Il passo non è male, anzi, ma il tempo sul giro secco non c’è stato. Perché? Perché alla Yamaha M1 manca velocità, manca quella potenza che prima aveva solo la Ducati, ma che adesso sembrano aver trovato anche tutti gli altri. Tranne, appunto, Yamaha. E quello che manca alla M1 è esattamente ciò che Fabio Quartararo aveva chiesto già dal finale dello scorso anno, ponendolo quasi come condizione per sedersi al tavolo con Yamaha e discutere sul rinnovo del contratto.
Invece, pronti via, già a Losail i temuti problemi sono venuti fuori, con il francese che dovrà fare gli straordinari per provare a scalare la classifica nei primissimi giri, dopo aver fatto fermare il cronometro in qualifica con un tempo che gli è valsa (solo) l’undicesima posizione. Non sarebbe un gran problema per Fabio Quartararo, visto che il passo mostrato in prova, invece, è tra i migliori, ma lo diventa nella misura in cui la sua moto è una M1 che, come è noto, soffre tremendamente il gruppone. Perché senza potenza è difficile superare, perché senza velocità di punta si rischia sempre in rettilineo e perché stare dietro ad altre moto, a distanza ravvicinatissima, costa carissimo dal punto di vista dell’usura delle gomme. Ecco perché ieri, quando è rientrato nel box del Team Monster Energy, al di là dei sorrisi di facciata e dell’improponibile (ennesima) capigliatura, Fabio Quartararo aveva il veleno negli occhi.
Un misto di rabbia e delusione difficile da nascondere, per uno che è campione del mondo e che non intende abdicare. Tanto che nelle dichiarazioni post qualifiche ha rievocato l’ormai vecchio tema delle percentuali: “Io ho dato il 100%. Io non potevo fare di più”. Come a lasciar intendere che qualcun altro, invece, non solo avrebbe potuto fare di più. Ma avrebbe dovuto pure. Non fosse altro che per dimostrargli di volerlo ancora, anche per i prossimi anni, perché per il francese e il suo manager una cosa è chiara da sempre: prima delle cifre dell’ingaggio, conta la possibilità di lottare ogni domenica per la vittoria. Insomma: serve che Yamaha segua le sue indicazioni. Che poi è la stessa cosa che negli ultimi anni chiedeva Valentino Rossi e in tempi ancora più recenti chiedeva Maverick Vinales. Con quest’ultimo sappiamo tutti come è finita e la faccia che aveva ieri Fabio Quartararo appena rientrato al box ha ricordato tanto quella che ci ha fatto vedere Maverick Vinales nel 2020, prima di sfogare tutta la sua frustrazione sul polso destro e mandare fuori giri la sua M1 e fuori dal “proseguibile” il suo rapporto con quelli di Iwata.
Solo che quest’anno rischia di essere ancora peggio. Perché nella scorsa stagione una Yamaha andava forte e Vinales poteva pure passare per un capriccioso che non sa quello che vuole. Adesso, invece, non va bene neanche l’altra Yamaha che con Franco Morbidelli s’è piazzata al dodicesimo posto. Anche la faccia del Morbido, ieri dopo le qualifiche, non era delle migliori, ma è chiaro che nel box dell’italiano ci sono più attenuanti: deve prendere le misure con la M1, deve adattarsi alla nuova squadra, è reduce da un infortunio e non deve dimostrare niente a nessuno. Però anche le parole dell’italobrasiliano sono state piuttosto eloquenti: “Penso di essere il più lento dei ragazzi veloci – ha detto - Non mi sento così male per il ritmo. Sono stato in grado di mantenere un ritmo decente, non un ottimo passo, si può recuperare, ma quando si parte dietro diventa tutto più difficile per via delle gomme. Il motivo non lo so, tutto quello che so è che si consuma di più e a fine gara la differenza la fanno gli pneumatici”.