Fare bene al RedBull Ring, un circuito sempre un po’ ostile e che invece è riferimento per gli avversari di KTM è una soddisfazione. E’ l’estrema sintesi delle parole di Lorenzo Savadori, protagonista al GP d’Austria come wildcard con una RS-GP uguale nella livrea alle altre Aprilia, ma totalmente rivoluzionata sotto la carena. “Sì – ha detto proprio rispondendo a una domanda di MOW – la mia qui è una moto laboratorio, non tanto nell’aerodinamica, visto che da quel punto di vista abbiamo già omologato tutto quello che si poteva omologare – ma ci sono tantissime novità sotto la carena. Sono soddisfatto del risultato ottenuto, perché comunque ci siamo messi dietro diversi piloti, e pure dei dati raccolti. Esere la seconda forza del mondiale sicuramente in questo momento è uno stimolo, ma il riferimento da battere è un altro: noi vogliamo arrivare a essere la seconda forza e vincere la ‘coppa Europa’ contro KTM lascia il tempo che trova”.
Il collaudatore italiano dell’Aprilia, quindi, ha le idee chiare e, al di là della soddisfazione personale, preferisce guardare più lontano. Soprattutto perché nel 2025 arriveranno in Aprilia piloti che possono davvero vincere un titolo mondiale e il lavoro da fare sulla RS-GP è ancora molto. In quel molto, però, non c’è la potenza, visto che proprio in Austria è emerso un dato importante: l’Aprilia di Savadori ha fatto registrare velocità di punta di circa 10km/h superiori alla velocità di tutti gli altri.
“Diversi piloti – ha raccontato Savadori – sono venuti a chiedermi se fossi riuscito a fare la curva successiva dopo quel rilevamento. In verità sì: la curva l’ho fatta. Sia in quella circostanza sia in altre in cui la nostra moto è stata molto più veloce delle altre. Il punto, però, è che la velocità non basta e ci sono tanti parametri differenti a fare la performance complessiva”. Il riferimento, è chiaro, è all’ormai atavico problema dell’agilità della RS-GP, che ha sì un anteriore granitico, ma che risulta poco performante nei tratti lenti, soprattutto in uscita di curva quando c’è da gestire al meglio l’accelerazione. “Abbiamo provato cose qui in Austria che non sono ancora perfette, ma lo sapevamo e questo è il mio lavoro – ha spiegato ancora il collaudatore di Aprilia – Per il futuro abbiamo trovato cose belle e altre meno belle, in una pista che comunque p sempre un po’ difficile per noi”.
Il pensiero, chiaramente, è proiettato al 2025, con Savadori che comunque spiega che il suo lavoro non è troppo diverso dal solito anche adesso che c’è la certezza che Aprilia cambierà tre piloti su quattro nel 2025. “Siamo molto concentrati – ha aggiunto – vogliamo finire bene questa stagione e di sicuro pensiamo già alla prossima. Per quanto riguarda i nuovi piloti sono molto curioso e sicuramente sarò a Valencia nel martedì di test dopo l’ultima di questa stagione, perché voglio capire le impressioni di Jorge Martin e Marco Bezzecchi appena proveranno la nostra moto. Le loro primissime impressioni saranno molto importanti”.