La faccia dice tutto: Fabio Quartararo non ne può più e, anche se nella sala stampa di Misano nel lunedì dei test ha provato a rilasciare dichiarazioni non troppo polemiche, si vede da lontano che è scontento. Fino a arrivare a ammetterlo: “A Barcellona ho fatto un settimo posto e anche a Misano non è andata malissimo, è vero che comincio a divertirmi un po’ di più, ma si può essere contenti per un settimo posto quando si è stati campioni del mondo e si sente di essere ancora veloci?”
Una domanda, quella del francese, che contiene anche la risposta, con Quartararo che continua a chiedere a Yamaha più potenza e maggiore velocità di punta. “Secondo me il motore Yamaha ha ancora molto da dare – ha affermato sulle pagine di Motosan – Il motore di Suzuki era comunque un quattro in linea, ma era molto più avanti. Ho anche una foto dello scorso anno con Rins che supera Di Giannantonio in rettilineo”. Come dire che adesso per una Yamaha sarebbe impossibile anche solo pensare di poter passare davanti a una Ducati sul dritto, anche se cominciano a essere in molti a temere che la bussola persa da Yamaha possa essere proprio per causa di Fabio Quartararo. Perché cercando con ossessione la potenza, si è finiti con lo snaturare le caratteristiche di una moto che in termini di velocità di punta non è mai stata la migliore, ma che lo era su tutto il resto. Ma il francese continua a ripetere sempre e solo tre parole: motore, potenza, velocità. Una direzione contraria a quella che aveva indicato, già in tempi non sospetti e come se avesse previsto già tutto, un certo Valentino Rossi.
A proposito del Dottore, Fabio Quartararo ha inserito tra i motivi della crisi Yamaha anche le scelte fatte dal team Petronas negli ultimi due anni prima del passaggio in Aprilia. “Quando io ero nel team Petronas – ha spiegato – guardavo i dati di Vinales e di Valentino perché avevo fame di raggiungerli e prendere il loro posto. Per essere realistici, l’ultimo anno in cui la squadra satellite è servita a qualcosa è stato il 2020, quando c’eravamo io e Franky eravamo. In realtà eravamo più veloci della squadra ufficiale. Poi, quando sono diventato ufficiale, credo che nel 2021 e nel 2022 qualcosa non abbia funzionato: non ho avuto accesso a nessun dato dai piloti satellite. Quando ero alla Petronas l’obiettivo era salire nella squadra numero uno. Quando ho qualcosa in mente, nessuno riesce a togliermelo. Penso che quando qualcuno come Dovizioso o Valentino, che ha vinto sette campionati del mondo in MotoGP, arriva in una squadra privata, la fame non è quella di dieci anni prima. Penso che questo sia normale e quindi avere una squadra satellite con due giovani è importante, perchè sono ansiosi di prendere posto in ufficiale. Questo spinge anche gli ufficiali a andare più forte”.
Adesso, paradossalmente, la situazione è ancora peggiore, per un team satellite Yamaha non c’è proprio più e perché non è così scontato che i vertici di Iwata riusciranno a strapparne uno a Ducati nei prossimi anni. Anche perché serve una moto che sia realmente competitiva, con Fabio Quartararo che arriva a fare un’amara constatazione: “Sembra che nessuno voglia la mia moto o punti a rubarmi il posto”. Il riferimento, è chiaro, non è solo all’atteggiamento di molti giovani piloti di oggi, ma anche a un mercato in cui, con tutta probabilità, Yamaha ha trovato anche qualche porta chiusa.