Marc Marquez arriva da quello che lui stesso, dopo il secondo podio di Jerez, ha classificato come “il podio più bello di sempre”. I motivi, chiari a tutti, li ha spiegati lui stesso nella conferenza stampa piloti del giovedì, in cui si è seduto per rispondere a tutte le domande del caso assieme a Pecco Bagnaia e Jorge Martín: “Chiaramente è stato un podio speciale considerando da dove venivamo”, ha esordito. “È vero che è non è stata una gara incredibile però era il Gran Premio di Spagna, venivamo da un momento durissimo, era da tanto che non salivo sul podio sull’asciutto e poi lottare con il vincitore… e avere il passo, questo è stato bellissimo da sentire, era tanto che non mi sentivo così per una gara la domenica. Questo è stato il primo passo, poi vedremo. Avremo problemi in futuro su altre piste però per me è stato un onore lottare con questi ragazzi, che si sono giocati il titolo lo scorso anno”.
Il grande tema della giornata però è il mercato piloti: Marc, come è noto, è uno dei tre piloti che potrebbero affiancare Bagnaia all’interno del team ufficiale. A sentire i più è anche il più quotato a farlo, tuttavia pare evidente che la scelta non sia stata ancora presa. “Io sono arrivato in Ducati in una situazione molto particolare - risponde lui quando gli viene chiesto del suo futuro - sto diventando sempre più veloce in pista e sempre più a mio agio, questo era l’obiettivo. Ovviamente se continuo così nel 2025 e 2026 vorrò lottare per il campionato e per farlo, ho bisogno del materiale più recente. Come ho detto però dovrò essere veloce in pista per avere più possibilità”.
C’è poi una battuta sul nuovo regolamento che, dal 2027, proibirà l’utilizzo di abbassatori e dispositivi per la partenza: “Prima stavo scherzando con dei giornalisti: non so dove saremo nel 2027, chiaramente ho visto le nuove regole e non voglio entrare nei dettagli, però sembra che sarà più incentrato sullo spettacolo e ci saranno piccole restrizioni sul lato tecnico che credo faranno comodo ai piloti. Alla fine se hai meno roba tecnica sulla moto il pilota può fare più la differenza e il valore sarà più alto”.
Per chiudere, Marc racconta le sue sensazioni tra la GP23 (che guida lui) e la GP24 affidata ai piloti con cui condivide la conferenza stampa: “Le differenze sono piccole. Se li seguo non riesco a vedere differenze. Quello che sento è che con la GP23 posso stare con loro e lottare se guido bene. Chiaramente ci saranno delle differenze, ma dovreste chiedere a voi che le hanno provate entrambe. Mi concentro solo sulla mia moto, so cosa abbiamo a disposizione e sfrutto quello”.
Per una volta però, la parte più interessante arriva alla fine, durante le domande dedicate ai social: ai piloti viene chiesto di scrivere due verità e una bugia, così scopriamo che Bagnaia non ama le Sprint (al contrario delle gare la domenica e delle qualifiche) e che Jorge Martín preferisce la GP23 alla moto attuale. Poi tocca a Marc, che tra le sue verità scrive di avere un piano, cosa che Bagnaia non credeva possibile. Il piano con tutte le probabilità è abbastanza semplice: vincere in Francia, poi vincere in casa a Barcellona. Rendere irresistibile la tentazione di promuoverlo al team ufficiale dove, bene o male si parlerà di lui. E provare a riportarsi a casa un titolo mondiale. Se non avessimo passato una mezz'ora al telefono con Livio Suppo, forse ci staremmo scommettendo anche noi. Però è vero che se Jorge Martín minaccia di andarsene in caso di mancata promozione, Marc non può fare lo stesso: imparare un'altra volta da zero diventerebbe complicato e una moto ufficiale, per lui, potrebbe essere sufficiente.