Oltre alle indiscrezioni di mercato su Marc Marquez e alle discussioni in merito alla pericolosità delle partenze in alcuni specifici circuiti (discussioni ovviamente sollevate dallo strike in curva 1 di Barcellona), nel giovedì di Misano della MotoGP ha tenuto banco la questione replay del tremendo incidente al Montmelò di Pecco Bagnaia, la cui gamba destra è stata dalla ruota anteriore dell’incolpevole Brad Binder, a tre curve dallo spegnimento dei semafori. Le immagini del crash campione del mondo in carica, infatti, sono state mandate in onda dalla regia internazionale, ripetutamente, per 19 volte. Il problema risiede nel tempismo: i 19 replay della sagoma roteante di Pecco Bagnaia sull’asfalto di Barcellona sono stati trasmessi nel momento in cui i tutti piloti erano seduti ai box in attesa della ripartenza, e mentre nessuno – soprattutto – aveva notizie certe sulle condizioni fisiche di Bagnaia. Un lasso di tempo in cui i piloti dovrebbero essere messi nelle condizioni migliori per trovare la concentrazione necessaria ad affrontare una ripartenza. Quindici minuti che, invece, sono stati riempiti con immagini forti, di certo non rassicuranti. I piloti della top class, che di lì a poco sarebbero tornati in sella, non potevano fare a meno di guardarle, perché la diretta tv si riflette sugli schermi, posizionati in qualsiasi angolo dei box.
Allora, per tentare di spazzar via i pensieri negativi, la soluzione più rapida, intuitiva e indolore è spegnere la tv. Schermi neri e sguardo fissato sul presente. Così ha fatto Marc Marquez, che nel paddock di Misano racconta: “È vero che per i piloti è molto difficile vedere il replay dell’incidente molte volte, specialmente quando devi tornare in pista nel giro di poco tempo. Pecco però stava bene, voleva dire che anche la Dorna sapeva dall’ambulanza che lui stesse bene. È parte dello show, è vero che magari non è necessario mostrare le immagini molte volte, ma non è una mia decisione. Nel mio caso per esempio ho spento la tv ed ero concentrato in pieno sul mio lavoro. Però è vero che se guardi le visualizzazioni su internet del video della caduta rispetto agli highlights della gara forse il filmato del crash ha più visualizzazioni. Quindi i ragazzi che producono le immagini devono tenere conto di questa. Onestamente, non so per quante volte abbiano mostrato il replay, perché come ho detto ho spento la tv in quel momento. Lo hanno fatto vedere per 19 volte? Allora sì, è troppo, non sapevo il numero preciso. Quando ho riguardato la gara a casa ho saltato quel momento. Forse cinque volte sarebbe stato il numero giusto”.
Discorso diverso per Jorge Martin, che si è ritrovato coinvolto nell’episodio: “Ero subito dietro a Pecco e pensavo che l’avrei colpito, ma poi Brad mi ha toccato. Ho visto e rivisto quella brutta scena. Ho provato a non farlo, ma tutti a quel punto guardavamo la tv per cercare di capire come stava Pecco, perché inizialmente non sai mai cos’è successo. Mi sono calmato un po' quando ho visto che era stato colpito solo alla gamba, ma ero molto teso, anche perché hanno riproposto più volte le immagini di lui a terra. Penso dovrebbero tenere le immagini private almeno finché non sono certi che il pilota stia bene. Avrebbero dovuto mostrare un po' più di rispetto per Pecco in quel momento”. Marco Bezzecchi è sulla stessa lunghezza d’onda dello spagnolo: “Nei box è pieno di schermi, difficile ignorarli, specialmente dovendo cercare di mantenere la concentrazione prima di una ripartenza, e nonostante non avessimo ancora notizie delle condizioni di Pecco”. Il suo compagno di squadra Luca Marini, invece, analizza il tema provando a mettersi nei panni della regia: “Credo sia difficile per i media, che devono fare il loro lavoro e riempire in qualche modo i momenti senza azione in pista, però per noi è molto tosta vedere le immagini e poi essere pronti a ripartire sei minuti più tardi. È stata una situazione difficile e forse dovremo parlare per trovare una soluzione migliore”.
Il più contrario ai 19 replay durante la bandiera rossa, tra tutti, è Fabio Quartararo: “Per me è inaccettabile mostrare l’incidente tante volte. Puoi farlo vedere una volta, ma poi bisogna ricordare che ci sono tutti gli altri piloti che devono risalire in sella ed ognuno sa che può succedergli la stessa cosa. Sarebbe potuta andare peggio, noi non sapevamo niente. Non è stato bello vedere tante volte quel replay prima di partire per la nostra gara”. Decisamente più morbida la versione di Johann Zarco: “È giusto trasmettere tanti replay? Quando ci si è assicurati che il pilota è vivo non ci sono problemi. La gente ci segue anche per questo”.