Non si può rimproverare nulla a Fabio Quartararo al temine della domenica argentina. Il francese ha sfoggiato tutte le sue qualità nelle condizioni tradizionalmente più sfavorevoli per il suo stile di guida e per le caratteristiche della Yamaha: sotto la pioggia di Termas de Rio Hondo, dopo pochi metri, El Diablo si è trovato costretto a rimontare dall’ultima posizione. Le gomme full wet intagliate non sono certo la specifica che Quartararo predilige (agli esordi in MotoGP il francese dichiarò che il suo più grande punto debole fosse la guida sul bagnato), allo stesso tempo la M1 non è sicuramente la miglior moto su cui puntare per costruire una rimonta arrembante. Invece il numero 20 – finito largo al primo giro per un incauto tentativo di sorpasso da parte di Takaaki Nakagami in curva 7 - si è rimesso in carena e con grande maturità ha cercato di rendere meno amara una domenica cominciata col piede sbagliato.
Giro dopo giro, con metodo, senza foga, Fabio Quartararo ha iniziato a risalire la china. El Diablo ha pazientemente atteso che l’anteriore della sua Yamaha gli trasmettesse la giusta confidenza; è rimasto calmo nel momento in cui molti altri, presi dalla disperazione, avrebbero esagerato. Quello del francese non è stato un recupero funambolico, ma una rimonta ragionata, solida, concreta, silenziosamente grintosa. Tra mille difficoltà, un modo di stare in pista da campioni. Il francese ha scavalcato Raul e Augusto Fernandez, prima di restituire il servizio a Nakagami, sorpassare le Aprilia ufficiali e affondare il colpo su Luca Marini, Alex Rins e Fabio Di Giannantonio. Fabio ha tagliato il traguardo in settima posizione (miglior risultato stagionale fin qui tra Gara e Sprint Race), ad un soffio dallo specialista Jack Miller. Nove punti preziosi per Quartararo considerate le circostanze, ma che non possono certo soddisfare un campione del mondo. El Diablo, in Argentina, ha confezionato un altro weekend altalenante, in cui le prestazioni sue e della Yamaha sono sembrate in balía degli eventi. Ciò che più sorprende è che Fabio, tra i test invernali e le prime due tappe del 2023, non abbia mai giocato da protagonista. Né durante le qualifiche, né in Sprint Race, né in Gara, né a Portimao, né a Termas de Rio Hondo. Il ruolo che interpreterà Fabio Quartararo, in questa stagione, ancora non è chiaro. Anzi è incredibilmente indefinito, poiché è il pilota stesso a nutrire dubbi in merito.
L’aspetto incoraggiante per il francese coincide con la riscossa di Franco Morbidelli. Nella seconda metà di gara Fabio ha girato sui tempi del suo compagno di squadra, il quale ha dimostrato che la Yamaha - in Argentina - potesse essere competitiva sia sull’asciutto che sul bagnato. I tecnici di Iwata confidano che i dati di un ritrovato Morbidelli aiutino a smaltire questo inziale disorientamento nel lato del box di Quartararo, che ha sicuramente ampi margini di miglioramento. Fabio, in zona mista, si è complimentato con Marco Bezzecchi per la vittoria e per la maglia dell’Albiceleste autografata da Lionel Messi, dopodiché ha commentato con lucidità la sua situazione ai microfoni Sky di Sandro Donato Grosso: “Come passo gara mi aspettavo peggio sul bagnato. Alla fine Taka mi è entrato come un kamikaze alla 7 e io sono ripartito ultimo. È un peccato perché, guardando i miei tempi in gara, si poteva fare meglio della settima posizione. Alla fine sulla moto oggi mi sono trovato davvero bene in sella, tutti avevamo più o meno gli stessi problemi e ho dato il massimo per sorpassare. Vedendo com’è andato il primo giro penso che a posteriori la mia gara non sia stata male. Nel complesso però non è stato un buon weekend per noi. Sono andato abbastanza male nei test, che per me in realtà sono cominciati solamente nell’ultimo giorno a disposizione a Portimao, quando abbiamo stravolto la moto e provato una nuova base, dato che fino a quel momento proprio non mi trovavo con la M1 2023. La configurazione che stiamo utilizzando adesso è piuttosto differente dalle precedenti, stiamo facendo molte prove per trovare l’assetto giusto. La base ancora non l’abbiamo trovata, a Portimao era stato più facile trovare una soluzione perché avevamo avuto più giorni per provare, ma qui abbiamo fatto fatica. Abbiamo ancora tante prove da fare, la moto è giovane”.