"Meglio tutto che una vita normale. Anche se é andata come è andata. Fausto era matto, poteva sembrare mezzo scemo quando l’ho conosciuto, poi ho capito che invece era semplicemente un pilota e ho provato a guardarlo cosí. E me ne sono innamorata. Oggi ti dico che Fausto è stato un pilota e un grande marito" – Nadia Gresini è così. La intervisti e magari ti dici pure che vuoi provare a metterla in difficoltà, provando a chiederle di Enea Bastianini che forse vuole andare via, della sua amica e sponsor Elisabetta Franchi che ha fatto quella brutta sparata sulle donne e del ritrovarsi in quella fossa di lupi mannari che è il paddock.
Invece cominci a parlarci e ti guarda subito con gli occhi della fierezza mischiata al dolore e ti tira fuori una frase così. E capisci perché questa donna, che s’è improvvisata a capo di un Team di MotoGP, ha vinto subito alla primissima gara della sua vita. E poi s’è ripetuta per altre due volte in soli sette gran premi. Si chiama coraggio di crederci e capacità di decidere. Decidere anche come indirizzare una intervista. Perché inevitabilmente è di Fausto Gresini e di questioni che attengono l’umano che finisci per parlare, con le moto, le provocazioni e le polemiche che diventano argomenti da toccare giusto per il dovere di farlo.
“Lui, Fausto, aveva una specie di mantra. ‘Devo fare qualcosa, devo fare qualcosa’, tenerlo fermo era impossibile, aveva sempre un di più da ricercare. Non che non fosse contento o non sapesse godersi i successi, ma ne voleva sempre di più e ancora. Quando è nata la Gresini Racing erano due amici, adesso qua ci sono settanta dipendenti” – racconta Nadia aprendo le braccia verso quel capannone che sembra un alveare, dove tutti svolazzano di qua e di là tra colori racing e compiti ben precisi - Nei primi giorni del primo lockdown ho dovuto minacciare il divorzio. Sembrava impazzito: vagava per casa come una trottola. Un po' lo capivo, sempre abituato a girare il mondo, ma era diventato insopportabile (ride, ndr) e un giorno l'ho affrontato dicendogli che era così per tutti e che se non avesse trovato una pace saremmo finiti male. Tempo dopo mi ha ringraziato e mi ha detto, quasi commosso, che il lockdown era stato un periodo meraviglioso, perché per la prima volta aveva potuto godersi a pieno la famiglia, 24 ore su 24. Lui era così, vero anche nel dire tutto quello che gli passava per la testa".
Quel ‘devo fare qualcosa’ è diventato anche il suo motto quando Fausto se ne è andato a causa del Covid… “Tutto quel dolore andava metabolizzato e indirizzato e poi c’erano tutte queste persone, che sono una vera famiglia, che non potevano certo finire in mezzo alla strada. Nel giorno in cui abbiamo salutato Fausto, dissi “faremo vedere al mondo chi è la Gresini Racing. In quel momento è stata una frase venuta da dentro, d’istinto, di rabbia e di reazione, poi quella frase è diventata un sogno e dal sogno al progetto è passato giusto il tempo di una decisione. Tutti, qui, erano pronti a ricominciare. Non ha ricominciato Nadia Gresini, ha ricominciato la Gresini Racing, con Fausto che c’è ancora spinge pure. Non potete capire quanto c’è e quanto spinge”.
Viene da pensare a Suzuki, un colosso industriale che lascia la MotoGP e, con la MotoGP, lascia i mezzo alla strada anche tanta gente che lavorava nel Team Ecstar. E il paragone con quello che ha fatto la famiglia Gresini, allora, diventa una domanda: chi è davvero il colosso?
Anche perché in quel capannone di Faenza, grazie anche a un Enea Bastianini che sembra aver trovato una maturità e una cattiveria agonistica degne di un campione vero e navigato, sta avvenendo qualcosa che è ancora più incredibile delle vittorie. “Tanti – ci racconta ancora Nadia – mi scrivono per dirmi che quando i risultati di Valentino Rossi sono venuti meno e ancora di più adesso che Vale ha smesso, l’interesse per le corse in moto era scemato. E ci tengono a farmi sapere che adesso, invece, sono tornati a seguire la MotoGP proprio grazie al Team Gresini. Non è fantastico?”. Anche gli sponsor sono tornati a bussare alle porte di Faenza: “Questo, però, è più normale – commenta Nadia da imprenditrice che sembra fare questo mestiere da una vita – Se vinci si parla di te, se si parla di te gli sponsor ti cercano. Certo, non è il miglior momento storico per chiudere contratti di sponsorizzazione, ma non ci lamentiamo: le cose stanno andando bene anche da quel punto di vista”.
E poco importa se tra gli sponsor c’è anche qualcuno che recentemente è finito nell’occhio del ciclone, come Elisabetta Franchi, che veste le ombrelline del Team Gresini e che con Nadia ha avviato una collaborazione che mescola moda e MotoGP. “È un argomento di cui non mi va di parlare – ha aggiunto Nadia – Vorrei capire bene cosa è successo, se ci sono state delle incomprensioni o delle cose riferite male. Elisabetta sarà al Mugello con noi e magari quella sarà l’occasione per approfondire. Però una cosa voglio dirla: ipocrisia, gogne mediatiche e processi a sentenza certa non sono mai un bel vedere, anche quando si è sbagliato”.
Chi non sbaglia mai, invece, è Enea Bastianini. “E’ un ragazzo d’oro – ha proseguito Nadia – E’ d’oro lui e sono d’oro tutti i nostri piloti, ognuno con le sue stravaganze, gli spigoli da capire, da smussare o da imparare ad amare. Sono stata per tutta la vita la moglie di un pilota e una cosa quando sono arrivata qui la sapevo con assoluta certezza: i piloti non sono normali (ride, ndr), ma se li sai capire ti restituiscono il triplo perché sono capaci di una intensità che è fuori dal comune. Enea adesso è concentratissimo, siamo tutti consapevoli che quello che è stato fatto è già grandioso di suo, ma, come ci ha insegnato Fausto, ne vogliamo ancora e di più. Senza cedere all’idea di sogni troppo distanti, ragionando fine settimana per fine settimana. Dove si arriva si vede alla fine, non si può pensare di stabilirlo prima. Per il Mugello abbiamo in serbo anche qualche bella sorpresa e speriamo davvero che possa essere una gande festa per tutti, dopo gli anni della pandemia, e una bella festa per noi, ma sono scaramantica e quindi basta così”.
Insomma, il Team Gresini intende esserci ancora e pure da protagonista. E qualcosa ci dice che ci saranno davvero. Ma per il Team Gresini ci sono stati sempre tutti? É l'ultima domanda che abbiamo fatto a Nadia e é così che ci ha risposto: "La MotoGP é come la vita. Nella tua vita ci sono stati sempre tutti? All'inizio, quando ti capita quello che é capitato a noi, ti sono vicinissimi tutti, ma poi qualcuno con il tempo si sfila. Delusa? No, neanche un po', perché alla fine chi deve esserci c'é e non serve a niente, se non ad alimentare inutile rabbia, stare a fare la conta di chi ha scelto di non restare. Vale per la vita e vale per il motorsport... Che é la nostra vita".