Marc Marquez è così! Quante volte lo ha detto Valentino Rossi? E’ dal 2015, ormai, che lo ripete ogni volta che ne ha occasione. Ogni volta – praticamente tutte – che gli chiedono qualcosa su quel maledetto anno in cui avrebbe potuto vincere il decimo e invece è andata come è andata. In quelle poche parole, “Marc Marquez è così”, c’è il paradosso di due che si volevano bene, poi hanno cominciato a odiarsi e adesso provano a ignorarsi. Perché se c’è uno che più di chiunque altro assolve Marc Marquez da ormai otto anni è proprio Valentino Rossi. E lo fa con quella frase lì: “Marc Marquez è così”.
Così come? Così come uno che non è in grado di guardare un pelo più in là della sua stessa fame. Lo abbiamo già scritto: è stata la sua fortuna e è pure la sua croce. A Portimao s’è visto da subito, non solo nell’incidente con Martin e Oliveira, ma proprio dal modo in cui è sceso in pista sin dal venerdì: disposto a tutto, ma tutto davvero, pur di non restare indietro anche solo di mezzo metro. E è chiaro che non va bene. E’ chiaro pure che non può fare sempre così. Ma è chiaro soprattutto – e Valentino Rossi come al solito lo aveva capito prima di chiunque altro – che Marc Marquez non potrà mai essere diverso da così. Quel modo lì ce l’ha dentro, è parte di lui, è essenza stessa dell’uomo e del pilota e allora tanto vale accettarlo. Anche perché spesso, soprattutto ultimamente, ha finito per punirsi da solo.
Non c’entra il karma o quei discorsi lì da tifosi, c’entra piuttosto l’oggettività di quello che gli è accaduto e continua a accadergli. E non ha senso stare a invocare pene severe, pensare di tenergli il dito puntato addosso, fischiarlo ogni volta che mette gli stivali in un circuito. Perché Marc Marquez è fatto così e a assolverlo c’ha pensato proprio Valentino Rossi.Certo, non è una assoluzione di quelle che si danno con benevolenza.
Non è una assoluzione che scagiona un incolpevole, ma è, semmai, una assoluzione che tiene conto di un vizio di partenza che, quando si parla di Marc Marquez, non può essere ignorato. Insomma, non si può chiedere a Dracula di diventare il presidente dell’Avis, per dirla con una battuta.
Bisognerebbe avere, piuttosto, il coraggio di farsi una grande domanda: lo facciamo correre ancora o gli diciamo basta definitivamente? Però questa grande domanda, giustamente, è improponibile anche solo da pensare. E in ogni caso la risposta sarebbe che Marc Marquez serve a questa MotoGP! Significa che dobbiamo lasciargli fare tutto quello che vuole, trattando gli avversari come birilli? No, sicuramente no, ma significa che dobbiamo sapere che ricapiterà, senza stare a montarci sopra ogni volta delle polemiche infinite. Perché, diciamolo molto chiaramente, se Marc Marquez avesse avuto una minima capacità di “valutare le conseguenze”, probabilmente la sua storia sarebbe stata totalmente diversa. Sicuramente lo sarebbe stata dal 2015 in poi. Se Marquez avesse saputo guardare un pelo più in là della sua fame, in quel maledetto 2015, non avrebbe certo ostacolato il cammino di Rossi. Anzi, da erede designato, da giovane leone oggettivamente più forte di tutto il branco ma impossibilitato a vincere in quella stagione, avrebbe opportunamente dato una mano al vecchio leone – tra l’altro suo idolo di sempre – accompagnandolo, e magari scortandolo, nell’ultimo ruggito di gloria. Non si sarebbe messo di traverso, ma avrebbe fatto, per opportunismo, l’esatto contrario. E da Rossi avrebbe ereditato, poi, tutte le fortune, accrescendole ancora con il suo talento (che non è discutibile). Magari oggi, invece di invocare la crocifissione, stavamo pure tutti qui a osannare il campione disposto a tutto pur di vincere, come abbiamo fatto in passato per altri piloti un po’ troppo aggressivi.
Otto anni fa, come ha raccontato il Dottore nella sua ultima intervista, Valentino Rossi glielo aveva anche detto: “Ti rendi conto della figura di mer*a che stai facendo? Capisci che sarà così per sempre, ti ricorderanno per questo... vale la pena rovinarsi per farmi perdere il Mondiale? Lui mi guardava ma sembrava assente, quasi invasato. Marc Marquez è così”. Non è un perdono, perché non potrà mai esserlo, ma è una assoluzione, di quelle che si danno senza benevolenza, appunto, ma solo come presa d’atto di un vizio che sta all’origine d’ogni cosa e condiziona tutto il resto. Compreso il modo di scrivere la storia e di passare alla storia, nonostante il talento, nonostante tutto quello che ha vinto. “Marc Marquez è così”, Valentino Rossi lo dice da otto anni e sempre alla stessa maniera, lo stesso Marc Marquez l’ha ammesso per sei puntate di un intero documentario. E c’è solo da accettarlo…
Valentino lo aveva detto nel 2018, come nel video a cui rimandiamo qui sotto: l'assoluzione che Rossi gli dava è quella di chi lo ritiene sostanzialmente incapace di intendere e di volere (dal punto di vista sportivo-agonistico): quindi o gli si impedisce di correre o bisogna prendere atto che lui corre così e regolarsi di conseguenza...