È stato un anno incredibile quello di Fabio Quartararo che dopo una stagione gestita praticamente in maniera perfetta si è laureato per la prima volta campione del mondo della classe regina. A Misano, dopo essersi reso conto di aver ottenuto il titolo, è scoppiato in un pianto liberatorio che lo hanno portato a ripensare a tutti i momenti difficili passati nella sua carriera. Ed è proprio il Diablo a raccontare le sue sensazioni proprio dopo aver tagliato il traguardo del gran premio italiano: “Quando ho vinto, ho pensato a quegli anni in cui nessuno credeva in me, a quei commenti su Instagram dopo una brutta stagione – si è sfogato - C'era una mia foto sulla spiaggia con gli amici e le persone sottostanti mi scrivevano: "Vai in treno invece di andare in spiaggia". Mi ha fatto male, perché avevo dato tutto".
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Il pilota della Yamaha ha poi raccontati alcuni aneddoti legati alla sua infanzia come il preciso istante in cui ha capito davvero di avere un talento per le due ruote: “Era il 2006, credo. Avevo sette anni. In un circuito di allenamento vicino a Marsiglia sono caduto, ma ho capito di essere più forte degli altri”. Ma non solo i ricordi di quando era piccolo, il francese ha poi svelato come abbia dovuto cambiare approccio alle gare per essere competitivo e ambire a vincere qualcosa: “Non puoi iniziare la gara dicendo a te stesso che sei il bravo ragazzo. Cambio la mia personalità quando salgo sulla moto – ha detto Fabio Quartararo - Divento un assassino, senza quello non diventi un campione del mondo”. Non solo l’atteggiamento, ma tra le chiavi fondamentali per vincere c’è anche un’altra cosa: “Eric (il suo manager), Tom (il suo migliore amico) e la mia famiglia. E anche, forse, perché mi sto divertendo".
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