“Fosse per me accontenterei tutti, ma non si può e sta nelle cose che qualcuno resterà scontento” – l’ha detto Michele Pirro sulla scelta che Ducati sarà chiamata a fare tra Enea Bastianini, Jorge Martin e Marc Marquez e sul mercato piloti in generale. L’avevamo chiamato, ieri, per parlare un po’ con lui del nuovo regolamento della MotoGP (qui il link all’intervista) che entrerà in vigore dal 2027 e poi a fine intervista, chiaramente, s’è provato a buttare là la domanda che non c’entrava niente: Ducati ha già deciso il nome del pilota che affiancherà Pecco Bagnaia nel box del Team Lenovo per il 2025 e 2026? Il collaudatore della Rossa, come era prevedibile, una risposta specifica non l’ha data. Poteva limitarsi a un “non lo so”, vero o bugiardo, o chiudere lì la conversazione. Invece ha spostato l’asse, mettendosi piuttosto nei panni dei tre piloti in ballottaggio.
“Gigi Dall’Igna ha detto che non si può avere tutto – ha spiegato Pirro – In Ducati lo sanno e anche i piloti stessi lo sanno: la certezza è che sarà una sofferenza. Sia per Ducati, che dovrà rinunciare a qualcuno, sia per chi dovrà lasciare Ducati, perché i rapporti sono ottimi con tutti e Ducati è veramente una gran bella famiglia in cui non c’è una separazione così netta tra ufficiali e privati. La condivisione non riguarda solo i dati della pista, le telemetrie e cose così: ci si vuole bene davvero”. Viene da pensare, in effetti, a tutti quelli che anche nel recente passato sono stati “messi alla porta” a Borgo Panigale, ma sempre tra gli abbracci e le lacrime e senza mai una polemica feroce o una spaccatura netta: Jack Miller, o anche lo stesso Danilo Petrucci, che poi in Ducati c’è in qualche modo rientrato. Chi è passato da lì, da lì non vuole andare via o sogna di tornarci e probabilmente non è solo questione di moto più veloce e performante, ma di rapporti tra le persone e con le persone.
Per questo Michele Pirro, nel rispondere o nel non rispondere alla domanda sul mercato, tira in ballo l’umanità. “Io dico solo che l’umanità e il rispetto contano – ha proseguito – Non so se Ducati ha già deciso o se lo sta facendo, ma non penso che ci sarà da aspettare troppo per l’ufficialità della scelta. Perché è, appunto, una questione di umanità”. Il riferimento, è chiaro, è alle voci secondo cui il nome sarà fatto al Mugello, o comunque non dopo l’estate, con Pirro che non risponde sul “chi”, ma che dice la sua sul “come” e sul “quando”.
“Mi dispiacerà in misura identica qualunque sarà il nome del pilota a cui si dovrà eventualmente rinunciare – ha aggiunto – ho un buon rapporto con tutti, ma questo è il nostro sport e i cambiamenti fanno parte delle dinamiche di questo nostro mondo. E’ vero che Ducati, avendo già i piloti in casa, potrà permettersi di aspettare fino all’ultimo, ma non penso che lo farà. Da un punto di vista tecnico e sportivo non c’è alcuna fretta per noi, ma da un punto di vista umano è giusto e corretto far sapere a chi rimane e a chi non rimane come stanno le cose. Perché, proprio per via dell’ottimo rapporto, della stima e del rispetto, è giusto garantire un margine di tempo per riorganizzarsi, anche se Ducati dal canto suo potrebbe decidere pure a novembre a campionato finito. Io credo molto in dei valori, che poi sono gli stessi ai quali Ducati ha da sempre dimostrato di credere altrettanto, e ritengo sia giusto mettere chi rimane nella condizione di fare il massimo e chi andrà via di trovare il meglio. Anche Gigi ha detto che non si può avere tutto, io posso solo dire che, qualunque sarà il nome, a me dispiacerà”