Con questa sono 19. Pecco Bagnaia, con la vittoria del GP del Qatar, è salito al sedicesimo posto nella classifica dei piloti che hanno vinto di più nella massima serie delle corse in moto e ha eguagliato un mito che correva con il numero 7: Barry Scheene. Roba da farsi venire qualche tremore se si pensa a chi è stato Sheene nel motorsport, con tanto di combinazione di numeri che rende tutto ancora più suggestivo. L’inglese, infatti, è morto proprio il 10 marzo del 2003, nella stessa data in cui Bagnaia l’ha raggiunto, 21 anni dopo. 21 come 21 è stato il primo numero che Pecco Bagnaia ha portato sul cupolino all’esordio nel Motomondiale, salvo poi passare al 42 (+21) con cui s’è laureato campione del mondo in Moto2 e al 63 (21+21+21) con cui ha esordito in MotoGP.
I numeri, però, sono qualcosa a cui i piloti fanno caso solo dopo aver appeso il casco al chiodo, magari quando ripensano ai traguardi raggiunti in carriera e tracciano bilanci su quello che è stato. Qualcosa che al momento è molto lontano da Pecco Bagnaia, che ha appena rinnovato con Ducati fino al 2026 e che intende battere altri record, magari per avvicinarsi il più possibile all’imbattibile Giacomo Agostini o al suo maestro, Valentino Rossi. Così, il record che avrà fatto sicuramente piacere a Pecco nella domenica di Losail potrebbe essere stato un altro: vedere Gigi Dall’Igna quasi commosso. L’ingegnerissimo della Ducati è uno che non si scompone, uno a cui non piace lasciar uscire le emozioni che prova e le sue parole dopo la vittoria di Pecco a Losail sono sembrate una rara parentesi di emotività che contrasta un po’ con le solite analisi fredde su numeri, performance e tempi.
“Pecco ha gestito la situazione in maniera perfetta – ha spiegato Dall’Igna ai microfoni di Sky – C’è poco da dire: è stato straordinario”. Non tanto per i 25 punti messi nel sacco, ma per come ha lavorato nel box senza lasciarsi prendere dalle ire tipiche dei piloti e senza lasciarsi condizionare da quelli che lo volevano già fuori dai giochi dopo una mezza giornata di prove del venerdì. La Desmosedici 2024 a Losail s’è dimostrata meno perfetta di quanto s’era creduto nei test, ma Pecco è andato dritto sull’unica cosa da fare: lavorare per migliorare. Esattamente l’atteggiamento che Gigi Dall’Igna ha sempre chiesto ai suoi piloti, a volte arrivando anche a scontri aspri. Scontri che con pecco, evidentemente, non sono necessari, tanto che Dall’Igna ha subito ribadito di essere felicissimo di continuare con il campione del mondo per altre due stagioni dopo il 2024. “Abbiamo fatto tutti un gran lavoro – ha concluso Dall’Igna – poi Pecco ha completato il tutto nella gara lunga della domenica. Ha corso la sua gara alla perfezione, attaccando subito senza sbagliare mai niente e rimanendo concentrato per gestire in maniera magistrale il consumo delle gomme. La sua prestazione è stata impeccabile”.
Quasi un’ammissione, quindi, sul fatto che Bagnaia c’ha messo del suo e che qualche problema sulla Desmosedici 2024 c’è ancora. Nello specifico per quanto riguarda il chattering, che ha condizionato la gara lunga di Jorge Martin e che, invece, Pecco ha saputo gestire meglio. A pensarci bene, al di là del record di Sheene e dell’aver “umanizzato Dall’Igna”, però, la vera vittoria di pecco dopo questo primo fine settimana della MotoGP 2024 è stata un’altra. E ha a che fare, appunto, con la capacità di metabolizzare le cose contrarie per trasformarle in energia positiva. Si chiama forza di piegare la sorte, magari dando l’impressione di adeguarsi alle circostanze, ma riuscendo comunque a rivoluzionare gli scenari. Capire la sua nuova moto, quindi, è stato forse più importante del passare per primo sotto la bandiera a scacchi. Perché a Portimao, adesso, Pecco Bagnaia avrà, oltre ai 25 punti conquistati a Losail, molte certezze in più di vantaggio…anche su Jorge Martin, che invece è ancora lì a chiedersi perché la sua moto vibrasse così tanto in gara da rendergli impossibile una vittoria sul doppio dei giri rispetto alla Sprint.