La grande delusione di Andrea Migno per l’esclusione dal Motomondiale di quest’anno sembra incontenibile. Dopo il nono posto nel 2022 (ma la vittoria nella gara di apertura in Moto3 dello scorso anno), il team Snipers ha scelto di non confermarlo, togliendogli la moto per una stagione 2023, ora che anche in Moto3 di posti non ce ne sono. “Come va? Mi tira il culo", ha raccontato in un'intervista con i colleghi di GPOne. "Purtroppo brucia rimanere a casa a guardare gli altri correre, però questa è la mia attuale situazione e non posso farci nulla. La cosa che più mi fa girare le scatole è vedere gente che lo scorso anno è arrivata dietro di me, essere al via di questa stagione nel Motomondiale”. Ma come sono andate le cose? “Lo scorso anno ero partito bene, avevo vinto in Qatar poi c’è stato il podio di Austin. Il problema è che quando siamo arrivati a Portimao le KTM hanno portato nuovi aggiornamenti mentre le Honda sono rimaste ferme a parte quella di Leopard. In seguito ci sono stati alcuni errori, ma ho concluso la stagione nei primi dieci in nona posizione”. Un nono posto, tuttavia, che non sembra sia stato abbastanza. Qualcosa aveva intuito, Migno, ma poi è arrivata la conferma: “Sul finale di stagione avevo avuto le prime avvisaglie e alla fine le mie preoccupazioni sono state confermate. Ti ritrovi da un giorno all’altro a non avere più nulla e a perdere praticamente tutto”. La delusione, la caduta, rimanere senza moto per questa stagione. Ma il contraccolpo emotivo è acuito anche dal grande investimento economico: “Il problema di tutto ciò sono poi i costi. Per fare una Moto3 ti chiedono 200mila euro, idem per il CEV. Se invece vuoi fare una Moto2 ne devi mettere 400mila sul piatto. Chi ha i soldi corre, anche se mi è arrivato dietro nel 2022”. Un commento che fa luce su una situazione che non può non far storcere il naso. Ora che dovrà rimanere a piedi per molti weekend, cosa fa Migno? “Mi alleno tutti i giorni come se ci fosse la gara domenica. Non è facile, ma è la motivazione che mi accompagna nella vita quotidiana. Al tempo stesso però valuto anche altre alternative, dato che con la speranza di correre non ti paghi le bollette della luce o del gas”.
Migno parla poi dei compagni della VR46 e assicura che non hanno corsie preferenziali nella ricerca di una sella, come spesso si crede. Poi fa loro gli auguri: “Li vedo tutti forti e belli carichi a partire da Celestino Vietti in Moto2 fino ad arrivare al nostro Peccone”. E se li nomini, allora tocca parlarne. “Con Luca [Marini] c’è un’amicizia scientifica, mentre Bagnaia è il nostro Peccone. Gli vogliamo bene a Pecco e lei lo sa. Lo scorso anno, la sera prima della gara di Valencia, io e Bezz gli abbiamo scritto una dedica su un biglietto che recitava: ‘Forza Peccone, siamo con te, ti vogliamo bene’. Ricordo che glielo portai il sabato sera scalini del motorhome”. Ma il cavallo “bizzarro” è un romagnolo come lui: “Il Bez è un vero romagnolo pane e salame. Lui deve solo stare calmo, perché quando si carica troppo tipo al Ranch poi sbaglia. Marco è fortissimo, lo avete visto lo scorso anno ad Assen cosa ha fatto. Per me è uno dei migliori, è un amico. Fai conto che prima di andare al Ranch ci mettiamo d’accordo per tirarci le carenate”. E su Vietti: “A Celestino non devi tirargli le carenate perché poi si arrabbia”. Poi l’amicizia con Morbidelli e quel messaggio di compleanno a cui ancora non ha risposto: “Sul Morbido possiamo stare qua un’ora a parlare. Lui è il nostro brasiliano e lo ringrazio per aver dato un appoggio alla mia fidanzata che studia a Roma. Franco lo insulto pesantemente, ma lo faccio per il suo bene. Lui merita di essere insultato. Secondo me Morbido nemmeno sa che tra due settimane parte il Mondiale, glielo devi ricordare un paio di giorni prima. Fai conto che deve ancora rispondermi agli auguri di compleanno di tre anni fa. Tra l’altro ha un cellulare che nemmeno sa come si utilizza, dato che quando abbiamo bisogno dobbiamo scrivere alla sua compagna”.
Parla anche dei rimpianti e di come sia cambiato in tutti questi anni: “Mi sarebbe piaciuto avere la Honda fin dall’inizio della mia avventura in Moto3 oppure poter correre in una categoria superiore come ad esempio la Moto2”, ma non si dà per vinto: “Come ho detto tutti i giorni mi alleno per essere pronto a ogni eventualità”. In fondo lo sport è anche questo e la passione non viene messa alla prova neanche da qualche sconfitta: “Penso di essere sempre la solita persona, perché noi romagnoli siamo fatti così, il nostro mood rimane quello. Sarò a Portimao per il primo weekend di gara e non rinuncerò certo al mio sorriso anche se non corro. Chi mi incontrerà nel paddock lo vedrà”.