Certe volte è meglio litigare. Sfogarsi, esprimere tutta la frustrazione per qualcosa di sgradevole. Qualcosa - qualcuno - che crediamo di poter guarire, sanare, svoltare, cambiare a nostro favore. Con determinazione, afferrando la situazione per i capelli. Marc Marquez pare aver esaurito la fiducia, e la rabbia, nei confronti di Honda. Perché alla fine del Day-1 dei test di Portimao, l'otto volte campione campione del mondo quasi sembra farsi andar bene un diciannovesimo tempo ad un secondo e mezzo dal leader Pecco Bagnaia. Non solo: sembra accontentarsi di aggiornamenti che non gli piacciono, di una Honda che nei mesi invernali non si è evoluta, me è rimasta uguale al prototipo di novembre portato in pista a Valencia. Quel prototipo, a suo tempo, non aveva incontrato i gusti di Marquez, che davanti ai microfoni utilizzò toni fermi e secchi per scrollare l'ambiente HRC. Forse fu l'ultima volta che Marc decise di scuotere l'azienda giapponese, in un disperato tentativo di capovolgere la crisi tecnica, incentivando Asaka a colmare il gap da Ducati e Aprilia, a non rilassarsi troppo tra Natale e Carnevale.
Il lavoro invernale di Honda era già stato bocciato da Marc a febbraio, il mese scorso, alla fine della tre giorni di test a Sepang. "Delle quattro moto che ho provato alla fine ho scelto quella di Valencia (che già non gli piaceva, ndr)", raccontava il Cabroncito in zona mista. Ecco perché nei test di Portimao Marquez si aspettava molto, se non tutto, dalla Honda. Questo weekend di inizio marzo, dai contorni già primaverili, è l'ultima chance che piloti e Case hanno per sistemare i problemi, per scegliere una configurazione tecnica che sia la definitiva. Tra due settimane, sempre sull'asfalto portoghese, si comincerà a fare sul serio. I distacchi dal primo non significheranno più solo espressioni imbonciate e occhi incupiti, ma punti in classifica che se ne vanno. Marc Marquez, sebbene Portimao non sia storicamente il paradiso terrestre della RC213V, ha concluso il Day-1 lontanissimo da quelle che dovrebbero essere le sue posizioni. Così lontano che ci si chiede se davvero non si stia nascondendo (ma viene difficile pensarlo a questo punto dei test, di fatto prove libere anticipate sullo stesso asfalto che ospiterà la prima gara), o se la situazione sia veramente - sportivamente - drammatica. Uno di quei frangenti in cui arrabbiarsi non serve più.
Scopriremo solo negli ultimi minuti delle FP3 di Portimao se Marc Marquez ci stia prendendo in giro, giocando a nascondino. Di certo, nel suo Day-1 a Portimao, ci sono 78 giri, una scivolata, una prova di partenza sbilenca e miriadi di stint brevi su tempi alti. Sintomatici di tante comparative che, evidentemente, non hanno portato al bandolo della matassa. L'otto volte campione del mondo, ai microfoni Sky di Sandro Donato Grosso, minimizza. Tenta di guardare il bicchiere mezzo pieno, di convincersi che il grande lavoro di scrematura sia stato fatto, che con la ricerca dei dettaglio tecnico lui e la Honda riemergeranno dalle retrovie. Lui e la Honda. Una relazione sempre più sbiadita, a dispetto dell'arancione Repsol e delle smentite del 93 in merito ad un'eventuale risoluzione anticipata del contratto. Un matrimonio che ha fruttato sei titoli mondiali e che, ora, sembra stare in piedi per inerzia. Con Marquez che lavora come uno stagista imberbe sul suo fisico e in pista (ieri 78 giri). La Honda che lavora, altrettanto, in fabbrica. Quando a fine giornata Marquez e HRC si incontrano, però, sono così stanchi e delusi che non riescono a dirsi nulla. E l'argomento "divorzio" resta sempre un tabù.
"La mattinata non è andata del tutto male" - commenta Marc. "Poi al pomeriggio abbiamo fatto tanto giri e provato tante cose. Ma siamo lontani, dobbiamo cercare di trovare il nostro 100%. Non siamo riusciti ancora a mettere insieme tutto. Ora bisogna lavorare su quello che abbiamo e scendere più nel dettaglio, nei particolari. Il motore l'ho scelto, così come aerodinamica e telaio. Più o meno ho scelto la stessa moto con cui ho finito a Sepang (che era molto simile a quella dei test di Valencia, ndr) ".