Ha impiegato cinque giri Toprak Razgatlioglu per mettersi al comando di Gara 1 di SBK all'Estoril. Cinque giri nei quali ha inserito una partenza imprecisa dalla pole position, una battaglia dai contorni vintage con Jonathan Rea e due sorpassi in fondo al rettilineo dei box su Danilo Petrucci e Andrea Locatelli. Poi il pilota turco ha gradualmente macinato decimi tra sé e gli inseguitori, involandosi verso la prima vittoria da due mesi a questa parte (l'11 agosto scorso, a Portimao, festeggiava sul gradino più alto del podio prima della bruttissima caduta di Magny Cours, che per le complicazioni polmonari gli avrebbe fatto saltare due weekend di gara completi). Insieme al successo sono tornate anche le scenette alla Valentino Rossi nel giro d'onore, in cui Toprak è stato fermato da un'equipe di medici (componenti del suo fan club per l'occasione in camice bianco) che gli hanno misurato battiti, pressione, respirazione prima di dargli il via libera verso parco chiuso e podio.
Intanto, dietro ad un Toprak certificato in formissima, le posizioni continuavano a cambiare: un ingresso piuttosto maschio in curva 2 di Jonathan Rea su Nicolò Bulega costringeva il pilota emiliano ad un'escursione nella ghiaia e al successivo rientro in traiettoria intorno all'ottava posizione. Ne approfittava Alvaro Bautista, che al giro sette - dopo aver scavalcato Petrucci - infilava anche Locatelli, prendendosi una seconda posizione che il quel momento, considerato il ritmo del campione del mondo in carica, poteva sembrare la piattaforma di decollo per puntare dritto su un Razgatlioglu non ancora in fuga. Così non è stato, perché i tempi del turco sul piede dell'1'37"basso venivano avvicinati solamente da un Bulega che a gomiti larghi si rimetteva in carena, lasciandosi alle spalle entrambe le Kawasaki ufficiali, quel Jonathan Rea sei volte campione del mondo che poco prima gli aveva complicato i piani (i due hanno sfiorato, nello stesso punto in cui è andato in onda l'episodio più thrilling della gara, una seconda carenata), un Danilo Petrucci non a suo agio sull'asfalto asciutto dell'Estoril e un Andrea Locatelli costretto agli straordinari per mantenere la sua nervosa Yamaha R1 aggrappata alle posizioni del podio.
Mentre Bulega ingranava la sua rimonta, la gara - Razgatlioglu a parte - cambiava faccia: in pochi minuti Petrucci, Locatelli e un Bautista preda del compagno di squadra si ritrovavano nel ghiaione, rispettivamente per chiusure d'avantreno alle curve sei, sette e nove. Alle spalle di Toprak e Nicolò ormai sgranati, si spalancavano le porte di un podio insperato per il gruppetto composto da Lecuona, Alex Lowes e Rea. Ma, a parte qualche significativo segnale mandato al cronometro da Gerloff (sesto davanti a Van Der Mark, Vierge e ad un Iannone opaco), niente di sostanziale variava. Sul traguardo, quindi, cinque marche diverse completavano la top five: in ordine, oltre alla BMW di Razgatlioglu e alla Ducati di Bulega, la Honda di Iker Lecuona (al secondo podio in Superbike), la Kawasaki di Alex Lowes e la Yamaha di Jonathan Rea.
Sono 44 i punti che adesso separano Bulega da Razgatlioglu, che domani dovrà guadagnare ulteriori 18 punti sull'italiano se vorrà chiudere i giochi per il titolo mondiale prima del round conclusivo di Jerez de la Frontera, dove le derivate di serie si sfideranno il prossimo weekend. Prima di spostarsi in Andalusia, però, c'è ancora un'intrigante domenica di Superpole Race e Gara 2 all'Estoril, dove tutti hanno ampissimi margini di miglioramento: dopo un venerdì tempestoso e una qualifica bagnata, Gara 1 è stata l'unica sessione sull'asciutto (non a caso, Toprak ha registrato un tempo di gara più lento di 17 secondi rispetto a quello del vincitore della prima manche di Estoril 2023). Si spiegano così le tante cadute, oltre all'atteggiamento di un Bautista che - dopo essere rientrato ai box con la moto rovinata - ha scelto di rientrare in pista negli ultimi otto giri per raccogliare dati sulle gomme slick. A domani.