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Fernando Alonso, lo show a Miami e la rabbia di un rookie: quando un pilota di 42 anni non resta in F1 per scaldare il sedile

  • di Francesca Luna Barone

10 maggio 2024

Fernando Alonso, lo show a Miami e la rabbia di un rookie: quando un pilota di 42 anni non resta in F1 per scaldare il sedile
Due vittorie al mondiale, ne è passato del tempo, eppure Fernando Alonso si continua a fare spazio, in una griglia affollata di giovani talenti e in cui le sfide sono sempre pronte a ogni angolo. Un nome, una leggenda, il pilota più longevo della storia della Formula 1 che non si dedica posti d’ombra, piuttosto prova a brillare, sempre

di Francesca Luna Barone

Fernando Alonso non è mai da sottovalutare, perché a 42 anni dimostra ancora di essere una forza, un mito, un’icona. Il destino gli presenta sfide e lui le supera o almeno ci prova, sempre conscio delle azioni da compiere, sempre attuali, sempre attento e concentrato sulla scuderia che merita, come una relazione sana di cui lui si fa padrone senza venirne manipolato. Perché l’asturiano non è una pedina, è un pilota. Con la P maiuscola, con la pazienza, la determinazione e il miglior risultato a ogni gara che compie. Nel weekend di gara in Cina, Alonso ha ancora una volta dimostrato il suo essere non al pari di nessuno. Anche se la vittoria potrebbe sembrare fuori dalla sua portata con una vettura che ancora lotta per tenere il passo con i top team come Red Bull e Ferrari, Alonso non si è arreso. E la stessa sorte ha subito a Miami, dove con un problema ai freni, ha tenuto buono Ocon e portato a casa almeno una nona posizione. L’Aston Martin è in ascesa, sicuramente, pronta a soddisfare il desiderio del pilota spagnolo, ma la lotta, con ogni fibra del suo essere, continua a essere solo e soltanto la sua. Affrontando giovani talenti come Oscar Piastri e George Russell, Carlos Sainz ma anche Hamilton, si mantiene sempre davanti, nel passo gara, fisso in Q3, difendendosi con quella fermezza che non ammette dubbi: Fernando Alonso sarà una leggenda e quando lascerà la Formula 1 sarà un addio davvero doloroso. 

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Alonso lo ha ammesso che la sua posizione in classifica non gli basta, che la lotta è ancora aperta ed è pronto a quel podio che lo rende aggressivo, competitivo e senza compromessi. Ne parla lui stesso in maniera ottimistica in Florida. Perché il numero 14 è sempre stato così. Una mentalità dedita al miglioramento che arriva in maniera parallela a quella sua monoposto in questo caso, che nei prossimi due anni avrà ancora il nome Aston Martin. Questo rinnovo di contratto è simbolo di fiducia, ma tutto si traduce in una determinazione che lo fa per forza di cose rimanere al vertice del Motorsport mondiale. Una lunga carriera e altri due anni ancora, con un annuncio oramai reso noto in cui bazzica la reale possibilità che il 2026 sia il suo ultimo anno in Formula 1. Eppure Alonso non molla, l’intenzione è continuare altrove, così come ha fatto in passato, prendendosi quella pausa di due anni che lo ha portato in parte lontano dalla categoria regina per fargli sperimentare dell’altro. Si è mantenuto attaccato al mondo del Motorsport, però, impegnandosi nella Indy 500 con Andretti e nella 24 di Le Mans, dove ha corso per il team Toyota Gazoo Racing e ha ottenuto la vittoria assoluta nelle edizioni del 2018 e del 2019,. Invece la Formula 1 era lì dietro l’angolo, parcheggiata, coltivata solo svolgendo il ruolo di test driver per diverse squadre. Questa voglia di sperimentare continua da un lato gli permette di affermare di essere arrivato a un punto di svolta di qualche tipo nella sua carriera, dove il richiamo della pista si mescola con il bisogno di riflettere sulle sue prossime mosse; dall’altro lato lui sa che per quanto la sua passione per la guida e la competizione siano vivaci in lui, vi è molto altro al di fuori che merita la sua attenzione.

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A ogni modo i test e tutto ciò che si vede oggi, la tenacia e l’insistenza di portarsi in pista pur avendo degli infortuni – le sue bende ai polsi lo hanno tradito proprio a Miami – lo trasformano nella prova vivente che in questo sport l’età sia davvero solo un numero. Alonso non ha alcuna intenzione di ritirarsi completamente dalle competizioni e ha già lasciato intendere che potrebbe esplorare altre categorie, come la Dakar, perché d’altronde le opinioni sulla sua presenza in griglia saranno pure contrastanti, ma non lo scalfiscono. Alcuni tessono le sue lodi, ammirando l’esperienza e l’impegno che ci mette nella sua permanenza, ma altri considerano la sua assenza come un’opportunità per qualcun altro. Ma niente scoraggia il pilota della scuderia di Silverstone. Complessivamente, il rinnovo del contratto con il team britannico non è solo una mossa di fiducia, ma è un vero segno, una conferma per la sua carriera, un’intenzione che detta il passo agli altri e che può solo insegnare. L'arrivo dei motori Honda nel 2026 potrebbe essere un ulteriore stimolo per lui, con la speranza di una sorte simile a quella Red Bull. Già le aspettative sono alte: un Gran Premio di Cina in cui ha potuto dimostrare ancora una volta la sua classe, quel terzo posto in qualifica e una solida settima posizione in gara, ma ancora di più l’opportunità che si dà ogni giorno di portare Aston Martin al successo, senza contare quello che ancora gli aspetta in questa stagione.

Molti lo vedono come un personaggio arrogante e dogmatico, che segue un piano preciso e non esita a usare qualsiasi mezzo per raggiungere i suoi obiettivi. Tuttavia, sulle quattro ruote, il suo talento e la sua correttezza sono universalmente riconosciuti. Alonso si adatta, cambia squadre, decide per sé perché i suoi alti e bassi li vuole controllare lui e ciò lo rende un punto di riferimento per molti. Esaltato, fumantino, corretto o scorretto che sia, di una cosa si è certi: Fernando Alonso è un esploratore sempre alla carica. E anche se il tempo può aver segnato il suo volto, il suo spirito da campione continua a bruciare con la stessa intensità di sempre.

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