Dai facciamo adesso al volo, ho un po’ di tempo. Michele Pirro sceglie la velocità anche quando gli si chiede un appuntamento telefonico per una intervista. L’argomento? Le nuove regole della MotoGP, dopo l’ufficializzazione dei giorni scorsi delle norme che rivoluzioneranno il motomondiale. Nessun bisogno di prepararsi, nessuna necessità di calibrare risposte, ma la piena certezza di padroneggiare già l’argomento. Come quando sale in sella e apre il gas, magari senza sapere niente. Che poi è quello che gli toccherà fare da adesso in poi, oltre a tutto quello che già fa come collaudatore e pilota per Ducati.
E’ l’ennesima gran bella sfida – ha detto – mi toccherà un lavoraccio, ma sono strafelice di farlo. Ho iniziato la mia storia di pilota con le due tempi, poi ho vissuto tutti i cambiamenti, potendo essere in qualche modo protagonista dello straordinario percorso di Ducati da marchio che vinceva pochissimo a marchio che vince sempre. E adesso vivrò questo nuovo cambiamento.
Perché lo definisci un lavoraccio?
Perché sarà un ricominciare da capo. Nel senso che oggi, quando testi una moto, hai già dei riferimenti, hai i dati delle volte precedenti e degli altri piloti. Con il nuovo regolamento si tratterà di portare in pista prototipi totalmente nuovi e dei quali non sai niente. Il grosso, insomma, lo faranno i collaudatori, perché quando le nuove moto potranno provarle i piloti titolari ci saranno già dati a disposizione e saranno, appunto, i dati dei collaudatori. Sarà un po’ come andare forte con qualcosa che non sai come funziona. Una sfida: da una parte è fantastico, dall’altra c’è un attimo di timore. Anche per me sarà un rimettersi in gioco. Però se mi chiedi di definire tutto con una parola sola ti dico “curiosità”. Sì, sono curioso di capire come sarà.
Il lavoro al nuovo prototipo, in Ducati, quando comincerà?
Non lo so con esattezza, ma mi viene da dirti che è già cominciato nel momento stesso in cui il regolamento è stato ufficializzato. Adesso provi la moto nuova sul finire della stagione precedente, ma è chiaro che con prototipi totalmente nuovi il lavoro inizierà molto prima. E’ probabile che qualcosa cominceremo a provarlo già dai prossimi mesi in vista del 2027. Quindi sarà anche, lo dico come battuta, un doppio lavoro da portare avanti, perché comunque ci sono tre stagioni da fare ancora con le moto di adesso: questa e quelle del 2025 e del 2026.
Entrando nello specifico delle nuove regole, c’è qualcosa che non ti aspettavi?
Sinceramente no. Sono tutte cose di cui più o meno si parlava e che quindi ci aspettavamo un po’ tutti
Era necessario un nuovo regolamento?
Io faccio il pilota e non sta a me dirlo. Però sta nelle cose che dopo tanto tempo si prova a cambiare e, quindi, ben venga il cambiamento. Rimescolare le carte ogni tot anni fa parte della storia del motorsport. Quello che mi interessa è che il ciclo di Ducati, che inevitabilmente si chiuderà dal 2027, possa ricominciare immediatamente dallo stesso anno e con le nuove moto. Farò tutto il possibile per questo, come ho sempre fatto. Lo ripeto: per me è un onore grande e adesso che non sono più giovanissimo e mi guardo indietro è bello prendere atto di essere stato nelle corse attraversando tutte le novità e le vere e proprie rivoluzioni. E poi c’è un certo piacere anche a sapere che le moto che prenderanno forma dal 2027 resteranno verosimilmente in pista per una decina d’anni o giù di lì, come è stato con le 1000 di adesso, e, quindi, per me sarà come poter dire di aver attraversato la storia non da semplice spettatore o appassionato, ma mettendo la mia firma. Michele Pirro a un certo punto smetterà, ma quelle moto lì continueranno. Comunque, tornando alla domanda sul fatto che fosse necessario o meno, penso che molto abbia influito anche la questione sicurezza: andare avanti sulla strada di adesso avrebbe significato arrivare in un battito di ciglia a velocità da astronave. Poi se le scelte fatte sono state giuste o meno, nel senso che si poteva fare questo al posto di quello o di quell’altro, non sta a me dirlo e nel merito non ci entro
Non ti ha sorpreso nemmeno la norma secondo cui, con il GPS, tutti i piloti e anche gli appassionati potranno conoscere i dati di tutti?
Anche questo è qualcosa di cui si parlava. Penso che questa decisione vada un po’ nella direzione della Formula1, dove è così già da un po’. Magari la condivisione dei dati aiuterà un po’ il livellamento. In Ducati, tra tutti gli otto piloti della Desmosedici, lo facciamo già da tempo, sapere qualcosa anche degli altri non farà male. Non sarà, quindi, solo uno svantaggio. Non mi sorprenderebbe se presto dovessimo avere anche i team radio proprio come in Formula1: è qualcosa di cui s’era parlato.
Da un punto di vista della tecnologia sarà una vera rivoluzione e un taglio netto con il presente, ma in termini di performance cambierà molto?
Sono curioso di scoprirlo: è qualcosa che mi chiedo anche io e mi incuriosisce. Però se devo buttare là una opinione mi viene da dire che non credo che le performance si abbasseranno più di tanto. E’ chiaro che se riduci la cilindrata da 1000 a 850cc, se introduci un maggiore utilizzo dei carburanti sintetici, vieti gli abbassatori e limiti l’aerodinamica, le prestazioni non resteranno le stesse. Un po’ meno forte si andrà di sicuro, ma non penso che sarà troppo meno forte.
Gli oltre 360Km/h del Mugello, quindi, possiamo scordarceli?
Forse sì, almeno nei primissimi anni. Ma se non saranno 360 saranno 350 o giù di lì. Perché nel frattempo tutto il resto si evolve: le gomme hanno performance sempre migliori, i freni pure e l’elettronica anche e, poi, se riduci la cilindrata si abbassa un po’ anche il peso. Quindi alla fine cambieranno sicuramente tante cose, ma non penso che i tempi sul giro si abbasseranno di decine di secondi, ma solo di un po’.
Quindi chi parla già di MotoGP che andranno quasi meno forte delle SBK è fuori strada?
Un prototipo sarà sempre un prototipo, una moto di serie sarà sempre una moto di serie. Magari a guardare i cronometri i distacchi saranno leggermente inferiori, ma il confronto resterà impossibile. Tra l’altro si dice che cambieranno alcune cose anche in SBK e staremo a vedere. Lì anche le semplici norme sull’inquinamento a cui sono sottoposte le moto di serie potrebbero bastare da sole a ristabilire il gap tra MotoGP e SBK in termini di tempi e velocità di punta.