È bastato un paragone a Fabio Capello per far capire a tutti cosa pensa di Gian Piero Gasperini e Thiago Motta, rispettivamente allenatori di Atalanta e Juventus, prossimo big match della ventesima giornata di Serie A. Interrogato sui due tecnici dai colleghi di Gazzetta dello Sport, l’ex allenatore di Milan, Juventus, Roma e Real Madrid, ha infatti affermato: “Gasperini è Hamilton, Thiago Motta ancora Leclerc. Gasp è un tecnico esperto come il nuovo pilota inglese della Ferrari mentre Thiago è un giovane emergente, un po’ come il monegasco”. Ad accomunare i due allenatori però, nonostante la grande differenza di esperienza, secondo l’esperto allenatore c’è il “decisionismo”, visto il coraggio di entrambi nel prendere decisioni importanti oltre che i rispettivi momenti vissuti della squadre allenate: da una parte la Dea, che nelle ultime partite sembra aver perso parte della sua aggressività, dall’altra la Juventus, che tra infortuni e un’identità ancora non ben definita fatica a incidere.
Situazioni analizzate dallo stesso Capello, che ha individuato nell’assenza, seppur momentanea, di un centravanti per l’Atalanta e di un gioco ancora troppo lento per la Juventus le due problematiche che incidono sulle prestazioni dell’una e dell’altra: “Nelle ultime partite (l’Atalanta, ndr) ha giocato sotto ritmo, l’aggressività non è la solita. Gasp ha risentito dell’assenza di un centravanti e il rientro di Retegui sarebbe molto importante”. Sul momento Juve invece, ha affermato che “Non si capisce ancora quale sia l’identità della squadra di Motta: a inizio campionato non subiva gol, ma faticava a segnare. Adesso il contrario. La sensazione è che il gioco scorra troppo lento e per gli avversari sia semplice prendere le contromisure”.
Un’analisi tanto semplice quanto chiara, in vista di un match cruciale per entrambe le squadre, dal momento che la Dea sarà obbligata a vincere per continuare a inseguire il sogno scudetto, la Juventus invece per mettersi alle spalle i dodici pareggi stagionali e risalire nella classifica di campionato.
Una situazione che, guardando alla Formula 1, rispecchia quella di Hamilton e Leclerc il prossimo anno. Una vittoria di Lewis, nonostante il 2025 sarà solo il suo primo anno in Ferrari, vorrebbe dire vestire i panni dell’esperto pilota che, come Gasperini con l’Atalanta, che prima di lui militava nella parte medio/bassa della classifica, riporta in alto la sua squadra. Una vittoria di Charles invece significherebbe la sua quasi definitiva consacrazione, visto il talento che più volte è rimasto inespresso a causa di vetture non in grado di lottare per la conquista del titolo nell’arco dell’intera stagione. Leclerc, in Ferrari dal 2019, ha potuto godere di una vettura competitiva, seppur non per tutto l’arco del campionato nel 2022 e nel 2024 oltre che proprio nel 2019 e, in tutte queste stagioni, ha saputo lasciare un segno forte, senza mai però ritrovarsi veramente in lotta. La stessa consacrazione che servirebbe a Thiago Motta dopo le belle parentesi di Spezia e Bologna dove, nonostante non allenasse due top-club, è riuscito a lasciare un bellissimo ricordo. Come per Charles in molti ne riconoscono il grande talento, ma quest’anno, complice la ristrutturazione della sua Juve, questo ancora non si è visto del tutto.