L’anno è appena iniziato, eppure per la Ferrari le problematiche non mancano, nonostante ci fossero grandissime aspettative per questa stagione. Tante novità si sono succedute a Maranello negli ultimi mesi, dopo il cambio della figura del team principal. Un addio che ha fatto discutere quello di Mattia Binotto, con Frederic Vasseur che è subentrato nel suo ruolo. Una strada in salita che ha preso il posto di grandi aspettative rimaste disattese, soprattutto dopo la presentazione in pompa magna della nuova SF-23, che ha fatto sognare tutti i tifosi della rossa. Un risultato alquanto amaro quello registrato al GP del Bahrain, che però al tempo stesso è riuscito a riportare tutti con i piedi per terra. Stavolta, dopo Binotto, a saltare è stato il nome di David Sanchez, che era a capo dell’aerodinamica rossa.
Dimissioni che stanno facendo molto discutere. Stefano Zaino de La Repubblica ha analizzato quanto sta accadendo nella scuderia di Maranello: “La Ferrari al debutto ha deluso parecchio, al punto da far pensare a qualcuno che un’altra puntata dell’eterno digiuno iridato (16 anni che il titolo manca da Maranello) sia pronta per essere trasmessa. Non può essere così, c’è tempo per qualsiasi rincorsa. Ma l’inferiorità dimostrata nei confronti della Red Bull ha destato allarme, un’angoscia che ha portato con sé i primi scossoni. Da ieri David Sanchez, il capo dell’aerodinamica, uno dei tecnici che più avevano contribuito alla progettazione delle ultime due monoposto, non è più al suo posto. Sulla carta è lui ad andarsene, dovrà sottoporsi al solito esilio tecnico, per poi trasferirsi fra qualche mese in McLaren. Sanchez è un nome di peso, molto vicino a Binotto, ed è la seconda testa che cade nel 2023, dopo quella di Rueda. Il nuovo divorzio fa pensare ad una volontà di rinnovamento voluta da Vasseur, spinta forse anche da risultati non all’altezza. Il problema è che, se rivoluzione deve essere, non potrà al momento che risultare incompleta. La sostituzione di Sanchez non può che avvenire dall’interno. Per questo si parla di Diego Tondi, capo dello sviluppo, favorito su Fabio Montecchi, ingegnere responsabile del telaio. Una figura con un compito subito molto importante: rincorrere la Red Bull. E prenderla“.