image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Sport

Follia Uci, che ha vietato le esultanze: ora i ciclisti non potranno più alzare le braccia al cielo per festeggiare una vittoria. A partire dall’Australia…

  • di Federico Vergari Federico Vergari

13 gennaio 2025

Follia Uci, che ha vietato le esultanze: ora i ciclisti non potranno più alzare le braccia al cielo per festeggiare una vittoria. A partire dall’Australia…
Immaginate un traguardo senza braccia al cielo, un ciclista che vince ma resta ancorato al manubrio come se non fosse, in quel momento, l'uomo più veloce al mondo su di una bicicletta. Perché sì, l'UCI dal 21 gennaio vieta le esultanze iconiche: niente più Superman di Pidcock o la pinna dello Squalo di Nibali. Un colpo al cuore del ciclismo, che rischia di perdere parte della sua magia

di Federico Vergari Federico Vergari

Immaginatevi di ascoltare Nessun dorma senza l’acuto finale. Ed eccovi senza nessuna alba e pure nessuna vittoria. Immaginatevi di guardare Fight Club senza grattacieli che crollano e senza Where is my mind dei Pixies che parte in sottofondo. Immaginatevi il Festival di Sanremo che alle due di notte vi dice che non ci sono vincitori, perché ha vinto il bel canto. Immaginatevi sotto l’ombrellone ad agosto a leggere un thriller ma le ultime venti, fondamentali, pagine si sono incollate con la crema solare.

Tanto nelle storie, quanto nello sport è il finale a dare una senso al tempo precedente, ma questo non devono pensarlo all’UCI – Unione Ciclistica Internazionale - perché a partire dal prossimo 21 gennaio, quando in Australia inizierà il Tour Down Under che darà il via alla nuova stagione ciclistica, ai corridori (grazie alla modifica dell’articolo 2.12.007 del regolamento) sarà vietato alzare le braccia sul traguardo in segno di vittoria.

https://mowmag.com/?nl=1

Detto in altre parole: i ciclisti non potranno staccare le mani dal manubrio per festeggiare, pena esclusioni, squalifiche e multe. Di fatto questa nuova regola rischia di cancellare in un colpo solo una delle immagini più emblematiche del ciclismo. Quella della vittoria. Come riporta il Corriere della Sera l’UCI avrebbe precisato off the record – rifiutandosi però di scriverlo nel regolamento – che questo divieto non riguarda il vincitore, ma soltanto quei compagni di squadra che - arrivando distaccati e magari in mezzo a un più nutrito numero di corridori - lo celebreranno. Facile però immaginare che la regola possa essere soggetta alle più disparate interpretazioni e dunque riguardare anche i vincitori.

È probabile che ognuno di noi abbia ben chiara la scena di un arrivo solitario in montagna. La gestualità è la solita: piccola e quasi sacra. Il ciclista negli ultimi cinquecento metri si gira un paio di volte in cerca di un contatto visivo con gli inseguitori e se questi sono a una distanza di sicurezza inizia a sorridere, si sistema la maglia tirando su la zip, mostra i colori della squadra e anche il nome degli sponsor e poi hop! eccolo sotto il traguardo con le braccia al cielo, staccate da quella bici con cui sono state tutt’uno per centinaia di chilometri.

Peter Sagan Impennata
Peter Sagan in impennata.

A memoria e senza andare troppo lontano nel tempo ricordiamo Nibali che porta la mano sul casco a formare la pinna dello Squalo (il suo soprannome), Bettini che scocca luna freccia, Sagan che impenna o imita Hulk (per gli amanti Marvel) o Pidcock che si allunga prono sul sellino e imita Superman (per gli appassionati DC) e poi la sempreverde, meno ragionata, ma molto più coinvolgente reazione di Marco Pantani che distrutto dalla fatica apre le braccia e chiude gli occhi in una sorta di passione di Cristo su due ruote. Difficile far pace con l’idea che tra una settimana potremmo non vedere più nulla di tutto questo.

Ovviamente la nostra difesa dell’esultanza non può dimenticare i più o meno grandi “incidenti” avvenuti sul traguardo. Stiamo parlando di quei corridori che alzando le braccia troppo presto hanno lasciato tempo e spazio agli avversari che con poderosi colpi di reni gli hanno soffiato la vittoria al fotofinish. Anche questi attimi fantozziani fanno parte del ciclismo e rischiamo di non vederli mai più perché chi alzerà le braccia al cielo potrebbe essere declassato all’ultimo posto, ricevere un’ammonizione (alla seconda scatta la squalifica per una settimana) o addirittura vedersi togliere fino a un quarto dei punteggi del ranking mondiale. Forse troppo.

Sui motivi che hanno portato a questa scelta pesa sicuramente la necessità di aumentare la sicurezza degli atleti in gara. volata delle tappe pianeggianti si sfiorano (e spesso si superano) i 70 chilometri orari. Non alzare le mani da una bici lanciata a quella velocità che si appoggia su due ruote spesse un centimetro potrebbe anche avere senso. Ma un caso non può diventare la regola. Oggi sembra impossibile pensare che venti anni fa i ciclisti correvano senza casco gettandosi in discesa o inserendosi tra una bici e una transenna in volata. Magari tra venti anni anche questa regola sarà apprezzata e ai nostri figli sembreranno strani quei ciclisti che esultavano al traguardo. Suona strano, ma potrebbe essere. Fino a quel giorno però ci arroghiamo il diritto di alzare le braccia al cielo al traguardo, in attesa di indossare la maglia e baciare le miss.

Marco Pantani esultanza 1998
Marco Pantani, 1998.
https://mowmag.com/?nl=1

More

Ok, ma Fabio Capello che paragona Gasperini a Hamilton e Thiago Motta a Leclerc? “Gasp esperto come l’inglese della Ferrari, mentre Thiago è un giovane emergente…”

di Luca Vaccaro Luca Vaccaro

Formula football

Ok, ma Fabio Capello che paragona Gasperini a Hamilton e Thiago Motta a Leclerc? “Gasp esperto come l’inglese della Ferrari, mentre Thiago è un giovane emergente…”

Sergio Conceicao è un fuffaguru? Il decalogo mostrato da Fabio Caressa al Club su Sky è un manifesto senza novità. Tranne per le ciabatte…

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Antico Testamento

Sergio Conceicao è un fuffaguru? Il decalogo mostrato da Fabio Caressa al Club su Sky è un manifesto senza novità. Tranne per le ciabatte…

Australian Open, Sinner batte Jarry (che si lamenta per il doping), Kyrgios già eliminato. E Djokovic in difficoltà, mentre Alcaraz...

di Otto De Ambrogi Otto De Ambrogi

Tennis

Australian Open, Sinner batte Jarry (che si lamenta per il doping), Kyrgios già eliminato. E Djokovic in difficoltà, mentre Alcaraz...

Tag

  • Ciclismo

Top Stories

  • IL DOPING DIVIDE IL TENNIS: Il caso Ouhdadi (squalificato per tre anni causa Clostebol), le polemiche per la differenza con Sinner e l’attacco di Kyrgios

    di Giulia Sorrentino

    IL DOPING DIVIDE IL TENNIS: Il caso Ouhdadi (squalificato per tre anni causa Clostebol), le polemiche per la differenza con Sinner e l’attacco di Kyrgios
  • Il venerdì di Le Mans ci ha detto che Marc Marquez userà il telaio nuovo per ammazzare un campionato che Ducati non domina più

    di Tommaso Maresca

    Il venerdì di Le Mans ci ha detto che Marc Marquez userà il telaio nuovo per ammazzare un campionato che Ducati non domina più
  • SINNER VA A ROMA, KYRGIOS NON PERDONA. Nick torna all’attacco contro Jannik e scazza con chi lo difende Jannik. Ci risiamo?

    di Giulia Sorrentino

    SINNER VA A ROMA, KYRGIOS NON PERDONA. Nick torna all’attacco contro Jannik e scazza con chi lo difende Jannik. Ci risiamo?
  • La Formula 1 a Miami fa già casino: i Tifosi contro la Ferrari, le livree speciali… e la rumorosa assenza di Max Verstappen

    di Alice Cecchi

    La Formula 1 a Miami fa già casino: i Tifosi contro la Ferrari, le livree speciali… e la rumorosa assenza di Max Verstappen
  • La misura di Marc Marquez? L’ammissione di Johann Zarco suona di avvertimento per Pecco Bagnaia: “è un pilota molto estremo”

    di Emanuele Pieroni

    La misura di Marc Marquez? L’ammissione di Johann Zarco suona di avvertimento per Pecco Bagnaia: “è un pilota molto estremo”
  • Nadal si lancia in previsioni tra Sinner e Alcaraz e avvisa Jannik per Roma: “Sarà difficile perché dopo un periodo lontano dalle competizioni…”. E sul doping, Musetti, Berrettini e Cobolli…

    di Giulia Sorrentino

    Nadal si lancia in previsioni tra Sinner e Alcaraz e avvisa Jannik per Roma: “Sarà difficile perché dopo un periodo lontano dalle competizioni…”. E sul doping, Musetti, Berrettini e Cobolli…

di Federico Vergari Federico Vergari

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Sergio Conceicao è un fuffaguru? Il decalogo mostrato da Fabio Caressa al Club su Sky è un manifesto senza novità. Tranne per le ciabatte…

di Domenico Agrizzi

Sergio Conceicao è un fuffaguru? Il decalogo mostrato da Fabio Caressa al Club su Sky è un manifesto senza novità. Tranne per le ciabatte…
Next Next

Sergio Conceicao è un fuffaguru? Il decalogo mostrato da Fabio...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy