Certi risultati sembrano essere scritti nelle stelle, appuntati su agende celesti. Come la prima posizione a Misano di Enea Bastianini, che per la prima volta in MotoGP vince nella sua terra, ad una settimana esatta dalla scomparsa di Luca Salvadori, col numero di Luca Salvadori sul cupolino: il ventitré. Ha vinto onorando questo sport – Like a Sir - Enea, che all’ultimo giro ha calato tutti i jolly per assaltare il successo, surfando con abilità sul sottilissimo filo del limite che caratterizza questo sport e che, oscillando, spesso genera emozioni. Luca Salvadori, ovunque abbia guardato questa gara, deve essersi divertito.
Anche perché sono stati 27 giri di livello assoluto, coi primi tre che hanno costantemente girato a manciate di decimi dal record della pista, siglato in qualifica. Enea, dopo aver scavalcato Pecco Bagnaia al giro quattro, si è messo all’inseguimento di Jorge, ricucendo in pochi passaggi un gap di circa un secondo. I due poi hanno fatto tutta la gara assieme, separati al massimo da cinque decimi. Bagnaia, dietro, si allontanava prima e tornava a farsi insidioso ad otto giri dalla bandiera a scacchi quando, dopo aver infilato una serie di giri impressionanti sul passo dell’1’30”alto, ha perso l’anteriore della Ducati alla Quercia, quasi a moto dritta.
Da quel momento l’inerzia della gara è cambiata: Martín, primo, dopo l’errore di due settimane fa, non poteva permettersi di rischiare eccessivamente con Pecco fuori dai giochi. Al contempo, però, doveva sopportare la pressione di Bastianini, che ha tenuto affondati i canini sulla posteriore medium di Jorge per più di venti giri. Enea invece aveva l’obbligo morale di provarci – per sé stesso, per riaprire la sua corsa al titolo, per togliere cinque punti a Martín e concludere un’operazione gradita a Pecco, per omaggiare la sua Romagna, per ricordare Luca Salvadori. Così ha fatto all’ultimo giro, dopo una miriade di volte in cui aveva tentato di affacciarsi all’interno della traiettoria di Martín, che scappava sempre in trazione. A dodici curve dalla bandiera a scacchi Enea, dopo aver accelerato meglio in uscita dalla Brutapela, ha staccato profondissimo all’ingresso del Rio. Jorge non ha incrociato, ma ha preferito resistere all’esterno, trovando sulla sua spalla destra un tenue contatto con la Ducati rossa. Bastianini è rimasto in pista ed è andato a vincere, Jorge ha alzato il braccio nella via di fuga in asfalto, producendosi in un gesto dell’ombrello poco più tardi, sul traguardo, dove è transitato secondo a cinque secondi dal pilota che esattamente due anni fa gli sottraeva la possibilità di approdare in Ducati ufficiale.
Jorge ha scelto di placarsi subito, forse rinfrancato dall’aver guadagnato 20 pesantissimi punti a Bagnaia, inquadrato ai box attonito. Nel giro d’onore ha stretto la mano ad Enea, sottolineando senza troppi fuochi d’artificio il suo disappunto al parco chiuso: “Credo che la manovra di Bastianini sia stata esagerata, perché mi ha spinto fuori dalla pista senza darmi la possibilità di controbattere”. Enea che così si riporta terzo nel Mondiale (a 59 lunghezze dal leader Martín, il quale allunga a +24 su Pecco), riscavalcando Marc Marquez, salito sul terzo gradino del podio grazie alla scivolata di Pecco ma mai davvero in grado di insidiare i tre davanti.
Marco Bezzecchi, quarto, firma la miglior gara della sua seconda metà di stagione, davanti a Franco Morbidelli e a Maverick Vinales. Fabio Quartararo, settimo, avrebbe siglato un magico quinto posto se la sua Yamaha non avesse avuto un problema tecnico all’ultimo giro. Da segnalare la buona giornata delle Honda, con Joan Mir e Luca Marini rispettivamente decimo e undicesimo.