Il Covid19 ha messo in ginocchio l’economia e l’addio di Valentino Rossi rischia di mettere in ginocchio la MotoGP, perché per tenere in piedi un team servono tanti, tantissimi soldi, e non è così scontato che gli sponsor, già alle prese con gli effetti della pandemia, siano disposti ad investire su uno sport che sta perdendo il suo protagonista principale (almeno dal punto di vista mediatico) e che, di conseguenza, potrebbe perdere appeal e visibilità. Il “dopo Valentino Rossi” è una incognita e non tutti sono pronti a rischiare, a giocare su una scommessa, in un momento storico che è di grande incertezza già di suo. Fino a ieri sera era una analisi senza riscontri, ma già oggi le cose sono cambiate, perché per il 2022 potrebbe mancare all’appello addirittura il colosso Petronas.
L’anticipazione l’hanno data quelli di motorsport.com, primi a riportare una voce che nella giornata di ieri è circolata con sempre maggiore insistenza nel paddock e che, a quanto pare, ha pure ben più di qualche piccolo riscontro nella realtà: il Petronas Sepang Racing Team chiuderà le squadra di Moto2 e Moto3 per provare a salvare quella di MotoGP. Una prima mossa sarebbe già stata fatta con Yamaha, riducendo in maniera sostanziosa l’investimento sulle moto e rinunciando, quindi, a mezzo ufficiale e aggiornamenti tecnici per accontentarsi di M1 SpecB. Scelta interna e a basso costo anche per quanto riguarda i piloti, con Darryn Binder che potrebbe essere promosso in MotoGP direttamente dalla Moto3 e altra sella da affidare ad un altro giovanissimo con poche pretese dal punto di vista dell’ingaggio. Lo sponsor principale, Petronas, avrebbe infatti deciso di chiudere i rubinetti, o comunque di ridurne in maniera significativa la portata, in attesa di capire se e come l’intero Circus riuscirà a sopravvivere, da un punto di vista mediatico, all’uscita di scena di Valentino Rossi.
Un colpo durissimo per l’ambiente, ma soprattutto per Yamaha, che avrebbe potuto legarsi al neonato team di Valentino Rossi e che, invece, ha mantenuto aperta la porta principale a Petronas con la comprensibile scelta di preferire la continuità, rischiando di ritrovarsi, ora, con un pugno di mosche in mano e una squadra satellite che tornerebbe poco utile al lavoro di sviluppo a stagione in corso, ormai fondamentale nella MotoGP moderna. Il tutto in un momento di grandissima confusione all’interno della casa di Iwata, che si ritrova in una situazione paradossale: un pilota primo nel mondiale, da tutelare e aiutare verso la conquista del titolo, e un contorno da confusione totale, tra la storiaccia Vinales, il team satellite che rischia di scomparire e un innegabile crollo nel gradimento dei tifosi. Ma Yamaha potrebbe essere solo la prima casa alle prese con le conseguenze di un cambio epocale dovuto alla crisi economica in primis e all’addio di Rossi in secondo luogo e che potrebbe innescare un effetto a catena che non risparmierà nessuno.