Max Biaggi ne ha già un’altra per la testa. L’ha detto nella lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, dove ha raccontato del traguardo raggiunto sugli sci (noi di MOW l'avevamo già anticipato) e, appunto, della prossima idea matta a cui sta lavorando e che “non sarà sulla neve”. E siccome c’è un vecchio detto secondo cui l’inossidabilità va provata sulla neve o sul mare, viene quasi da pensare che potrebbe essere proprio sul mare. Ma staremo a vedere. Perché intanto Max Biaggi di spunti ne ha forniti molti altri, con quel modo lì che è diventato tutto suo adesso che è libero da quella pressione che ogni campione sente di dover vincere sempre e a tutti i costi. E si è raccontato, ad esempio, in tutta la tenerezza di un padre che, anche nel nuovo ruolo di assistente maestro di sci, vorrebbe poter tenere la prima lezione ai suoi figli Ines e Leon.
“Fra sci e moto esistono similitudini – ha raccontato - nelle pieghe per esempio, o nella velocità. Ma restano mondi lontani, questo ha acceso il desiderio. La prima lezione sarà per i miei figli. Sarà la più emozionante, ma loro sciano da anni e non dovranno imparare molto”. A chiunque si chiedesse se Biaggi sia pronto a staccare la spina, la risposta, signori cari, è un chiarissimo “no”. Con Biaggi che comunque non dimentica l’amore della sua vita: la moto. E il marchio a cui si sente più legato e di cui è ambasciatore: Aprilia. “Sarà l’anno della verità per l’Aprilia – ha detto senza girarci intorno - è l’alternativa alla Ducati. E in più c’è Martin, dunque bisogna stare al passo con gli avversari. Che non significa dover vincere il Mondiale”. Martin, fresco campione del mondo, ha il potenziale per brillare, ma secondo Biaggi, ci vorrà tempo per adattarsi: “Non credo che potrà vincere al debutto, avrà bisogno di tempo per entrare in una nuova squadra dopo una carriera costruita in Ducati. Ma mi aspetto bellissimi risultati, metto Martin fra i top 5 di sempre. E’ un ragazzo venuto dal nulla, stramotivato. Spero che scatti subito la scintilla pilota e moto che rende tutto semplice, compreso lo sviluppo”.
Poi come non menzionare l’inaspettato passaggio di Marc Marquez in Ducati? Con Biaggi che butta là anche una provocazione verso Ducati: “Premessa: ognuno in casa propria decide cosa fare. Però lasciarsi scappare il campione del mondo... All’Aprilia sono stati bravi a cogliere la grande occasione”. Per Biaggi, comunque, è ingiusto definire sbagliata la scelta di Ducati, visto che comunque Marc Marquez è Marc Marquez e ha già dimostrato di poter ambire a un altro titolo mondiale: “Ha vinto con una moto dell’anno prima, unico a riuscirci”. Un’analisi da maestro, non solo di sci, che sa bene come si scrive la storia con le motociclette e conosce alla perfezione quanta fame possa esserci in un campione, ma anche quante insidie si nascondono dietro ogni cambiamento importante nella carriera di un pilota o di uno sportivo in genere.
A proposito di sportivi e piloti, Max Biaggi tira in ballo anche il più grande di sempre per parlare di futuro: “Un uomo che smette di sognare è un uomo che muore, lo diceva Ayrton Senna. Per me vuole dire dover restare in forma. Mica scendi dal divano e sali su una moto elettrica per stabilire il record di velocità a 470 km/h. Lo stesso è per lo sci. Ma cose così mi spingono ad alzarmi dal letto alla mattina”. Vale per lui, per la sua nuova sfida in cantiere e vale, chiaramente, per chiunque in ogni aspetto della vita. E ancora di più vale per chi ha scelto la competizione. “Delle moto – ha aggiunto - non mi perdo un turno di libere, poi seguo anche F1 e sci. E ora anche il tennis, da quando c’è Jannik Sinner con molta più attenzione. L’ho conosciuto quattro o cinque anni fa, presentato da un amico che mi disse che di quel ragazzo avremmo sentito parlare. Mi piace molto, per mentalità e stile. Durante gli allenamenti per diventare assistente maestro di sci ho incontrato anche Sofia Goggia, mi ha riconosciuto e abbiamo parlato un po’ anche del suo infortunio e di come si stesse rimettendo in forma per tornare”.
Lo sci, le moto, lo sport in genere e il rischio. Tutti argomenti verso cui, comunque, persino Max Biaggi cambia prospettiva quando li approccia con gli occhi di un padre. “Quando correvo ero coraggioso, con i miei figli invece mi preoccupo di tutto – ha raccontato - A volte troppo. Non voglio che vadano in moto per esempio. Per moto e scooter aspettiamo: c’è tempo. Lo dico a Leon che ha compiuto 14 anni, ma alla fine dovrò cedere. Per fortuna è completamente assorbito dal tennis. Frequenta l’accademia di Riccardo Piatti a Bordighera, lui giocherebbe sempre. In vacanza mi ha obbligato a cercare un campo, finché studia e porta buoni voti va bene così”.