“Mi si è chiuso l’anteriore e sono scivolato. Niente di più e niente di meno di quello che accade spesso a noi piloti, solo che questa volta, appena toccato la ghiaia, è stato come se avessi sentito un’esplosione. Il mio casco è ridotto in condizioni pietose, fa impressione” – E’ il racconto di Fabio Di Giannantonio, con il pilota della Gresini Racing che questa mattina si è presentato davanti ai giornalisti dopo la decisione di non scendere in pista per questo day2 dei test di Sepang. Il romano è stato dichiarato unfit, ma le sue condizioni sono buone e ha voluto rassicurare tutti. E’ arrabbiato, per il lavoro che non ha potuto portare avanti, ma anche spaventato per quanto gli accaduto. Perché la sua non è stata una normale caduta. C’è stato dell’altro, probabilmente i sassi colpiti con la testa dopo la scivolata.
E’ stato lo stesso pilota romano ad ammettere che non si è riusciti a capire, almeno per adesso, cosa sia accaduto dopo la scivolata, ma anche a denunciare che le condizioni dell’asfalto e della ghiaia di Portimao erano state più e più volte oggetto delle segnalazioni dei piloti. “Si parla tanto di sicurezza – ha detto il Diggia – A volte, però, sembra che si faccia attenzione solo al nostro equipaggiamento, senza tenere abbastanza conto della necessità di rendere anche i circuiti più sicuri possibile. I sassi di Portimao non sono una novità per noi piloti, sono pericolosissimi, ma sono intervenuti solo in una curva, quando servirebbe lo stesso lavoro su tutto il tracciato. Io ho perso conoscenza e ho riportato un trauma cranico. Forse avrei potuto anche rischiare e scendere in pista lo stesso, ma non so se avrebbe avuto senso”.
No, non avrebbe avuto senso. Anche perché, per quanto i test possano essere importanti, non ci sono punti di mezzo da spartirsi e quanto accaduto nel 2020 a Marc Marquez dovrebbe fare da monito un po’ a tutti i piloti. Anche se fa rabbia. “Ho perso la possibilità di portare avanti il programma di lavoro – ha aggiunto ancora il romano – Però per quello che ho potuto vedere siamo a buon punto, ho un buon feeling con la moto e mi trovo benissimo con la squadra. Adesso vediamo se questo piccolo infortunio condizionerà anche i miei allenamenti, ma troverò il modo di farmi trovare prontissimo per il primo GP della stagione”.
Il modo di farsi trovare prontissimi, adesso, dovrebbero cercarlo anche i responsabili della sicurezza della MotoGP. Anche perché con le Sprint Race i rischi per i piloti saranno molti di più e serviranno circuiti impeccabili per quanto riguarda la sicurezza, con i piloti che ormai, soprattutto per alcune piste, ripetono ogni anno che così non si può andare avanti. Soprattutto adesso che le moto sono potentissime e che, con le varie appendici aerodinamiche, sono diventate più difficili da fermare. “Se i tracciati sono in queste condizioni – ha concluso Di Giannantonio – tanto vale andare a correre a Montecarlo tra i muri”. Al primo GP di stagione, che si correrà proprio a Portimao, mancano pochissimi giorni e sarebbe più che opportuno – viste anche le tante cadute di ieri nella prima giornata di test – che la voce dei piloti venisse concretamente tenuta in considerazione.