Se ci fate caso, oltre ai sedicenti miliardari che conoscono i veri segreti per arricchirsi stando comodamente seduti a casa e che i cervelloni di Wall Street non vogliono svelare, stanno aumentando in modo sconsiderato gli espertoni che dispensano consigli in ambito clinico sia fisico che mentale. Tempo fa Nikita Pelizon, ex concorrente del Grande Fratello, si è improvvisata (ed è il caso di dirlo) psicologa, offrendo corsi a pagamento per migliorare l’autostima e addirittura uscire dalla depressione. Oggi un personal trainer, tale Ezze, asserisce che psicologi, psichiatri e via dicendo, vogliono che le persone soffrano di disturbi alimentari solo per ingigantire il proprio portafogli, ma che in realtà se ne fregano del benessere della persona. Tempo addietro parlai anche di Walter Nudo e di come il suo essere life coach (che ribadisco, tradotto in italiano si avvicina tantissimo a “maestro di vita” e dovrebbe ricordarci tantissimo Do Nascimento) fosse non soltanto distopico, ma assente anche dai requisiti fondamentali per lavorare con persone che soffrono a livello mentale.
Tengo a precisare che quando si parla di “malessere mentale”, non intendo solo le forme psicotiche o quelle che potremmo riassumere in bassa lega con “quel tizio li è un matto perché parla con i pali della luce pensando siano alieni”, ma con tutte le sfaccettature che si legano al malessere della persona, compresa la bassa autostima, le somatizzazioni, le fobie specifiche e via dicendo. Chiaramente molti di questi soggetti, non solo si improvvisano esperti in settori dove non hanno conoscenza di studio e abilitazione d’esercizio, ma riportano la propria esperienza personale come il vero segreto da divulgare. E questi allargano il loro portafogli approfittandosi della ingenuità delle persone.
Ora, di imbonitori la storia è piena. Charles Ponzi prometteva guadagni da nababbo in poco tempo, truffando gli investitori e molto simili sono le psicosette sparse in Italia e nel mondo, ma ora stiamo assistendo a un fenomeno nuovo: i “fuffaguru”, abilissimi nel marketing social che si propongono come grandissimi esperti della crescita personale, spesso screditando ampiamente chi ha realmente studiato e conosce le problematiche del caso.
Ezze, per esempio, riporta decine e decine di casi da lui documentati di persone che seguendo i suoi consigli sono migliorate, con tanto di testimonianze reali. Partiamo con la cattiva fede e poi andiamo in quella buona: ci sono tonnellate di siti internet che riportano finte-vere testimonianze per narrare la qualità del prodotto venduto ed è una tecnica arcinota dai multilevel marketer. Ma ammettiamo per un momento che le testimonianze siano vere e poniamoci la domanda: quanti invece hanno ingigantito il problema alimentare dopo i consigli del guru? Questo, ovviamente, non ci è dato da sapere.
In realtà in tutti questi discorsi, nascono dei problemi serissimi. Anzitutto quando si parla di disturbi alimentari, parliamo di problemi che non solo posso mettere a repentaglio la vita della persona che ne soffre, ma anche la qualità della vita di chi sta intorno. La persona che ne soffre vive l’egosintonia col malessere, si identica, evita l’aiuto, trova strategie fintamente sane (come l’eccesso di palestra, per esempio, e la vigoressia è un esempio) o addirittura, sfidano chi osa cercare di aiutarla. E nonostante punti il dito contro veri esperti del settore (quindi medici e psicologi), la realtà è che il mondo del web è ormai infestato da personaggi di questa caratura. Certo, qualcuno può dire che anche nel mondo dei laureati e abilitati c’è chi compie malpractice e porta danni alla persona, ma è qui che arriva la differenza tra “professionista” e “guru”. Il professionista, oltre all’assicurazione, ha alle spalle un ordine professionale nazionale che tutela prima il paziente e poi il professionista. Il guru invece?
Il punto focale è proprio questo. Ci sono troppi pseudo professionisti che si improvvisano medici o psicologi perché si ritengono “natural”, cioè ferrati per esperienza personale o in possesso di doti innate nella comprensione del problema. Credeteci o meno, ma ho conosciuto life coach che riportavano come elemento focale della loro professione l’essere genitore, l’imprenditorialità o la palestra. Purtroppo, anche persone che avendo subito violenze o relazioni sofferte, diventano “clinici” con migliaia di follower. Ecco, il lavoro di psicoterapia non funziona così. Non basta uno storytelling interessante per gli smartphone, ma studi, esami, certificati riconosciuti, supervisioni, tirocini e gavetta supervisionata.
In conclusione, vi riporto anche questo. Io faccio sport da tantissimi anni, di palestre ne ho frequentate parecchie e sono entrato in contatto con i vari personal trainer che lavorano nel settore. Tra tutti, me ne sono rimasti impressi due: uno che ha fatto prima dell’allenamento, mille domande sul mio stato di salute. Mi faceva fare gli esercizi correggendomi e dandomi le motivazioni sul perché dovevo far le cose in quella determinata maniera. Oltre a ciò, mi ha indirizzato da un nutrizionista per la dieta bilanciata. L’altro invece spingeva sul farmi diventare “grosso da subito”, sollevando carichi importanti, stremandomi e dicendomi inter nos che se volevo un aiutino chimico, sapeva dove reperirlo. Uno dei due era laureato in scienze motorie, l’altro invece era un personal trainer che aveva come esperienza alcune gare di body building. Lascio a voi l’associazione tra i soggetti.