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Ecco perché Marc Marquez può davvero firmare con la Ducati del Team Gresini per il 2024

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

8 settembre 2023

Ecco perché Marc Marquez può davvero firmare con la Ducati del Team Gresini per il 2024
Ci sono un’innumerevole quantità di ragioni per cui Marc Marquez potrebbe passare alla Ducati del Team Gresini già a fine stagione per un solo anno di contratto in attesa del 2025, quando KTM avrà una sella per lui. Marc si troverebbe col fratello a fianco, uno sponsor importante a sostenere l’operazione e un risvolto mediatico senza precedenti. Ma c’è molto di più

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

L’operazione Marc Marquez - Gresini è un po’ come la storia di Cristoforo Colombo che arriva in America: se ragioni contro ogni genere di regola e concetto noto a chiunque potresti farti male, ma anche trovare una strada che nessuno aveva mai intrapreso prima. D’altronde l’idea di vedere lo spagnolo in un team satellite, per giunta a marchio Ducati, era pressoché impossibile, almeno fino a qualche settimana fa. Invece nella serata del giovedì di Misano il team di Sky Sport MotoGP lancia la pesante indiscrezione sui social: “Marc Marquez verso la Ducati Gresini per il 2024”. Niente punti interrogativi, niente sparate per fomentare le interazioni come farebbero i peggiori portali in cerca di attenzioni. La notizia certa, che solitamente è l’unico genere di notizia che si legge sui media di Sky, è quella di un interessamento, se non addirittura una trattativa ben avviata tra Marc Marquez e la Gresini Racing.

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Un post condiviso da Sky Sport MotoGP (@skysportmotogp)

Di motivi per cui l’otto volte iridato potrebbe davvero pensare alla Ducati azzurra del Team Gresini (e viceversa) ce ne sono diversi. Il primo: Honda, ragionevolmente, non può costruire una moto radicalmente migliore a quella che è in pista oggi nel giro di un anno, tanto che lo tesso Marc ha confessato che i test del lunedì di Misano saranno ininfluenti per una decisione che, oltretutto, da parte sua è già stata presa. La storia “Honda è la Honda”, ovvero che quando Honda comincia a investire non ha limiti di nessun tipo, è sempre più difficile da pensare in questa MotoGP: il regolamento è invariato da anni, quindi un progetto vincente si costruisce nel tempo affinando i dettagli, indovinarlo senza qualche stagione di affinamento tecnico è pressoché impossibile.

Marc ha fretta di tornare a vincere, Honda non può offrire certezze. Qualche certezza a Marc invece la offre il fratello Alex, che se anche avesse smesso di rivolgergli la parola - ovviamente non è così - ha già dimostrato quanto passando da Honda a Ducati possano cambiare le cose. Oltretutto, passare ad un team satellite per Marc sarebbe un modo, forse l’unico, per evitare le spaventose penali previste sul suo contratto con HRC in caso di rescissione anticipata.

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Un post condiviso da MotoGP™ (@motogp)

Gresini non può pagare l’ingaggio di un otto volte iridato? Se vuoi tornare a vincere la moto potrebbe bastarti. Anche perché qualche sponsor - come Estrella Galicia, ma non solo - sarebbe ovviamente interessato a trovare un posto sulle carene di quella Ducati. Al che, arriviamo a un altro punto fondamentale dell’accordo: Ducati Pramac (con cui pare che Franco Morbidelli abbia già firmato) è il vero team satellite della squadra ufficiale, dove Marc non troverebbe posto perché a Borgo Panigale non hanno nessuna intenzione di fargli un contratto. Nel team Mooney neanche a parlarne. Gresini, invece, le sue Desmosedici le ha pagate a Ducati e sostanzialmente ci può fare quello che vuole, anche affidare la moto al nemico pubblico numero uno.

Tutti i vertici Honda (non solo HRC) sono a Misano, c’è chi dice per trattenere Marc Marquez e chi invece pensa che stiano facendo razzia di ingegneri, tecnici e professionisti di ogni genere dalle squadre più competitive. Pare, addirittura, che anche Gigi Dall’Igna riceverà un’offerta. C’è poi la suggestione KTM, che secondo voci piuttosto insistenti si sarebbe proposta di acquistare il Team Gresini per avere così sei moto a disposizione. Anche perché, nel caso in cui Marc decidesse di passare alla struttura guidata da Nadia Padovani, l’accordo sarebbe per un anno soltanto, in modo da permettere allo spagnolo di passare alla KTM nel 2025.

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Un post condiviso da Marc Márquez (@marcmarquez93)

Ora, al netto del fatto che con tutte le probabilità le cose resteranno come sono, l’idea di vedere Marc Marquez su di una Ducati, questa Ducati, non può che suscitare una lunghissima serie di idee, congetture, possibilità: si può vincere il mondiale con un team satellite? Ducati come la prenderebbe? Marc riuscirebbe a battere Pecco Bagnaia con una moto competitiva? Avere qualche risposta ci darebbe materiale per mesi, ma non solo: per Marc Marquez sarebbe un’operazione di marketing senza precedenti, così come per il Team Gresini, che si ritroverebbe per la seconda volta in tre anni con più attenzioni e telecamere addosso di una squadra ufficiale. Più di ogni altro, però, sarebbe contento Julià Marquez, padre dei due fratelli, che potrebbe seguirli entrambi dallo stesso box, esattamente come è successo per un breve periodo in HRC.

Ufficialmente invece, sia Honda che Marquez negano categoricamente questa possibilità: “Marc non è mai venuto a dirci che non sarebbe rimasto”, ha dichiarato Alberto Puig nel pomeriggio del venerdì. In seguito, anche Marc ha risposto con una certa fermezza: “Ho sentito queste voci ed è vero che c’è una possibilità, ma anche che non è il momento per farlo. Io al momento sono concentrato al lavoro che c’è da fare in pista? Se mi piacerebbe prendere Gigi Dall’Igna? Beh, è chiaro che vorrei i migliori ingegneri, ma decidono loro, i giapponesi. Hanno questa cultura in HRC e hanno già tanti ingegneri in Giappone. È vero che io esigo il risultato e voglio cambiare le cose, sono loro però che devono capire come farlo”.

In estrema sintesi: se le cose vanno come devono andare, Marc Marquez rimane in Honda. Onora il suo contratto, lavora per vincere e pensa ad una sistemazione diversa soltanto dall'anno prossimo. Ma queste sono le corse, imprevedibili da sempre. E a noi piacciono per questo.
 

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