In partenza per il Bahrain, dove con la squadra di Sky Sport F1 commenterà il primo attesissimo Gran Premio dell'anno, Federica Masolin non nasconde l'emozione per l'inizio di una stagione di Formula 1 che si prospetta rivoluzionaria. Come fosse un'appassionata qualsiasi che continua a considerare "i piloti dei veri supereroi", la giornalista italiana più amata dai fans delle quattro ruote scalpita per il conto alla rovescia che ci divide dal primo weekend in pista di un mondiale impossibile da prevedere.
"Ne vedremo delle belle - assicura Federica - perché i fattori in campo quest'anno sono tantissimi. Da Lewis Hamilton che vuole lottare a tutti i costi per l'ottavo mondiale a Max Verstappen che intendere difendere il titolo passando per una Ferrari che freme e un paio di incognite tutte da scoprire". E delle belle ne vedremo davvero, a partire da giovedì mattina (Sky Sport F1 canale 207 e in streaming su NOW alle 10:30) quando Federica Masolin e Carlo Vanzini, ci racconta la stessa Federica in anteprima, intervisteranno Charles Leclerc e Carlos Sainz prima dell'inizio della nuova stagione.
Aspettando quindi di vederla di nuovo nel paddock (il luogo che più le è mancato durante la pandemia) tra interviste e retroscena, noi di MOW l'abbiamo chiamata per entrare nel vivo di un anno che rivoluzionerà "tutte le dinamiche e le gerarchie a cui siamo abituati".
Federica, partiamo da dove ci siamo lasciati: il mondiale 2021 si è concluso tra le polemiche del Gran Premio di Abu Dhabi. Credi che questa stagione possa portarsi dietro degli strascichi di quanto successo?
Sono convinta che neanche uno sceneggiatore avrebbe potuto scrivere un finale come quello che abbiamo visto ad Abu Dhabi e quindi un po' di amaro in bocca lo ha sicuramente lasciato a qualcuno. Alla Mercedes e in particolare a Hamilton che però, un po' a sorpresa, nelle prime interviste di quest'anno ho visto super carico e molto tranquillo. Ha tanta voglia di ripartire e sa che vincendo quest'anno farebbe definitivamente la storia, conquistando l'ottavo titolo mondiale e diventando il più titolato di sempre. Dall'altra parte ovviamente c'è Verstappen che non sarà disposto a mollare neanche un colpo quindi credo che qualche scintilla la vedremo, ma non credo che sarà dovuta a quello che è successo l'anno scorso. In questa stagione ci sono tantissime forze diverse in gioco: Hamilton, Verstappen, le due Ferrari che scalpitano, Norris che vuole far vedere quanto vale, Ricciardo che tenterà di rifarsi, Russell in Mercedes al fianco di Lewis... Insomma, ci sono tante motivazioni personali che porteranno scintille in pista!
A proposito di George Russell, come lo vedi al fianco di Lewis Hamilton? Che team saranno?
Credo che all'inizio ci sarà tanta collaborazione. Russell ha raccontato più volte che Hamilton è stato il suo mito da bambino e l'intenzione della squadra è quella di fare bene insieme. Poi ovviamente se George si dimostrerà veramente forte e veloce in pista come ci ha fatto vedere al suo debutto in Mercedes, in Bahrain nel 2020 quando Hamilton ha avuto il Covid, allora lì sarà una bella gatta da pelare per Toto Wolff perché ci saranno due piloti da gestire. Però è uno di quei problemi che tutti i team principal vorrebbero avere perché significherebbe che stanno lottando per vincere ancora, dopo anni di successi, e con un giovanissimo cresciuto nell'orbita Mercedes. Però ecco all'inizio io immagino tanta collaborazione, anche da parte di Hamilton, che come dicevo prima in questo inizio di 2022 ho visto molto "zen".
Invece Charles Leclerc e Carlos Sainz, che hai avuto modo di intervistare più volte, che coppia sono?
A me piacciono tantissimo! Li intervisteremo insieme anche giovedì (su Sky Sport F1 canale 207 e in streaming su NOW alle 10:30 ndr) e secondo me sono una coppia che funziona alla perfezione. Sono così come li vedi: giovani, intelligenti, super affiatati e capaci di collaborare. Mi piacciono sia singolarmente che insieme perché credo si spingano a vicenda a fare bene, ad essere competitivi e attenti anche nel lavoro all'interno del box Ferrari.
C'è un pilota che, conoscendolo personalmente, ti ha particolarmente colpito a livello umano? Qualcuno che ti aspettavi diverso?
Sai, sembrerà banale, ma mi viene da dire che tutti e 20 mi hanno sorpresa in qualche modo. Perché guardandoli da fuori, almeno a me, sembrano dei supereroi. Quando sono stata in pista con una Formula 1 a tre posti mi sono resa conto davvero di quanto vadano veloci, delle accelerazioni incredibili che sopportano e anche di quanto siano seduti praticamente in terra. Quindi è facile immaginarli come dei supereroi però poi, nel paddock ma anche fuori, sono dei ragazzi normali. Che vanno nei ristoranti dove vai tu, che si divertono, scherzano, vanno a correre, portano nei box le fidanzate... Questo a volte ci si dimentica dei piloti ed è quello che mi piace di più e che mi stupisce sempre. La loro normalità.
Che effetto fa vedere il cambiamento di uno come Verstappen, arrivato in Formula 1 poco più che bambino e oggi campione del mondo, per te che lo hai "seguito" fin dall'inizio del suo viaggio?
Mi ricordo benissimo di un'intervista che fece nel 2014, a Spa mi sembra, dove ci venne presentato come "un futuro campione del mondo", addirittura come "il Maradona dei piloti". Sinceramente vedendolo lì la prima impressione è che fosse molto timido ma sicuro di sé e di ciò che voleva: arrivare in Formula 1 e vincere. Mi ricordo che gli chiesero se gli sarebbe piaciuto andare in Ferrari, o in Mercedes, e lui disse: "No, non mi interessa, a me basta vincere". Ho capito già lì di che pasta era fatto ma quello che mi ha stupito, negli ultimi anni e soprattutto nel mondiale 2021, è stata la costanza e la determinazione con cui ha affrontato le sfide e la battaglia con Hamilton. Questo era difficile da immaginare nei suoi primi anni in Formula 1, invece è maturato tantissimo.
Verstappen quest'anno ha preso le distanze da Drive to Survive e, recentemente, lo ha fatto anche Toto Wolff. Da "insider" del paddock pensi che Netflix sia una presenza troppo ingombrante per i piloti?
No, sinceramente non credo. Anche noi giornalisti lo possiamo essere, siamo tutti dei "disturbatori" per loro. Poi ognuno ha la propria sensibilità e il proprio modo di leggere determinate situazioni però credo che Drive To Survive abbia il grande merito di aver fatto avvicinare un grande pubblico di giovani e giovanissimi alla Formula 1 quindi per me è un esperimento più che riuscito anche se è qualcosa di nuovo, forse ancora da metabolizzare per molti.
In queste ultime settimane, con l'annullamento del Gran Premio di Russia e il licenziamento di Nikita Mazepin, si è molto discusso del tema sport e politica che crea sempre una divisione: da una parte chi è convinto che gli atleti debbano prendere una posizione e dall'altra chi assolutamente vuole che i due mondi siano separati. Tu che idea ti sei fatta?
A me piace molto il modo che ha la Formula 1 di comunicare e di approcciarsi a queste tematiche, in questo caso specifico ma anche in passato. "We race as one" - la bandiera sotto la quale hanno corso tutta la passata stagione - è stata una decisione forte, una presa di posizione totale. Però ho anche rispettato chi, per esempio, ha deciso di non inginocchiarsi nel corso del mondiale prima del via dei Gran Premi. È una decisione che sta al singolo ed è giusto che ci sia questa libertà. Come è giusto che un pilota, come nel caso di Sebastian Vettel in Bahrain, possa portare in pista un casco contro la guerra in Ucraina.
La Formula 1 quindi lascia libertà di espressione ad ognuno...
Esatto, e secondo me lo sport ha il potere di aiutare a sensibilizzare il pubblico. Quindi se Vettel vuole indossare un casco che è un forte messaggio di pace deve sentirsi libero di poterlo fare, ma non deve mai essere una forzatura da una parte o dall'altra.
Il circus sta cambiando tanto in questi anni, anche "per colpa" del Covid. Come è cambiato il tuo lavoro con la pandemia?
È cambiato tanto, tantissimo. Il paddock è sempre stato un paese, come se fosse una grande piazza dove ci si ritrova tutti, ci si conosce e ci si incontra. Quindi le norme anti-Covid, sacrosante e fondamentali per permettere alla Formula 1 di continuare a correre anche nel 2020, hanno cambiato queste dinamiche e ci hanno tolto anche la possibilità di raccontare gli sguardi, i sorrisi, le battute... Insomma tutto quello che succede fuori dalla pista.
Visto che stiamo parlando di cambiamento e rivoluzione te lo devo chiedere: che cosa ti aspetti dalla stagione "del cambiamento"?
Non ci sono più gerarchie quindi tutto è possibile. Forse Red Bull sembra essere la macchina più "a posto", quella che ad oggi potrebbe avere una piccola possibilità in più almeno in partenza, ma tutti i tecnici che lavorano in Formula 1 ci hanno detto che le monoposto si evolveranno molto nel corso del mondiale e quindi potremmo vedere belle battaglie. Mi è piaciuto molto che i team abbiano portato in pista delle soluzioni radicalmente opposte, sorprendendo un po' tutti con progetti diversi e aggressivi. Poi, come dicevo prima, ci sono un sacco di dinamiche e motivazioni personali interessanti.
Un desiderio, qualcosa che speri di vedere, in questa stagione?
Il Gran Premio di Miami, il primo della storia! Ci andrò, ci voglio proprio andare, perché sono curiosa di vedere questo nuovo circuito e il modo in cui gli americani si stanno avvicinando alla Formula 1 negli ultimi anni. Anche "contaminandola" a modo loro se vogliamo, arrivando ad abbracciare uno sport che fino ad oggi non li aveva mai conquistati davvero.
E una cosa che non vuoi vedere quest'anno?
Spero di non vedere più blocchi, più mascherine... magari verso la fine della stagione. So che può sembrare banale ma non lo è, perché vorrebbe dire che siamo tornati alla normalità.