La vittoria di Nicolò Bulega nella Superpole Race della domenica mattina di Estoril aveva apparecchiato la tavola per una Gara 2 dal potenziale pirotecnico enorme. Un'acquolina in bocca dovuta non tanto ai punticini guadagnati dal pilota italiano su Toprak Razgatlioglu e alla speranza che il discorso Mondiale potesse ulteriormente riaprirsi nel pomeriggio (i punti di distacco restavano comunque 41 a fronte degli 87 in quel momento ancora da assegnare), ma ai millesimi con cui Nicolò l'aveva spuntata su Toprak: tre, il distacco più minuto tra primo e secondo posto nella storia della SBK, record siglato grazie ad una perfetta gestione del gas della Panigale V4R in uscita dall'infinito curvone finale, con Bulega che sopravanzava il pilota turco negli ultimi centimetri a disposizione prima della bandiera a scacchi.
Nelle corse, alle volte, questi arrivi in volata che all'improvviso ribaltano il risultato, vengono fatalmente considerati come inevitabili segnali mandati dal destino. Segnali premonitori di sventura che Toprak Razgatlioglu ha avuto il merito di cancellare con una Gara 2 perfetta, in cui è semplicemente apparso imbattibile: dopo una partenza prudente che l'ha visto passare dal secondo al quinto posto, il numero 44 ha scavalcato Jonathan Rea ed Andrea Locatelli sul rettilineo dei box, prima di gettarsi all'interno delle traiettorie di Nicolò Bulega - al giro 5 - e di Alvaro Bautista, al giro sette. La coppia di ducatisti si è vista sopravanzare dal rivale nel tratto di pista che da curva sei porta a curva sette, con Toprak che ha approfittato di un lungo di Alvaro nelle prima e di una staccata meno poderosa di Nicolò all'ingresso della seconda. Sbrigata la pratica Team Aruba, la domenica pomeriggio di Razgatlioglu si è trasformata in un dolce assolo tra le pieghe portoghesi, dove non ha mai smesso di girare tra l'1'36" e l'1'37", un ritmo insostenibile sia per Bulega che per Bautista, staccati sul traguardo di quasi quattro secondi e lasciati liberi di battagliare tra di loro: Nicolò ha scavalcato Alvaro al nono giro quando - nel tentativo di ricucire un gap già di due secondi da Toprak - ha dovuto rintuzzare i desideri di rimonta. A fargli accantonare qualsiasi velleità è stato un avvertimento spedito dalla sua stessa Panigale, che si è messa spaventosamente a bandiera in uscita di curva sei.
Sul traguardo, dietro alla BMW di Toprak (che ha festeggiato nel giro d'onore saltando la corda mentre si esibiva in piegamenti; gesto difficile sia da immaginare che da eseguire) e alle Ducati ufficiali di Nicolò ed Alvaro, la Yamaha di un ottimo Rea, quarto davanti a Van Der Mark e facilitato anche dalla scivolata a metà gara di un coraggioso Andrea Locatelli (che in quel momento girava più forte delle Panigale di fronte a lui). Sesto Xavi Vierge con la honda, che ha preceduto Danilo Petrucci e Andrea Iannone, autore di una gara da voti altissimi in pagella, alemno fino a due giri dal termine: The Maniac era risalito dalla dodicesima alla quinta posizione, ma un errore nel finale gli ha tolto la possibilità di accedere al parco chiuso come migliore degli indipendenti.
Così, mentre i verdetti per il titolo mondiale vengono rimandati alla tappa conclusiva di Jerez de la Frontera (il prossimo weekend Toprak avrà bisogno di siglare un minimo di 18 punti tra le due manches e la Superpole Race per laurearsi campione), la SBK ad Estoril ci ha consegnato un'altra sentenza di sostanza: Danilo Petrucci, scavalcando Andrea Iannone nel finale, è ufficialmente il miglior pilota di un team indipendente del 2024. I due hanno lottato per questa posizione nell'arco di tutta la stagione, spesso confrontandosi da vicino (come accadde a Cremona, per esempio), con la stessa moto e con un elevatissimo tasso agonistico. Alla fine l'ha spuntata il Team Barni con Danilo, che forse, senza quell'infortunio in motocross ad inizio anno, avrebbe anche potuto insidiare la terza piazza in classifica di Bautista.