Francesco Bagnaia ha vinto la gara d’apertura (assieme alla sprint), e l’ha fatto col numero uno sul cupolino, cosa che non accadeva dai tempi di Casey Stoner. Eppure, in un modo o nell’altro, Portimão ci lascia in eredità la grossa polemica su Marc Marquez, sia in termini sportivi che giornalistici. Nel primo caso la storia ha dell’incredibile: lo Steward Panel ha comminato una sanzione a Marc Marquez (due long lap penalty) per il GP dì Argentina, per poi correggersi quando si è cominciato a capire che lui in Argentina non ci sarebbe stato a causa dell’infortunio alla mano. Quando è arrivata la comunicazione rivista in cui al posto di “Termas de Rio Hondo” è stato scritto “al prossimo GP" HRC ha aperto una contestazione e ci sono buone probabilità che l’avrà vinta. Nel frattempo però si continua a discutere sull’incidente: per Luca Salvadori Marc Marquez l’ha fatto per vendicarsi di Jorge Martín, che lo aveva affiancato in partenza, mentre Loris Reggiani (in una lunga diretta moderata da Giovanni Zamagni per moto.it assieme a Marco Lucchinelli e Carlo Canzano) ha mosso accuse pesantissime sullo spagnolo: “Quell’incidente lì di Marc Marquez, per quanto ci possa stare è un errore, ma i giri precedenti aveva atto già due o tre contatti, andava in giro per la pista usando i piloti come sponda”, ha spiegato l'ex pilota e telecronista. “Queste robe bisogna vederle. Marc Marquez era fuori controllo, assolutamente fuori controllo. Secondo me uno che ha vinto 8 mondiali non può essere così, quindi c’è qualcosa che secondo me ci nasconde. Che sia la diplopia? Che voglia nascondere un problema fisico più grosso di quello che è solo per continuare a correre perché magari gli viene fuori solo a volte? Potrebbe essere”.
Che siano queste le ragioni dell’aggressività di Marquez sembra difficile, anche perché nel solo weekend portoghese Marc ha portato a casa la pole position e un terzo posto nella sprint race senza grosse sbavature, oltre al fatto che chi gli sta vicino davvero (come il fratello Alex) con tutte le probabilità avrebbe fatto l’impossibile per non farlo correre conoscendo questa limitazione. Reggiani ad ogni modo continua: “Domenica secondo me era completamente fuori da qualsiasi logica. Oppure bisogna farlo pisciare e controllare come va in pista”, al che Marco Lucchinelli risponde con una risata: “No, non c’è niente (che ti faccia andare più forte in pista) quello te lo dico io, se no l’avrei già usato. Non esiste niente che ti faccia andar forte, o sei buono o non sei buono”.
La replica è ancora più spinta: “Se parti carico di bamba… e non ho detto che è drogato, non ho detto questo - chiarisce Reggiani - Ma secondo me ha un problema che va oltre all’aggressività in pista per quello che ho visto domenica, perché mi sembrava completamente fuori controllo dalla partenza in poi. Sembrava uno che non ha mai corso in moto, non era Marquez”.
Anche in questo caso considerando la fame di rivalsa di uno come Marc Marquez - e i quattro anni di squalifica inflitti ad Andrea Iannone dall'agenzia anti doping - sembra difficile che l’entourage dello spagnolo gli abbia consigliato di assumere sostanze. Piuttosto, come dice poi lo stesso Reggiani, è la voglia di arrivare davanti che spesso lo fa viaggiare oltre il limite. Csoì, l’ex pilota consiglia a Marquez qualche seduta con uno specialista: “Può darsi che sia stata la pressione dei nove titoli di Rossi che vuole battere a tutti costi, ma in quel caso lì avrebbe bisogno di uno psicologo, perché attorno ha delle persone. Se si fanno piste più sicure, con più spazi di fuga, con la ghiaia più fine… Non si può far correre uno fuori controllo che ha nella testa i mondiali di Valentino Rossi”.
Ecco, se c’è una verità è che Marc Marquez vive le corse oltre il limite: il suo, quando assaggia l’asfalto per capire fino a dove ci si può spingere, ma anche quello degli altri, arrivando dove non sarebbe possibile e mettere a dura prova la mente dei piloti. Quando succede a volte se ne esce con un capolavoro, altre con le ossa rotte e i fischi (sacrosanti) del pubblico.