Otto anni fa era la moto da battere: il riferimento per tutti. Tanto che nel 2015 il mondiale se lo sono giocato fino all’ultima gara (con tanto di vero o presunto biscotto) i due piloti del team Monster Energy: Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Come è andata lo sappiamo tutti, visto che non passa settimana senza tornare a parlare di quel maledetto 2015. Questa volta ci ha pensato Fabio Quartararo, solo che il duello tra Jorge Lorenzo e Valentino Rossi e la nascita della profonda rivalità con Marc Marquez non c’entrano niente.
C’entra, invece, la moto campione del mondo di quell’anno: la Yamaha M1, appunto, che ai tempi era il riferimento per tutti. “Qualche giorno fa ho visto la mia moto da Campione del Mondo 2021 – ha raccontato Fabio Quartararo - e accanto c'era quella di Lorenzo del 2015. Sono praticamente uguali, non cambia quasi nulla. È molto raro dopo tanti anni". Raro e, almeno dal punto di vista del pilota, anche demotivante. Con Quartararo che aggiunge: “Credo che Ducati, KTM ed Aprilia corrano molti più rischi rispetto ai costruttori giapponesi. Le differenze tra le moto di KTM, Ducati e Aprilia di cinque anni fa rispetto a quelle di oggi sono brutali. La nostra moto è la stessa”.
Magari, a voler essere oggettivi, non è proprio la stessa, ma è chiaro che l’evoluzione avuta dallaM1 è di gran lunga meno evidente rispetto a quella di tutte le altre. Ci sono stati anni in cui – inutile negarlo – Yamaha s’è cullata sopra la netta supremazia che era riuscita a conquistare nell’epoca d’oro proprio di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo e anche quando sia Rossi, sia Lorenzo, hanno cominciato a dire che le cose stavano prendendo una piega preoccupante a Iwata s’è preferito allontanare i piloti piuttosto che rivedere i progetti. Poi nel recente passato è ancora successo qualcosa di molto simile con Maverick Vinales e anche il trattamento riservato a Franco Morbidelli non è stato in guanti bianchi.
Fabio Quartararo, però, non intende andare oltre con l’esercizio della pazienza. Lo ha detto con termini un po’ troppo aggressivi qualche settimana fa e è tornato a ribadirlo anche in queste ore, ribadendo ce per lui saranno fondamentali i test di Misano: “Spero che la Yamaha porti cambiamenti significativi – ha concluso il francese - Al test di Misano voglio avere una prova. Non voglio vedere cose sulla carta; quello che voglio vedere è la moto a Misano, perché quella sarà, al 95%, la moto che guiderò nel 2024. Lì vedremo se la Yamaha mi vuole davvero per il futuro"