La stagione di Formula 1 entra nel vivo e, dopo l'incidente tra Max Verstappen e Lewis Hamilton nel corso del primo giro del Gran Premio di Silverstone, sembra essere iniziato il secondo tempo di un mondiale che ci farà divertire fino alla fine.
Per giudicare quando successo in Inghilterra, tra polemiche e festeggiamenti, serve la freddezza di un pilota, ma anche l'attenzione di chi sa come vengono prese le decisioni più importanti. Chi quindi meglio di Vitantonio Liuzzi che, da ex pilota oggi commissario FIA in Formula 1, incarna entrambe le cose.
Lo abbiamo chiamato per parlare di Silverstone, di lotte di potere, di spinte mediatiche e di un mondiale, quello di questo 2022, che potrebbe regalarci ancora tante sorprese.
Hamilton-Verstappen a Silverstone. Come giudichi l'incidente?
Essendo un commissario della FIA non posso che essere d'accordo con quello che hanno deciso i miei colleghi. Ci possono essere punti di vista diversi sul contatto, anche perché Verstappen è stato molto aggressivo in tutto il primo giro e quindi un incidente tra i due era abbastanza prevedibile, ma detto questo sulla sanzione non si discute. Sono sicuro che i miei colleghi abbiano preso in considerazione tutti i dettagli a loro disposizione facendo un lavoro preciso e scegliendo, alla fine, una penalità corretta.
Max Verstappen, che si trovava in ospedale per un tac alla testa, ha giudicato i festeggiamenti di Hamilton antisportivi viste le condizioni. Tu, da pilota, che cosa avresti fatto?
Secondo me siamo arrivati a una vera e propria guerra psicologica e mediatica tra i due. Stanno usando tutti i mezzi a loro disposizione per darsi fastidio anche fuori dalla pista e credo che questo sia uno degli esempi. Verstappen è uscito dalla monoposto sulle sue gambe, tutti sapevano che le condizioni erano buone e Hamilton ha anche chiesto via team radio se fosse tutto ok. A quel punto, perché non festeggiare? Lewis era davanti al suo pubblico per la prima volta con un gran numero di persone presenti dopo un anno terribile. Io sinceramente non ci ho visto niente di antisportivo ma anzi, sarebbe stato brutto non festeggiare.
La guerra è anche tra team principal. Le chiamate che Chris Horner e Toto Wolff hanno fatto a Michael Masi dopo l'incidente sono state molto accese. In commissione gara come gestite queste "spinte" che arrivano dei muretti?
Nella Formula 1 di oggi non vince solo chi ha la macchina più competitiva. E' diventata una lotta all'ultimo millesimo che comprende tante variabili e in cui ognuno cerca di portare l'acqua al proprio mulino. E un po' come nelle simulazioni nel calcio anche nella Formula 1 si tende ad esagerare, a lamentarsi, a "chiedere fallo". Michael Masi è bravissimo a gestire queste pressioni che, anche se da casa magari non sembra, arrivano continuamente durante il weekend e soprattutto nell'ora e mezza di gara.
Noi commissari cerchiamo di supportarlo al meglio, analizzando nel minor tempo possibile tutte le situazioni. Ovviamente tutti vengono ascoltati ma Michael Masi sa che anche solo una penalità, in un campionato tirato come questo, può cambiare gli esiti della stagione e per questo tutti provano a dare la loro versione, a esagerare un po'. E' un lavoro di equilibrismo.
Fino all'anno scorso il pubblico non poteva sentire le chiamate tra muretto e commissione gara mentre da questa stagione sono diventate pubbliche come i team radio. Ti piace questa novità?
Personalmente mi sarebbe piaciuto mantenere queste comunicazioni più private, però capisco che viviamo in un tempo in cui tutto è pubblico, immediato, visibile. E anche la Formula 1 va verso quella direzione, cercando di far vivere allo spettatore l'esperienza diretta. Il rischio però, essendo comunicazioni sensibili, è quello di andare a creare sempre una polemica, magari anche cucendoci sopra storie molto più grandi della realtà. Ma questi sono i tempi che cambiano...
Parlando di cambiamenti. Sprint race: sì o no?
Secondo me ha fatto bene al weekend di Silverstone. Ovviamente è un esperimento e come tale non ha solo aspetti positivi, ci sarà qualcosa da limare e da modificare ma in generale il riscontro del pubblico è stato buono e lo spettacolo nel fine settimana di gara è stato tanto. Quindi sì!
Questa è una stagione dominata anche dai cambi di sedile. Sebastian Vettel, tuo compagno di squadra ai tempi di Toro Rosso, come se la sta cavando in Aston Martin?
Lui ha sempre le carte per poter fare la differenza. Purtroppo ha avuto due o tre anni particolarmente duri nella sua carriera che hanno offuscato il talento che ha dimostrato di avere vincendo quattro titoli mondiali. Io lo conosco dal suo debutto in Formula 1, essendo stato il mio compagno di squadra, e fin da giovanissimo Sebastian non ha mai dimostrato di essere il più veloce in pista però era un pilota in grado di ottimizzare al meglio tutto ciò che aveva.
Un pilota che sbagliava pochissimo...
Esatto. Ci sono delle dinamiche, più di vita che di carriera, che ti fanno cambiare nel corso degli anni. Io sono convinto che abbia avuto qualcosa di personale che l’ha portato fuori strada nel suo ultimo periodo in Ferrari. Adesso, anche se qualche errorino lo commette ancora, lo sto vedendo tornare il campione che era.
Ferrari ha fatto la scelta giusta con la coppia Sainz-Leclerc?
Apprezzo molto Leclerc perché è un ragazzo fantastico, che merita quello che sta avendo e credo che nei prossimi due o tre anni continuerà a maturare e perfezionare le sue caratteristiche. Lui viene da una generazione proficua di piloti fortissimi arrivati in Formula 1: Leclerc, Verstappen, Norris, Russell… ci faranno divertire nei prossimi anni.
Mentre Sainz?
Credo sia un ottimo profilo per Ferrari perché è un ragazzo a modo, serio, ma a livello di competitività e velocità Leclerc ha qualcosa in più. Però nel team va bene, serve una figura così.
Da pilota italiano a pilota italiano: Antonio Giovinazzi che futuro ha in F1?
Purtroppo sta avendo un altro anno difficile anche se lui, come pilota, è sempre competitivo e ne abbiamo la certezza perché è spesso davanti a Kimi e quando hai un confronto così, con un campione del mondo come Raikkonen, questo fa bene alla tua notorietà. Però diciamo che andando verso la conclusione della stagione dovrà dimostrare qualcosa di solito e di veramente positivo, così da poter convincere Alfa Romeo a tenerlo in squadra per un altro anno.
Che effetto fa, per chi ha corso con suo padre, vedere Mick Schumacher in Formula 1?
Rivedere quel nome lì, quella sigla, è una grandissima emozione. Sono felice per lui perché Mick è un grande lavoratore, un bravissimo ragazzo, e al contrario di ciò che spesso succede ai figli d’arte lui sa perfettamente di dover faticare il doppio degli altri per poter restare in F1. Il padre è stato una leggenda di questo sport e provare a camminare sulle sue orme sarà ovviamente molto difficile. Spero di vederlo crescere e di poterlo guardare presto correre su una macchina più competitiva.