I problemi arrivano tutti insieme per la Ferrari, come colpi di pioggia battente che colpiscono un terreno già scivoloso. Se dopo il ritiro di Charles Leclerc a Barcellona era impossibile e prematuro parlare di problemi di affidabilità sembra che invece il doppio zero collezionato a Baku dalla scuderia di Maranello dica, da solo, tutto ciò che gli uomini della squadra non riescono ancora a metabolizzare.
Ad aggiungere disperazione e sconforto anche i ritiri di due dei quattro motorizzati Ferrari, in un clima di incertezza che colpisce la Ferrari proprio nel fine settimana, dopo il disastro di Monaco al muretto, in cui serviva essere perfetti dentro e fuori dalla macchina. Charles Leclerc ha fatto ancora una volta tutto ciò che poteva, incastrando la terza pole position di fila e la sesta della stagione nel sabato. Ha lasciato aperta la porta al passaggio di Sergio Perez in partenza a inizio gara ma la strategia della Rossa, reattiva dopo il ritiro di Sainz, sembrava dare al monegasco ottime possibilità per lottare per il mantenimento della prima posizione ritrovata.
Non sapremo mai davvero come sarebbe andata a finire tra Verstappen e Leclerc a Baku in quello che, con ogni probabilità, sarebbe stato l'ennesimo testa a testa per la vittoria tra questi due rivali talentuosissimi e agguerriti. Non lo sapremo mai perché, ancora una volta, la macchina di Leclerc non l'ha portato fino alla fine.
E' un periodo nero che lascia tutti senza parole, nella tristezza generale di chi non sa dare spiegazioni (si torna ad un inquietante "dobbiamo capire" e una pericolosa situazione in termini di affidabilità) e non sa neanche trovare le parole di conforto per ricordare a tutti, piloti compresi, che il mondiale è ben lontano dalla sua conclusione.
Anche Charles Leclerc, che dentro ogni batosta ha sempre cercato di caricare e caricarsi, questa volta getta la spugna: "Fa malissimo. Non so cosa dire". Tace per non rischiare di dire le cose sbagliate, per non finire nella centrifuga delle critiche di chi lo vuole mansueto, aggressivo, duro, morbido o in qualsiasi altro modo. Tace perché se parlasse Leclerc piangerebbe disperazione e delusione, lui che a questa squadra cerca sempre di dare tutto. Lui che per la terza volta consecutiva vede un sabato perfetto finire in una domenica da dimenticare.
Tace per lasciare la parola agli altri, a una dirigenza, un muretto, un team principal, che però a loro volta non sanno cosa dire. Mattia Binotto negli scorsi giorni si è nascosto dietro dichiarazioni secondo cui la Rossa non sarebbe in lotta per il titolo mondiale perché l'obiettivo della squadra nel 2022 "era quello di tornare competitivi". Forse il peggior modo possibile per caricare una squadra che, adesso più che mai, ha bisogno di crederci più di tutti gli altri. Per lavorare più duramente, per recuperare, sperare, migliorare e salvarsi.
Ha bisogno di parole, di spiegazione e di conforto, là dove invece regna il silenzio.