Filippo Farioli, 18 anni e neoarrivato in casa Tech3, è uno dei talenti sfornati dal nostro paese impegnati nel mondiale 2023 di Moto3. Bergamasco figlio d’arte, dopo l’inizio da bambino con il fuoristrada è passato alla velocità, complice la vicinanza della sua famiglia al motorsport. Pilota di punta della Red Bull KTM Tech3 di Hervé Poncharal, in questa lunga intervista ci racconta di essere pronto alla battaglia.
Ciao Filippo, cosa possiamo aspettarci da Jerez?
"Prontissimo. Veniamo da tre gare abbastanza difficili e tornare in Europa, specialmente Jerez che è una pista che conosco, dove la base della moto è abbastanza buona, mi rende fiducioso. Corro qua dal 2020 tra la European Talent Cup, JuniorGP e Red Bull Rookies Cup e quindi la conosco abbastanza bene. Mi piace tanto come pista, anche se è difficile specialmente nell’ultimo settore con curve toste come la 11 e la 12 dove è importante uscire forte in vista della 13. Farò del mio meglio per ottenere il miglior risultato possibile".
Termas de Rio Hondo e Austin erano piste nuove per te?
"Si, l’unica pista fatta fin qui che conoscevo già era Portimao. Argentina e America erano due piste completamente nuove per me. Austin soprattutto è una pista molto complicata dove era davvero importante quadrare il giro e in qualifica ho commesso degli errori che mi sono costati il passaggio in Q2. Nonostante ciò, e nonostante le buche (ride) mi è piaciuta davvero tanto come pista e forse è la più bella in cui abbia mai girato insieme a Imola. Tra le prossime aspetto Assen ma soprattutto Phillip Island, vedendo le vecchie gare, onboard e giocandoci nel videogioco, sono quelle che mi incuriosiscono di più e non vedo l’ora di andarci".
Quanto vantaggio ti da conoscere una pista invece che doverti adattare completamente da zero?
Quest’anno al mondiale giriamo davvero pochissimo. Hai poco tempo per mettere a posto la moto e adattarti alla pista nuova. Sicuramente nelle piste che già conosci non devi sprecare turni a imparare il tracciato e ti puoi concentrare sul lavoro da fare con la moto. Oggi una pista in cui non hai mai girato non è mai nuova al 100%. Tu scendi la prima volta che già una prima bozza di linee e punti di riferimento la hai in testa con i vari onboard o magari giocando al videogioco di MotoGP, che nel 2022 è abbastanza realistico e può aiutarti ad entrare in un weekend di gara in una pista nuova. Ovviamente quando vai a girare perfezioni tutto, ma partire già con una base è importante.
Avevi già provato la Moto3 con una wildcard a Valencia nel 2022 con il team Aspar. Ti è stata utile per non partire da zero a Portimao oppure no?
Il weekend di Valencia lo scorso anno sicuramente mi è stato utile per iniziare a conoscere l’ambiente del mondiale e poi è stata fondamentale perché solo facendo quella Wild Card, con il regolamento attuale, avrei potuto iniziare da Portimao non avendo compiuto ancora 18 anni, altrimenti avrei iniziato ad Austin da maggiorenne. Non è stato un inverno facile, nei test non siamo riusciti a trovare la giusta base della moto e ciò ha compromesso anche questi weekend iniziali. La caduta nelle libere di Portimao non ha sicuramente aiutato anche per il morale, poi in gara con un mio errore all’ultima curva sono caduto e mi sono dovuto ritirare. Argentina e Austin mi sono servite per ritrovare quel feeling che avevo lo scorso anno e piano piano lo stiamo ricostruendo. Jerez sarà utile per crescere ancora di più e poi, il martedì dopo la gara, ci sarà un test fondamentale. Credo che riusciremo ad uscire da Jerez con la moto su una buona base per essere competitivi e lottare contro i miei avversari per l’assalto al “Rookie of the year”.
Qual è stata la differenza più grande che hai riscontrato tra Moto3 e CEV?
"Oltre alla quantità incredibile di viaggi in più che devi affrontare, che non è il massimo per quelli come me a cui non piace viaggiare (ride), in poco tempo devi andare forte. Nel CEV sei abituato a girare tantissimo fin dal giovedì, con 5 turni di libere da 30 minuti, 2 qualifiche da 40 minuti, Warm Up e la gara mentre quest’anno mi trovo a fare tre prove da mezz’ora circa prima di qualifiche e gara. Il metodo di lavoro è completamente diverso, tante piste nuove e tempistiche diverse. Già in queste prime tre gare sono cresciuto abbastanza sia a livello mentale sia come pilota. Questa fase dove cerco di girare da solo in pista nei turni per crescere come pilota si rivelerà utile per trovare quella velocità che ci è mancata fin qua".
Com’è nata la trattativa con Red Bull KTM Tech3?
"Lo scorso anno fino ad Aragon, quando ero in Red Bull Rookies Cup, io avevo avuto contatti soltanto con il team CIP e l’IntactGP, il vecchio team di Max Biaggi. Fino a quel momento avevamo quasi tutto definito con loro. Un giorno arriva un messaggio sul cellulare a mio papà da Hervé (Poncharal) che chiedeva se fossimo disposti a parlare per il 2023. Dopo la prima chiacchierata e analizzando anche la loro proposta non paragonabile alle altre, essendo una squadra ufficiale supportata da KTM gli dava anche un certo prestigio, è stata la nostra scelta. Mio papà mi è stato molto di aiuto nella scelta e sono davvero contento, con l’esperienza di tre gare alle spalle, di averla fatta".
Com’è il clima all’interno del team?
"Il clima nel team è molto positivo e specialmente dopo Austin abbiamo trovato quella fiducia che mancava nelle prime gare. Ovviamente si tratta di un team ufficiale e in quanto tale hanno delle esigenze alte. Adesso c’è da darci dentro e lavorare".
Prima hai citato tuo padre, è lui che ti ha trasmesso questa passione per i motori?
Tutta la mia famiglia in generale è sempre stata legata al mondo dei motori e delle gare. Mio papà ha iniziato con me passandomi la passione per il fuoristrada, e così ho iniziato con il motocross. L’obiettivo fin da piccolo era quindi quello di diventare un pilota di motocross finché poi lui stesso insieme a Yuri Danesi, il manager di Andrea Locatelli, mi ha fatto fare un test con la moto da velocità per vedere se mi piacesse. Ecco che l’anno successivo provai per il CIV Junior con la MiniGP. Lì cominciai a incuriosirmi, anche girando con altri piloti, e iniziò a piacermi. Nel 2018 mi iscrissi a tutto il campionato con il Pasini Racing Team e mi sono appassionato sempre di più decidendo di continuare a fare velocità. Sono l’unico della famiglia che fa velocità, poiché loro sono sempre stati legati al fuoristrada, e questo mi rende felice, perché è qualcosa di nuovo nella nostra famiglia.
E pensare che oggi sei in Moto3…
Esatto, non lo avrei mai detto. Se penso al mio passato e lo paragono al mio presente dove corro contro alcuni tra i piloti più veloci del mondo e alcuni di questi sono al 6°- 7° anno di mondiale, loro correvano nel mondiale e io iniziavo motocross, sono felice. Questo è in primis il frutto del lavoro dei miei genitori e delle opportunità che mi hanno dato.
Cosa ti aspetti dal continuo di questo 2023 e qual è l’obiettivo a lungo termine?
L’obiettivo di questo 2023 è tuttora essere il Rookie of the year ed entrare in top 10. Fare pochi anni in Moto3 già sarebbe un bel traguardo per andare in Moto2 al più presto possibile, poiché il mio problema principale è la mia statura. Sono alto 1.78 e sono il pilota più alto della griglia insieme ad Artigas e per la Moto3 non è l’ideale. L’obiettivo a lungo termine è chiaramente quello di arrivare in MotoGP.