Doveva essere la settimana dell’annuncio da parte di Tanal Entartainement e del principe Abdulaziz bin Abdullah Al Saud per indicare la data e il luogo della conferenza stampa che avrebbe chiarito tutto e illustrato i dettagli di un progetto faraonico in grado di sostenere economicamente il Team di Valentino Rossi in MotoGP. Invece l’impressione è che una conferenza stampa ci sarà davvero, ma per spiegare che di faraonico è rimasto ben poco e che l’intera operazione risulterà ridimensionata e anche in maniera sostanziosa. Valentino Rossi e Ducati faranno comunque il loro team e questo va detto, ma sulle carene, verosimilmente, ci saranno i nomi di sempre: WhitU, Sky, Bardahl e Monster Energy. Gli altri sponsor, sempre facendo riferimento ad alcune voci che circolano nel paddock, li stanno cercando direttamente Carmelo Ezpeleta e Dorna, consapevoli del fatto che la MotoGP non potrà rinunciare a nulla che sia in qualche modo collegato a Valentino Rossi, unico nome ancora in grado di tenere alta la visibilità del mondiale. E Aramco? Di Aramco ormai non parla più nessuno e probabilmente il colosso petrolifero non sarà tra gli sponsor. E Tanal Entartainement? Qui c’è l’altro grande dubbio, perché, secondo alcuni, una società che porta questo nome neanche esiste nonostante ci siano comunicati stampa, progetti di cui si parla (extramotori) in questi comunicati stampa e noi stessi abbiamo parlato con referenti diretti che ci hanno assicurato sulla bontà dell'operazione. Tutte cose che però, all'interno del paddock, non bastano a zittire le voci. Infatti il clamoroso sospetto del Circus è che qualcuno abbia provato a sfruttare la potenza mediatica di Valentino Rossi e della MotoGP per dare credibilità a quella che in Austria, dagli addetti al settore più navigati, viene definita - citando un film comico italiano e prendendo in prestito una parola oramai diventata iconica - una enorme mandrakata.
Dopo le voci delle scorse settimane e alcuni riscontri oggettivi su evidenti anomalie Ducati e Dorna, insieme ai legali e ai commercialisti della VR46, hanno avviato una serie di verifiche il cui esito è stato tutt’altro che rassicurante. Ieri, in conferenza stampa, anche Valentino Rossi non ha più ostentato la solita sicurezza e, pur mostrandosi calmo e per nulla preoccupato, ha usato toni diversi rispetto al passato: “Mi dicono che è tutto ok, che non ci saranno sorprese e sono tranquillo, perché sono una persona che generalmente tende a fidarsi. Speriamo”. Solo che “tendere a fidarsi” e “sperare” sono due espressioni che esprimono positività nella società civile, ma non certo nel mondo dei lupi della finanza.
Dalla sua, comunque, è anche comprensibile che Valentino Rossi possa stare tranquillo, perché è ben consapevole che, comunque, il progetto andrà avanti e che nessuno, a questo punto, ha intenzione di tirarsi indietro, Dorna e Ducati per prime. Al limite con meno soldi di quanto s’era creduto in principio, ma comunque con garanzie sufficienti per tutti. Ormai è questo il pensiero di quelli che hanno quotidianamente a che fare con il paddock e c’è anche chi ne parla senza troppe ritrosie, aspettando un qualche annuncio ufficiale che, a questo punto, non potrà più tardare ad arrivare. Perché costruire un team che sia pienamente operativo dal marzo del 2022, significa aver già iniziato a lavorare e a effettuare i primi investimenti per l’acquisto di mezzi, materiali, strutture e per assicurare i primi contratti alle persone che lavoreranno poi sulle moto e non solo. In molti, secondo quanto si dice, saranno reclutati tra le ceneri dei team di Petronas, soprattutto quelli di Moto2 e Moto3, mentre l’intera squadra che oggi è di Valentino Rossi dovrebbe seguire il 46 in questa nuova avventura.