“Quanno te moccica un lupu dole, ma se te moccica ‘na pecora dole du’ ‘orde” – E’ un vecchio detto marchigiano che, tradotto, suona così: “Se ti morde un lupo fa male, ma se ti morde una pecora fa male due volte”. Perché? Perché fa male pure dentro, visto che da una pecora non te l’aspetteresti e visto che finiresti per sentirti pure un po’ ridicolizzato. Ma che c’entra il detto in dialetto con la MotoGP? C’entra perché probabilmente racconta alla perfezione lo stato d’animo di Fabio Di Giannantonio: uno che è stato morso dal lupo.
Ha perso la sua moto, s’è visto senza contratto rinnovato perché al suo posto non arriverà una pecora qualsiasi, ma il lupo dei lupi: Marc Marquez. Insomma, roba che te ne fai una ragione. Roba che ti fa trovare pure la forza di reagire. Però, battute a parte, il Diggia ha scelto di reagire senza rabbia ostentata, senza polemiche di sorta e trasformando, piuttosto, tutta la frustrazione e la delusione in energia per andare meglio e di più. Più forte e con più concretezza. S’è messo giù, ha lavorato con la sua squadra pur sapendo che in pochi giorni avrebbe dovuto dire addio a tutti, e ha cominciato a macinare risultati, fino a riuscire in ciò che riesce a pochi: vincere in MotoGP. Fino a riaprirsi a suon di manate di gas la possibilità di restare anche nel 2024 tra i piloti più veloci del mondo. Un messaggio bellissimo anche per lo spor stesso, perché dimostra che la strada più concreta è sempre e solo quella del testa bassa e lavorare. Senza urlare e senza polemizzare. Anche quando, tutto sommato, se ne avrebbero pure tutte le ragioni.
Soprattutto se gli urli e le polemiche provano a incalzarteli in ogni modo, proprio come accaduto al Diggia in queste ultime settimane. Parole fuori posto, invece, non ne ha messe mai, ma non s’è nemmeno rifiutato di dire la sua. Anzi, ha scelto di ricorrere ai freddi numeri, così da risultare oggettivamente incontestabile. Però facendo una premessa che lui stesso ha ritenuto doverosa: “Marc Marquez è un campione assoluto che non si discute”.
Non si discute e, in qualche modo, è anche esentato dal dover dimostrare come invece fanno tutti gli altri. Perché, come ha spiegato proprio Di Giannantonio in una recente intervista a La Gazzetta dello Sport, se stiamo ai soli numeri non è certo Marc Marquez il pezzo più pregiato del mercato: “Non è qualcosa di cui mi piace parlare – ha affermato - per me la cosa non è stata gestita molto bene dalla squadra. Ma la storia di Marc è particolare, è un otto volte campione, però nel breve periodo non ha risultati, a causa delle sofferenze della Honda. E' più un'operazione di marketing in questo momento, anche se sono convinto che farà molto bene”. Poche parole per dire quello che c’è da dire, ma rendendosi inattaccabile, con Di Giannantonio che, dopo la vittoria ottenuta in Qatar, ha pure scoperto di essere particolarmente amato anche dai suoi colleghi: “Tutti quei festeggiamenti sul traguardo mi hanno fatto piacere – ha concluso - Vuol dire che lascio qualcosa alla gente, ai miei rivali, ai miei compagni di vita, perché alla fine siamo cresciuti tutti insieme. Mi è rimasto nel cuore. Zarco, ad esempio, mi ha scritto un bellissimo messaggio, ma anche gli altri sono stati molto carini. Anche Pecco, che ha capito che era la mia occasione e dovevo provarci a tutti i costi”.