è l'unico tracciato europeo a non essere mai stato modificato dalla sua nascita, non solo è verosimile ma è anche altamente probabile.
E chissà se, qualora l'appuntamento un po' improvvisato al Mugello dovesse piacere anche ai tifosi, anche questa non si trasformi in una vera e propria storia d'amore. Noi siamo già pronti a comprare l'anello.