Mentre l’opinione pubblica tedesca fa mea culpa sui mancati coming out nel calcio maschile, anche gli altri sport non se la passano bene. Nei livelli più alti, il fenomeno è sporadico e, quando accade, fa ancora discutere. Spesso gli atleti e le atlete che fanno coming out, si dichiarano a distanza di tempo dall’inizio della loro relazione. Nel 2018, l’allora 18enne pallavolista Paola Enogu lo ha fatto dalle tribune del Corriere della Sera. Non è la sola. Ian Thorpe, cinque volte medaglia d’oro alle Olimpiadi, lo ha ricordato alla tv australiana, ritenendo indispensabile essere da esempio.
Anche nel basket, i casi di coming out possono contarsi sulle dita di una mano: “Personalmente non sono al corrente di casi in Italia, ma al momento mi sembra piuttosto improbabile” ha dichiarato il telecronista sportivo Federico Buffa, riferendosi al basket italiano. “L’unica esperienza che mi ricordi è avvenuta nell’NBA, che tra l’altro è stato il primo coming out in assoluto” ha aggiunto. Si tratta del cestista dei Washington Wizards, Jason Collins, dichiaratosi apertamente omosessuale in una lettera pubblicata poi da Sports Illustrated.
Sulle orme di Collins, è arrivato solo di recente il coming out di Marco Lehmann, talento 26enne del basket 3x3: “Ho deciso di non aspettare il ritiro prima di annunciare di essere gay. Come ho sempre sognato di dirlo? Mi immaginavo in campo a realizzare l’ultimo tiro decisivo, quello che mi consacra come MVP del torneo e per celebrarlo correvo a baciare in mezzo al campo il mio fidanzato. Purtroppo nulla di tutto questo è mai accaduto” ha scritto in una lettera molto personale.
Nello sport a livello professionistico, dichiararsi apertamente omosessuale è ancora considerato un tabù, soprattutto in Italia. L’iniziativa in Germania con l'appello della rivista tedesca 11 Freunde, sottoscritto da 800 giocatori della Bundesliga e della Seconda e Terza Liga, potrebbe accendere la sensibilità sul tema e fare dello sport un modello di inclusione e parità.