Quella volpe di Carlo Pernat lo dice da mesi: occhio a Enea Bastianini. E l’ha ridetto pure oggi quando, mettendosi la scaramanzia sotto i piedi, ha azzardato una top tre per il suo pilota e la Ducati del Team Gresini. Semaforo e taaac: Bastianini secondo in qualifica. All’ultimo secondo, nell’ultimo giro disponibile e all’ultimo passaggio. Con il Bestia che, poi, ai microfoni di Sky butta là una frase da pilota di una volta: “Contento? Contento, ma primo sarebbe stato meglio. Ho sbagliato la penultima curva, altrimenti poteva essere una pole”. La fame è bellezza, la fame è uno degli ingredienti indispensabili per dare a uno sportivo il sapore di un campione. Ma la fame non ti viene dal nulla. E comunque quella che hai dentro non basta, mai. Serve qualcosa di più e serve, prima di tutto, un ambiente che quella fame te la sa limitare e contestualmente riesce pure a fartela crescere. Che, nel caso di Enea Bastianini, si chiama Team Gresini.
E’ una delle storie belle dentro una storia bellissima. Perché il Team Gresini, ormai non serve neanche più ricordarlo, nasce da una sofferenza grande e una mancanza immensa. Non nel paddock, ma in una famiglia come quelle di una volta: numerosa, unita, genuina; una famiglia che si è ritrovata a perdere il babbo, il marito, il punto di riferimento per tutti e che invece di arrendersi alla sofferenza ha rilanciato. Nadia Padovani, la moglie di Fausto Gresini, s’è messa al timone di qualcosa, un team di MotoGP, che probabilmente fino a qualche mese fa conosceva solo dai discorsi fatti a tavola. Però ha saputo contornarsi, insieme ai figli, delle persone che con Fausto l’avevano portato avanti quel team e non si è accontentata. L’ha detto nel giorno in cui a Faenza sono state presentate le due moto e i due piloti e ha mantenuto la promessa: “Siamo qui per continuare il sogno di Fausto, ma non significa che vogliamo limitarci alla presenza: puntiamo al podio con Enea Bastianini”.
Una frase che qualcuno quel giorno aveva commentato come l’affermazione di chi non conosce bene le corse in moto e si lascia andare a un po’ troppo ottimismo. Invece al primo giorno utile Nadia Gresini, Enea Bastianini e tutti quelli del Team Gresini hanno smentito tutti: giro a cannone e seconda piazza. Con una Ducati che non è l’ultima sfornata, ma che a quanto pare va più forte della Desmosedici 2022. E con un pilota a cui è stato permesso di poter contare sugli stessi uomini dell’anno precedente, perché la grandissima mossa di Nadia Gresini è stata proprio questa: avere la sensibilità di capire che chi comanda non deve sempre e solo imporre, ma anche giocare di strategia. Adesso l’hanno visto tutti, a prescindere da come andrà domani, che il Team Gresini non sta lì per fare presenza e tra quelli che ci hanno creduto prima ci sono anche gli uomini di Ducati.
Pieno sostegno, non solo perché forniscono le moto, ma perché le storie bellissime meritano anche quando si fa business. E l’abbiamo visto anche oggi, quando Paolo Ciabatti è corso nel box della famiglia di Faenza con la sua tenuta tutta rossa e ha festeggiato insieme ai Gresini, prima di accarezzare Nadia in un gesto di umanità che in altri sport non si vedrebbe, prima di metterle in maniera quasi paterna la mano su una spalla e indicarle, a lei che non poteva certo saperlo (o che magari lo sapeva, ma era in piena apoteosi di emozioni) dove si trovasse il Parco Chiuso. La strada per arrivare lì dove vanno solo quelli che sanno vincere. Come sa vincere la famiglia Gresini, come sanno vincere solo le storie bellissime che questo sport continua a raccontarci ogni maledetta domenica. Ricordandoci subito così, già al primo fine setimana utile, quanto sono stati lunghi questi pochi mesi di motori spenti.