Jorge Lorenzo arriva in sala stampa per le interviste nel giovedì di Jerez con una camminata rilassata e un sorriso largo sul volto, e quando ti porge la mano chiedendoti “come stai?” lo fa con una naturalezza tale che quasi fatichi a sorprenderti. Il primo pensiero che ti viene in mente è che forse si gode più la MotoGP adesso rispetto a quando correva. Il secondo, subito dopo, è che devi scambiarci due parole sulle corse. Indossa una camicia bianca con su stampata la scritta MotoGP Guru, gioco organizzato dal title sponsor del GP di Spagna, Gryfyn, di cui è testimonial: tu indichi i tuoi favoriti ad ogni GP (qui ci si può iscrivere e giocare gratuitamente) e il più bravo vince un premio, che per l’indovino dell’anno si traduce in una Ducati Panigale V4 usata da Enea Bastianini nel 2022. Jorge, nello specifico, racconta di aver scommesso su Maverick Vinales ad Austin, mentre a Jerez punta su Pecco Bagnaia per pole position e gara della domenica, invece la sprint del sabato la accredita a Jorge Martín. Finita la conferenza ci incamminiamo verso l’hospitality del Team Gresini, dove la sera si terrà una piccola festa dedicata a Gryfyn. “Come va questa Urus S?”, gli chiediamo subito, considerando che solo un paio di giorni fa Jorge era Sant’Agata Bolognese per ritirare questo imponente SUV da 666 CV attraverso il programma ‘Prima’ di Lamborghini. “Non l’ho ancora provata, mi sta aspettando a Lugano”, risponde lui. Ma se Lorenzo è stato scelto da Gryfyn come MotoGP Guru, per un gran numero di piloti è soprattutto un guru del lifestyle. Così ne abbiamo approfittato.
Senti Jorge, partiamo con qualche domanda da 'lifestyle guru' e cominciamo dalle auto: ne hai tante, le migliori tre?
“Le macchine? Ufff, difficile. Ferrari F50, Pagani Huayra e Lamborghini SVJ 63”.
Ok, passiamo agli orologi.
“Ho più Rolex rispetto ad orologi altre marche, però per primo metto Patek Philippe anche se non dirò il modello. Diciamo che è un Nautilus, però non si tratta di uno standard, è un pezzo molto speciale. Dopo Patek Philippe metto Audemars Piguet e Rolex, perché con un Daytona non sbagli mai”.
Bene, andiamo con i tre luoghi più belli in cui sei stato in questi anni.
“Le Maldive vincono per distacco, quello è l’unico posto al mondo in cui davvero mi rilasso, lì sento le giuste vibrazioni. Poi metto Bali e Dubai”.
Parliamo un po’ di moto…
“Pensavo mi avresti chiesto le tre ragazze più belle!”.
Beh, è una buona idea. Andiamo con le attrici.
“Angelina Jolie, Margot Robbie e Monica Bellucci, tutte e tre nel loro momento migliore. Non ho un brutto gusto eh?”.
No, Monica Bellucci poi è una scelta di classe. Parlando di corse, Marc Marquez ha spiegato che la sua frattura al primo metacarpo della mano destra richiede otto settimane di recupero, non ti sembra eccessivo? Tu, ad esempio, nel 2013 ad Assen hai fatto tutto in tre giorni: frattura, operazione e quinto posto in gara.
“Sono momenti diversi della MotoGP. In questa MotoGP un piccolo infortunio ti fa perdere quel mezzo secondo che diventa irrecuperabile, non riesci a finire a punti. Quando ho fatto quinto ad Assen c’erano cinque o sei moto competitive mentre il resto non lo erano, il che mi ha permesso di finire comunque a punti. Oggi in MotoGP devi essere al 100%, perché i giovani sono atleti molto preparati e ti passano sopra. Anche Marc, che è un fenomeno, se non è al 100% rischia di arrivare dietro. Il dito è importante per guidare una moto, ma sicuramente se pensasse di avere più possibilità di lottare per il campionato rischierebbe di più. Non vedendosi così veloce preferisce prendersi tutto il tempo per recuperare. Anche perché poi c’è anche la gara sprint e si raddoppia il rischio”.
Tu al posto suo cosa faresti in questa situazione? Rimarresti con Honda, tenteresti KTM… o magari Aprilia?
“Quando sei campione del mondo 2019 e ti offrono quattro anni a venti milioni all’anno con una moto con cui sai di poter vincere altri mondiali è difficile dire di no, specialmente se le altre squadre ti offrono cinque volte meno. Penso che a suo tempo abbia fatto la scelta giusta, ora però dovrà capire bene cosa gli conviene di più: accettare un’offerta della Honda, che sicuramente sarà molto alta, o puntare su di un’offerta abbastanza bassa con Ducati. Ducati non ha bisogno di lui per vincere, mentre Marc ha bisogno di loro per tornare a farlo. Per questo Ducati punterà al ribasso con lui, proponendo un niente rispetto alle cifre a cui eravamo abituati in passato: a Borgo Panigale soprattutto fanno contratti brevi e con cifre basse, puntando molto sui bonus. I dieci, quindici o venti milioni di una volta non si vedono più”.
Durante la conferenza stampa scherzando con Pecco Bagnaia gli hai detto che con la sua moto potresti fare un gran tempo. Al di là della battuta pensi mai ad una wildcard, come fa questo weekend Dani Pedrosa?
“Sì, con Pecco ovviamente stavo scherzando! Per il resto Dani è una persona tranquilla, gli piace stare a casa, allenarsi tanto. Io invece quando ho smesso ho abbandonato completamente lo stile di vita di quando facevo il pilota. Ho cominciato a fare altre cose e tutto nella vita non si può avere, ho fatto le mie scelte. Alla Yamaha sicuramente non è piaciuta questa mia decisione ed è il motivo per cui non mi ha voluto come collaudatore, anche se penso sia stato uno sbaglio: avevo una grandissima sensibilità con quella moto e sapevo perfettamente cosa avrebbero dovuto fare e cosa invece no, anche andando due o tre secondi più lento degli ufficiali. Tenendomi come collaudatore probabilmente avrebbero avuto dei vantaggi, ma io rispetto tutte le decisioni”.
Niente wildcard quindi.
“No, solo sulla PlayStation. Sono in forma perfetta per andare forte sulla Play (ride)”.
Che Pecco sia il grande favorito di quest’anno è fuori di dubbio. Tra i suoi rivali chi può essere il più pericoloso? Con Marc Marquez fuori così a lungo viene da pensare ad Enea Bastianini e Fabio Quartararo.
“Certo, ci sono loro due, ma per me anche Jorge Martín, Marco Bezzecchi, Alex Marquez… ce ne sono diversi, però personalmente spero davvero che Jorge Martín ritrovi il suo posto in questa MotoGP”.
Come pensi sarebbe andato Jorge Lorenzo nelle sprint race? che pensi di questo format?
“Se ci fossero state le sprint race nella mia epoca avrei vinto più gare il sabato che la domenica. Ero bravo a fare la partenza e a mettere un secondino nei primi giri per poi gestire la corsa. A volte, dato che spingevo tanto, consumavo tanto la gomma e Marquez o Pedrosa, che la usavano meno, mi venivano a prendere negli ultimi cinque giri. Invece con la sprint race forse non avrebbero avuto modo di battermi. Questo format mi piace molto per lo spettacolo, ma credo che la Direzione Gara dovrebbe essere intransigente con i piloti per proteggere le loro vite, dato che il rischio è raddoppiato”.
Hai mai pensato di aprire un tuo team, o magari fare da manager per qualche pilota?
“Una cosa simile ti richiede molte responsabilità e serve tempo, per me troppo. Io nel fare le cose ho sempre pensato in grande: buttarmi in una cosa così c non mi eccita granché. L’importante per me è avere molto tempo libero ed essere felice, se poi per essere felice devo fare determinate scelte le farò, altrimenti non ne vale la pena”.