Proviamo a raccontarla con l'ironia: sei Fabio Quartararo, ti trovi all'ultimo giro della tua migliore gara dell'anno e di colpo quello davanti, Jorge Martin, commette un errore che lo manda lungo di oltre dieci metri. Tanto che ti riesce di affiancarlo e sorpassarlo, solo che te sei a gas spalancato e lui, invece, ha solo mezzo polso ruotato e, appena riprende la pista, ti fa "ciao ciao". Poi, però, ti viene la smania di riprovarci e tenti una manofra che se l'avessero fatta altri in passato l'avrebbero definita da "straccio di licenza" e quella manovra ti riesce pure, ma subito dopo arriva il dritto e quello dietro apre di nuovo il gas e ti fa di nuovo "ciao ciao". Sotto la bandiera a scacchi ci passi in terza posizione, hai un gesto di stizza e poi, una volta al parco chiuso, scopri pure che quello che ti ha fatto "ciao ciao" nel frattempo s'era anche riallacciato la tuta e era più morto che vivo da diversi giri a causa di una forte disidratazione. Ok sei sul podio, ma puoi essere contento?
La domanda ce la siamo posta noi, figuriamoci se non se l'è posta Fabio Quartararo. In sala stampa ha detto che "sì, c'è contentezza". Però gli occhi dicono altro e raccontano la frustrazione di un ragazzo a cui non sono sufficienti nemmeno i miracoli che riesce a fare. Perchè quelli con le Ducati (ma anche con qualsiasi altra moto, visto che è stato lo stesso pure quando ha lottato con le Honda), possono girare il polso con maggiore soddisfazione di lui. A Yamaha chiede da mesi più velocità e più potenza, ma nada. Anzi, tutte le nuove parti portate hanno prodotto solo confusione, tanto che l'ex campione del mondo ha pure ammesso di essere tornato alla moto del 2019. Cioè, non proprio alla moto, ma a quei set up lì. Però in India è finito sul podio e di cose di cui essere contento, alla fine, ce ne sono pure. E non sono neanche poche.
Risultato? Fabio Quartararo arriva in Giappone più confuso che mai. Sicuramente con la rinnovata consapevolezza d'essere un fenomeno, ma sicuramente anche con la rinnovata consapevolezza che può anche sbattersi oltre l'umano, ma gli altri andranno sempre più forte. Magari non sempre, ma per un bel po' di altro tempo. Nella sua stessa situazione ci si trova anche un certo Marc Marquez, solo che Marquez una prospettiva differente ce l'ha. Lui, Fabio Quartararo, no. Tanto che il terzo posto rimediato nel GP d'India lo lascia con quella felicità che felicità non può essere, visto che è la felicità di chi è comunque costretto a arrendersi.
"Ci stiamo avvicinando - ha detto incontrando i giornalisti dopo il podio - ma devo capire se il progresso è reale o se ha influito il fatto che questo circuito fosse nuovo. Di sicuro poter stare abbastanza vicino ai primi mi ha permesso di capire dove loro sono più forti e quindi ora potrò aiutare di più la squadra nell'individuare soluzioni che colmino questo gap che abbiamo rispetto agli altri". Parole, quelle dell'ex campione del mondo francese, che sembrano confermare che, al di là del terzo posto e quindi del podio, l'unica vera soddisfazione, ammesso che ci sia, è stata nel piccolo step che Yamaha riuscirà a fare in vista del GP del Giappone.