A sentire alcuni piloti Marc Marquez andrebbe fermato. Lo diceva Valentino Rossi nel 2018 e lo dicono Jorge Martín e Aleix Espargarò in questi giorni, dopo quella manovra al terzo giro del GP del Portogallo che ha causato tre infortuni: Marc ha rotto il pollice della mano destra, Jorge l’alluce del piede destro e Miguel non sarà in Argentina a causa dell’impatto. Al netto delle conseguenze sugli altri piloti l’attacco di Marquez si presenta come un enorme errore di valutazione. Era davvero di mollare i freni era già troppo lontano e così viene da chiedersi se un otto volte campione del mondo, attentissimo a qualunque dettaglio in pista e fuori, possa davvero perdere il controllo in questo modo calibrando una staccata con quindici metri di errore. La risposta evidentemente è no.
Luca Salvadori, in un video girato dopo il GP, racconta che a suo modo di vedere Marc Marquez non l’ha fatto per errore, ma per ripicca. In partenza, al primo giro, Jorge Martín lo affianca e gli dà una sportellata: “Come Marc ha sempre dichiarato, quando succedono queste cose lui se le lega al dito e vuole subito ridarle, esattamente come è successo con Rins in passato a Valencia. Quando due giri dopo il contatto ha visto Martín a tiro - si fa per dire - ha voluto ridargliela”. Poi continua: “Sei un fenomeno, hai fatto cose che nessuno ha mai fatto. Non puoi permetterti errori di valutazione così abnormi. Tutti possono sbagliare, ma così no. Vuol dire che quando guidi non sei lucido o addirittura hai deliri di onnipotenza. Punzione giusta? Sì, perché è la prima gara. Ma in caso di recidiva bisognerebbe usare il pugno di ferro, a casa per qualche gara”.
Probabilmente Salvadori ha ragione: più che un errore - come quello di Marini su Bastianini o di Mir su Quartararo - quella di Marc Marquez è proprio furia cieca, pericolosissima se vai in moto a 370 Km/h. Anche perché rispetto al passato Marc non ha più quel mezzo secondo nel polso che gli permette di elevarsi sugli altri e di conseguenza mettersi dalla parte della ragione, che di norma (come in guerra) è di chi vince. Ora Marc non è più la next big thing della MotoGP, il nuovo che arriva a cui le regole vanno strette e a cui molte cose vengono perdonate: ha solo qualche anno per tornare a vincere un titolo e per farlo gli conviene ripensare il suo approccio, cercando risultati regolari senza sbracare in continuazione oltre il regolamento. Anche perché una tempesta mediatica come quella che lo aspetta in questa settimana produce stress, domande fastidiose, titoloni sui giornali. Tutta roba che aggiunge decimi ai tempi sul giro.