I giapponesi sono calmi, riflessivi e non si lasciano mai trasportare dalla stizza. E’ il più classico degli stereotipi, ma l’eccezione è sempre in agguato. Lo ha dimostrato, questa volta, Taka Nakagami, con la replica alle accuse di Fabio Quartararo che è decisamente nervosa e risentita. Chi era abituato al solito Nakagami sempre posatissimo nelle dichiarazioni del pre e del post gara, quindi, questa volta ha dovuto ricredersi. “Fabio Quartararo dice che l’ho toccato? E’ vero, ma non ho fatto niente di folle! Dice pure che ha perso parecchie posizioni? Mi dispiace, ma queste sono le corse!”
Sintetico, diretto e piccato, quindi, il pilota del Team LCR non s’è limitato alle scuse (che forse sarebbero state più opportune e politicamente corrette), spiegando che quando ci si ritrova a lottare là dietro nel mucchio certi contatti sono all’ordine del giorno. E che Fabio Quartararo, probabilmente, s’è abituato troppo bene nelle stagioni in cui ha potuto giocare sempre nelle primissime posizioni. “Lo so che dall'esterno può sembrare che io sia stato un po' troppo aggressivo – racconta il pilota giapponese della Honda - Ma in quel momento ho pensato di poterlo superare perché c’era lo spazio necessario. Poi sono andato un po' sopra la linea ideale della mia curva, ma non è tato niente di folle. Ci siamo toccati un po', sì, ma è così che vanno le corse, io non ha commesso errori. Fortunatamente non è andato a terra e questo è quello che conta. Ok, ha perso molte posizioni, ma è così che funziona quando si è in lotta nel gruppo".
Una lotta che Takaaki Nakagami non si aspettava di dover fare per quanto mostrato nel warm up, ma poi in gara è stato tutto diverso. “Non vedevo niente – ha spiegato – con la pista bagnata in quel modo dovevo sporgermi ben oltre la moto per avere una visuale chiara e questo mi ha deconcentrato un po’, mi ha in qualche modo innervosito”. Un problema, quello della visibilità azzerata, che hanno lamentato anche molti altri piloti, con Nakagami che, però, ha dovuto fare i conti anche con una Honda difficilissima da controllare.
“L' elettronica –ha aggiunto - non era ben regolata. Ha funzionato così tanto che non sono riuscito a guidare comodamente perché i controlli intervenivano in continuazione, mi aspettavo un po' più di velocità in questa gara, nel warm-up sono stato abbastanza competitivo e sono arrivato sesto, sono deluso dalla posizione. Perché la moto, rispetto a Portimao, è migliorata, ma non sono riuscito a riportare questi miglioramenti sul cronometro: c’è ancora tanto lavoro da fare. Non importa se ci si trova su curve lente o veloci, il nostro svantaggio rispetto alle altre moto è lo stesso, e in Argentina forse è stato ancora più più evidente. Gli altri potevano accelerare molto meglio nonostante il grip non fosse male neanche per noi. La differenza è ancora piuttosto grande".