Uno scenario da Antico Testamento: Sergio Conceicao ha portato al suo popolo le tavole della legge, i suoi personali dieci comandamenti. L’ispirazione fatichiamo a ritenerla divina, e invece che sul Sinai forse il mister le ha ricevute su qualche cima delle Prealpi. Il decalogo è stato mostrato da Fabio Caressa nella puntata di ieri di Sky Calcio Club, portandolo all’attenzione di Beppe Bergomi e degli altri. “Ritiro pre-partita obbligatorio”, recita il primo dei comandamenti. Ci sta, anche per rimarcare la differenza con i predecessori, che invece preferivano lasciare a casa i propri ragazzi la sera prima del match. “I ritardi non sono tollerati”: esiste un posto di lavoro in cui invece lo sono? Il terzo, invece, fino a quindici anni fa sarebbe stato infranto quotidianamente. È prevista la pesatura quotidiana: “Sulla bilancia ogni mattina”. Se ci fosse stato Ronaldinho in rosa sarebbe stato l’eccezione? E il mister ci tiene a portare la giustizia ordinaria in ambito sportivo con “Le regole sono uguali per tutti”. Magari l’imperativo verrà inciso sulla parete dello spogliatoio. La quinta è senza dubbio la massima d’autore: “Addio alle ciabatte a pranzo”. Già ci immaginiamo le proteste silenziose dei calciatori, abituati (davvero?) a far respirare i piedi dopo una mattinata con gli scarpini. Questione di rispetto e di stile.
La politica di Conceicao prevede anche doppia sessione di allenamento, mattina e sera (sesto comandamento). I tifosi saranno certamente i più contenti, con la squadra ferma all’ottavo posto a otto punti dalla zona Champions League (seppur con due partite da recuperare rispetto alla Lazio), e reduce da un pareggio casalingo contro il Cagliari. Se la stagione non vuole concludersi con un fallimento tocca pedalare. Il settimo punto del decalogo è una delle indicazioni più inflazionate nel mondo del calcio, valida in terza categoria come al Mondiale: “Testa solo al campo”. “E ci mancherebbe pure”, aggiungerebbe, ne siamo certi, il tifoso medio. Dei guai del Fight Club si discute solo con il Fight Club. Per Sergio “i problemi si risolvono in spogliatoio”. L'ottava legge che sembra parafrasare il “ti aspetto fuori” da discoteca. In questo caso: “Vi aspetto dentro”. Se c’è una caratteristica dell’ex Porto che è innegabile è la grinta. Lo hanno visto gli interisti in Supercoppa, se ne stanno accorgendo i suoi ogni giorno (è stato Christian Pulisic a sottolinearlo). La tattica viene dopo, prima ci vuole “garra”. E con questo siamo a nove. Infine, come a scuola, “via lo smartphone”. Senza vietarlo del tutto (siamo orfani dei dpcm dell’epoca Covid - troppe restrizioni diventano controproducenti), ma promuovendone un uso intelligente. La questione è generazionale e ci auguriamo tutti che in casa Milan si trovi una soluzione. Niente di trascendentale, quindi. Dieci leggi che sanno di buon senso. Le tavole della legge di chi, con ogni probabilità, sta cercando la scossa in ogni modo. Anche rischiando di fare la figura del fuffaguru.