Il titolo era già pronto: Danilo Petrucci avrà pure un’età, ma ne fa ancora tre di fila. Solo che poi Petrux ne ha fatta un’altra di quelle per cui gli vogliono tutti così bene e non ci sono stati più dubbi: il titolo se l’è meritato il gesto che ha fatto dopo la terza vittoria di Cremona, nel momento esatto in cui c’era da andare a godersi la gloria e scegliendo di condividerla. Come? Facendo salire in sella con lui, sulla Ducati Panigale V4 con il 9 che in questo fine settimana è stata imprendibile per chiunque, quel Marco Barnabò che gli ha regalato questa terza vita chiamandolo in Superbike e scegliendolo come l’uomo perfetto per il Team Barni.
Ecco, anche il Team Barni oggi ha centrato un record: prima squadra privata a vincere tutte e tre le gare di un round di Superbike. In una Cremona che è stata magica e che è a due passi dal quartier generale della squadra. Il resto, anzi forse anche qualcosa in più del resto, lo ha fatto un Danilo Petrucci che dopo un sabato che lo ha consacrato tra le leggende delle corse, ha scelto di riprovarci anche la domenica, piuttosto che accontentarsi e magari presentarsi ancora sbronzo dalla festa del giorno prima. In Superpole Race, scattato dalla terza casella, il ternano ha guadagnato la prima posizione già alla seconda curva e poi ha martellato dal primo all’ultimo giro come un Jorge Lorenzo dei tempi migliori. Lasciandosi alle spalle, dopo la bandiera a scacchi, Alex Lowes con la Kawasaki e Nicolò Bulega con la Ducati ufficiale.
La festa sul podio e di nuovo giù di concentrazione, rimandando ancora la festa grande e senza accontentarsi. Poi, alle 14, di nuovo sotto il semaforo, ma partendo davanti a tutti. E restandoci fino alla fine, girando costantemente sotto l’1,30, con tutti gli altri dietro a contendersi i posti di lusso che restavano. Alla fine l’hanno spuntata Alvaro Bautista e Nicolò Bulega, che dopo questa tappa a Cremona è riuscito a portarsi a sole 13 lunghezze da Toprak Razgatlioglu (che ora dovrà accelerare i tempi di rientro dall’infortunio).
“Sapevo che qui avrei potuto fare bene perché ho avuto da subito buonissime sensazioni, ma non potevo neanche sognarmi di fare quello che invece siamo riusciti a fare. Per adesso dico solo grazie” – ha raccontato il Petrux al parco chiuso. Lasciando che tutto il resto che ci sarebbe da dire sulla persona che è, prima ancora che sul pilota, lo dicesse proprio quel gesto di andare a caricarsi sulla moto Marco Barnabò. Dentro una Cremona che s’è riempita proprio grazie a lui e che alla fine non ha risentito neanche un po’ della concomitanza della MotoGP. Sì, perché dopo il sabato meraviglioso del ternano, tanta gente è andata a comprare i biglietti che erano rimasti invenduti, con le tribune che si sono riempite di colpo. Danilo Petrucci da Terni ha ripagato tutti, scegliendo, appunto, di non accontentarsi e provarci ancora. Ancora e di più.