Mauro Sanchini un paio di settimane fa raccontava a MOW (l'intervista la trovate qui) il suo punto di vista sul 2023 di Marc Marquez, sostenendo la tesi di chi afferma che il Cabroncito giocherà per la prima volta a carte scoperte solamente nei minuti finali delle FP3 di Portimao, tra due settimane o poco meno. Per ora l'otto volte campione del mondo è parso in difficoltà sia a Sepang lo scorso mese, sia oggi al termine della prima mattinata di test in Portogallo. Con lui, nelle retrovie, naviga anche il resto del plotone HRC. Negli ultimi mesi, mentre i motori della MotoGP sonnecchiavano in letargo, uno dei temi più chiacchierati è stato il contratto tra Marc Marquez e la Honda. Dicembre 2024 è la data di scadenza del documento, ma in tanti sono pronti a scommettere su una risoluzione anticipata nel caso in cui Marc non dovesse vedere segnali di ripresa da parte della Casa giapponese, chiamata a risollevarsi da una crisi tecnica senza precedenti nell'era MotoGP.
La domanda sorge spontanea: Perché mai Marc Marquez - dopo sei titoli mondiali con i colori Repsol - dovrebbe chiudere amaramente il suo rapporto con Honda, che lo ha strenuamente tutelato negli anni più difficili della sua carriera e, probabilmente, anche della sua vita? HRC ha concesso tempo a Marc Marquez (tre stagioni per la precisione), ma adesso Marc Marquez non ha più così tanto tempo da concedere ad HRC. È come se gli ultimi tre anni tribolati, i trenta compiuti, le quattro operazioni, la diplopia e gli avversari sempre più giovani (e sempre più maturi) avessero di colpo avvicinato la data di scadenza della carriera di Marquez, ad una velocità tripla rispetto alle concezione del tempo che Marc e l'intero mondo MotoGP avevano quando, nell'inverno 2020, i legali di HRC sorridevano davanti alla doppia "M" siglata sui fogli di un contratto quadriennale. Se da una parte Marc Marquez - in una recente intervista a MotorSport - ha rilanciato tutto il suo amore e la sua riconoscenza nei confronti di Honda, dall'altra ha formulato alcune frasi sul tempo mannaro che non gli basta mai. Oggi non ho tempo, tempo che comunque vadano le cose lui passa e se ne frega se qualcuno è in ritardo. Parole un pò alla Vasco, un pò alla Jovanotti e, per certi versi, simili a quelle di Valentino Rossi dal 2017 in avanti, quando il 46 chiedeva alla Yamaha soluzioni rapide per risolvere il problema del grip al posteriore prima che sopraggiungessero i suoi quarant'anni.
“Logicamente quando parliamo con Honda, vediamo sempre tutto a lunghissimo termine. L'ho detto tante volte alla Honda: il mio obiettivo è vincere, e il mio sogno è farlo con voi", ha commentato Marquez. "Ma l'obiettivo principale è vincere. Ci sono tante circostanze che possono cambiare, tra due anni non si sa come sarò, come sarà la Honda, se vorrò continuare con loro o loro vorranno continuare con me. Abbiamo contribuito così tanto l'uno all'altro che tutte le decisioni vengono prese congiuntamente. Penso che sarebbe un errore e non è affatto nel mio stile forzare qualsiasi situazione. Tutto deve fluire, un pò come il tempo. Sai, se mi chiedessero quale superpotere vorrei io direi 'avere più tempo'. Per esempio la decisione di trasferirmi a vivere a Madrid mi ha fatto risparmiare tantissimo tempo. Quando voglio essere a Cervera per un fine settimana, prendo la macchina e sono in 4 ore e mezza, oppure prendo l'alta velocità e in 2 ore e mezza sono a Lérida. All'inizio dopo il cambiamento ero disorientato, c'è voluto qualche mese di adattamento. Ma ora mi sento molto a mio agio qui a Madrid".