Solo pochi giorni fa ha detto la sua su Marc Marquez (qui il link) e le sue parole hanno fatto il giro del mondo e scatenato i social, ora Loris Reggiani è tornato a parlare e lo ha fatto, questa volta, all’indomani della vittoria di Marco Bezzecchi al GP d’Argentina. E’ strafelice, Reggiani, per quello che si è visto in questo inizio di stagione e per le prospettive che si vedono all’orizzonte per il motociclismo italiano, ma chiede di lasciare crescere i giovani piloti senza mettergli sulle spalle il peso di dover essere per forza gli eredi di Valentino Rossi.
“Non scherziamo – ha detto a il Resto del Carlino – Sarebbe come pretendere un altro Marco Pantani o un altro Alberto Tomba, Valentino Rossi è stato unico e resterà unico”. Non significa, quindi, non riconoscere il merito di aver saputo far crescere giovani piloti di talento al Dottore, con Reggiani che aggiunge: “Vale e l’Academy hanno fatto e stanno facendo un gran lavoro, il motociclismo è in un gran bel momento e anche Enea Bastianini e Tony Arbolino, che non sono del giro di Tavullia, promettono un gran bene, però smettiamola di avere l’ossessione di voler trovare per forza qualcosa di Valentino Rossi in ognuno di loro. Nessuno è come lui, nessuno lo può sostituire, nemmeno Pecco Bagnaia. Ora che Marco Bezzecchi ha vinto una gara toccherà a lui diventare un altro erede di Rossi? Sono tutti bravi, molti di loro sono figli di Vale, ma non sono Vale e è giusto che sia così. Poi, ovvio, ci provano tutti a copiarlo un po’ e a maggior ragione quelli che sono cresciuti con lui, non ci vedo niente di male, ma non c’è nessuno come Vale. Nel talento, nell’istinto, nella lucidità e nella capacità di comunicazione”.
Il rischio è quello di finire per opprimere personalità che invece hanno tutto il diritto di esprimersi per quello che sono, sia in pista che fuori. “Anche i difetti che vedo nei giovani piloti italiani – ha aggiunto l’ex campione del mondo – sono difetti di gioventù: l’alternanza di risultati, certi errori un po’ stupidi, sono solo per mancanza di esperienza”. Esperienza che tutti, da Pecco al Bez passando appunto anche per Bastianini e Arbolino, hanno il diritto di fare senza dover ogni volta dimostrare di poter essere o meno eredi di Valentino Rossi.
“Vale era un passo oltre – conclude Reggiani – Pure come forza mentale. Forse l’unico che un po’ gli si è avvicinato davvero è stato Marc Marquez, ma poi ha rovinato tutto con quel famoso contatto in pista. Bisogna lasciare i nostri ragazzi liberi di esprimere il talento come credono. Valentino ha avuto l’enorme talento di saperli indirizzare senza condizionarli, senza volerli plasmare a sua immagine e somiglianza. E se Pecco vincerà di nuovo il mondiale lo farà alla sua maniera, come l’anno scorso. Pecco o chi per lui: l’importante è che lo vinca un italiano e se poi facciamo pure secondo e terzo ancora meglio! Però occhio, perché il ciclo degli spagnoli non è finito, anche se mi aspettavo molta più Spagna in questo inizio di stagione, soprattutto in Moto2 e Moto3. Invece anche lì è venuta fuori questa Italia pazzesca”.