Maverick Vinales ha chiesto scusa, ma le possibilità di rivederlo in sella alla Yamaha del team factory sono decisamente poche, perché ormai i rapporti non sono neanche di cordialità ed è venuta meno la fiducia reciproca. Qualcosa che non può mancare in uno sport in cui ci si gioca la pelle. In più, l’assenza di Top Gun ha fatto sì che Fabio Quartararo si ritrovasse con ben due squadre a lavorare per lui e i risultati si stanno vedendo, visto che il francese è davanti a tutti nel warm-up e che il suo passo al RedBull Ring rende più che credibile la possibilità di una vittoria. Che significherebbe tanto, perché quello austriaco è sempre stato un circuito in cui i piloti della M1 hanno dovuto limitarsi a contenere i danni e se il francese dovesse allungare ancora in classifica, proprio a Spielberg, diventerebbe durissima per tutti. Fabio Quartararo vuole la prova di forza, vuole imporsi e, per farcela, tutta la Yamaha è al lavoro per lui. “Ringrazio, prima di tutto, gli uomini del box di Maverick Vinales – ha detto ieri il leader della classifica mondiale – avrebbero potuto andarsene a casa e starsene con le mani in mano e, invece, hanno lavorato insieme ai miei uomini sulla mia moto. E’ un messaggio bellissimo e spero di ripagare tutti”.
In effetti il messaggio è bellissimo, ma se da un lato è il segno di una forte volontà di riportare a Iwata il titolo, dall’altra è la prova che ormai lo strappo con Vinales non è rattoppabile. A meno che non intervengano dall’alto i dirigenti giapponesi della Yamaha, con Maio Meregalli che ieri ha spiegato che la decisione di sospendere il pilota spagnolo è stata presa direttamente da Lin Jarvis e dagli altri di Yamaha Europa. Già in passato, però, Vinales aveva scavalcato i dirigenti europei quando, nel 2019, aveva discusso il rinnovo del suo contratto direttamente con Iwata, garantendosi un ingaggio significativo, ma anche incrinando da subito i rapporti con Jarvis. Che adesso ha usato la mano pesante e non sembra affatto intenzionato a tornare sui suoi passi.
Anzi, a sentire gli uomini del paddock Yamaha starebbe già guardando oltre e l’ipotesi che circola in queste ore, anche in seguito alla notizia dell’addio di Petronas al Team SRT, è di lanciare nella mischia sin da Silverstone un giovanissimo della Moto2. Si tratta di Jake Dixon, già in squadra con Petronas e papabile per affiancare Darryn Binder sulla moto del team di Razlan Razali. Binder aveva un contratto con SRT fino a fine 2022 e portare il sudafricano in MotoGP sarà l’unica via per non rischiare di dover pagare un pilota a vuoto in un moment in cui le casse piangono per l’uscita di scena del colosso del petrolio. Discorso più o meno simile per quanto riguarda Jake Dixon, su cui invece sarebbe disposta ad investire sin da subito la stessa Yamaha, ma mettendolo alla prova in questo finale di stagione. Cal Crutchlow, sostanzialmente, dovrebbe salire da qui alla fine del mondiale sulla M1 di Maverick Vinales, mentre Jake Dixon (che in Moto2 è molto indietro in classifica) dovrebbe provare nel prossimo fine settimana la MotoGP, sostituendo Franco Morbidelli (che poi tornerà a Misano) sulla M1 in livrea Petronas.